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Mps verso un maxi-aumento da 2 miliardi

Da Pukos
Mps verso un maxi-aumento da 2 miliardi

Mps intende coprire il deficit patrimoniale di 2,1 miliardi di euro emerso dagli esami della Bce interamente con un aumento di capitale. Alla vigilia dell’apertura dei mercati, reduce da una settimana drammatica in cui il titolo ha perso in borsa il 40%, l’istituto senese prova a dare qualche certezza ai mercati, chiarendo quali sono le sue intenzioni sul capital plan che dovrà presentare entro il 10 novembre all’Eurotower.

«Attualmente le misure ipotizzate prevedono la copertura integrale del deficit attraverso un aumento di capitale» si legge in una nota della banca che esclude l’esercizio della «facoltà di conversione anticipata» dei Monti bond in azioni, misura che farebbe entrare il Tesoro nella compagine azionaria del Monte, né «qualsiasi altra ipotesi che veda il Ministero dell’Economia e delle Finanze intervenire nella forma di nuovi aiuti di Stato, come dichiarato più volte dallo stesso Ministero».

Il progetto di capital plan, su cui è «in corso» il confronto con le autorità (Bankitalia, Bce e Tesoro), contiene altresì «ulteriori misure non diluitive e non onerose per la banca, tra cui la cessione di asset finanziari, volte a rafforzarne ulteriormente il profilo patrimoniale, la cui solidità è peraltro già stata attestata dall’ampio superamento dell’Aqr» cioè l’esame degli attivi condotto dalla Bce e superato dalla banca, bocciata invece negli stress test, cioè nelle simulazioni di resistenza a uno scenario del ciclo economico estremamente negativo.

Il capital plan – che potrebbe includere la cessione di pacchetti di crediti deteriorati, delle attività nel leasing e nel credito al consumo – verrà esaminato dal cda mercoledì 5 novembre così da «pubblicarne il contenuto in anticipo rispetto al termine ultimo del 10 novembre previsto dalle Autorità» e cercare di stabilizzare la situazione in borsa. Per coprire l’aumento è già pronto un consorzio di garanzia che vende in campo molte delle banche che hanno garantito la ricapitalizzazione da 5 miliardi dello scorso giugno. Tra i nomi che circolano, oltre a quelli degli advisor Ubs e Citigroup, ci sono Goldman Sachs, Ubs, Barclays, Mediobanca, Morgan Stanley, Jp Morgan e Societe Generale.

Ora si tratterà di vedere come reagirà il mercato all’ipotesi di un nuovo aumento, a solo cinque mesi da quello di giugno che, secondo quanto detto allora dal presidente Alessandro Profumo, avrebbe dovuto condurre Mps in un «porto sicuro». Atteso il sostegno della Fondazione che, per bocca del presidente Marcello Clarich, ha detto che «quando la barca è in difficoltà la regola vuole che si stia vicini al timoniere», pur tra i mal di pancia di alcuni consiglieri.

Da vedere anche quale sarà la reazione dei nuovi alleati dell’ente, i sudamericani Btg Pactual e Fintech, alla richiesta di mettere mano nuovamente al portafoglio dopo aver investito quasi mezzo miliardo per rilevare il 6,5% della banca. L’effetto diluitivo di un aumento fino a 2,1 miliardi – a fronte di una capitalizzazione scesa a 3 – farebbe perdere qran parte dell’investimento ai due soci, che dunque, anche se `obtorto collo´, potrebbero trovare conveniente sottoscrivere le nuove azioni

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