Ricordate la Dot-com bubble del 1995-2000? Una bolla che si e’ cominciata a gonfiare a partire dal 1995 fino al 2000 per poi scoppiare mettendo in crisi o portando al fallimento numerose aziende.
Bene, da qualche tempo si vocifera che si stia gonfiando un’altra bolla, la Dot-com bubble 2.0. Questa volta riguarderebbe soprattutto i social network. La prima bolla era nata dall’eccessivo entusiasmo intorno alle potenzialita’ di Internet e ai possibili facili guadagni delle aziende che operavano su Internet, questa volta sarebbe l’eccessivo entusiasmo intorno ai social network. Molti si chiedono se siamo o meno in una nuova bolla, se lo domanda Fortune, Tech Digest, The Guardian, The Independent, TelecomTV e molti altri giornali e siti di informazione.
Tutto questo trambusto sembrerebbe essere partito da alcune affermazioni di Eric Schmidt (CEO di Google) che in un’intervista ha detto:
“There are clear signs of a bubble … But valuations are what they are. People believe that these companies will achieve huge sales in the future.”
Seguito a ruota da Carol Bartz (amministratore delegato di Yahoo), che ha detto:
“Siamo senza dubbio nel bel mezzo di una bolla internet.”
Queste considerazioni derivano a loro volta dalle notizie che ha pubblicato il Wall Street Journal, ossia il fatto che Google, FaceBook e altri sarebbero interessati all’acquisto di Twitter, valutata 10 miliardi di dollari. Poi ovviamente c’e’ l’acquisto dell’Huffington Post da parte di AOL (per 315 milioni di dollari).
Ci sono molte differenze rispetto alla situazione che ha portato alla prima Dot.Com bubble, tuttavia bisogna considerare un fattore importantissimo. C’e’ un eccesso di liquidita’, che le banche e alcune societa’ potrebbero riversare in operazioni di acquisizione in settori che sembrano promettenti. In un periodo dove tutto sembra in stallo se non in caduta, i social network sembrerebbero l’unico boccone succulento, con i loro utenti sempre piu’ numerosi, le rosee prospettive di “monetizzare” questo enorme bacino di utenti e l’influenza sempre maggiore che i social network hanno sulla diffusione di notizie. Ora bisogna vedere chi scommettera’ sui social network e sulla loro potenzialita’, ma soprattutto se le scommesse rimarranno realistiche o se l’eccesso di liquidita’ portera’ a eccessi.
Piccola mia “cattivella” considerazione personale: visto che in questo momento per Twitter, altri social network e varie startup vengono fatte valutazioni molto alte (che qualcuno ha avuto interesse a gonfiare), chi vorrebbe acquistarle (Google e Yahoo ad esempio) cerca di sgonfiare queste valutazioni. Quale modo migliore se non cominciare a far girare la voce che siamo in una bolla?