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Mr. B è allo stremo, urge riposo coatto.

Creato il 28 maggio 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Mr. B è allo stremo, urge riposo coatto.Ci sono giorni in cui una persona psicologicamente stabile, e intellettualmente normodotata, nel momento del risveglio mattutino decide di restarsene a letto. Questa decisione, che non ha nulla di scandaloso in sé, arriva soprattutto dopo aver trascorso una notte piena d’incubi che segue un giorno da dimenticare. Berlusconi, qualora fosse in possesso delle due caratteristiche succitate ma non lo è, ieri avrebbe fatto meglio a godersi il lettone di Putin per poi, magari, giocare a Risiko con monsignor Letta. Invece no. Forte dei sondaggi che lo danno al 60 per cento di gradimento da parte degli italiani, ha deciso di non mancare a nessuno degli appuntamenti istituzionali previsti nell’agenda di Bonaiuti, tanto più che il primo prevedeva il solito discorso agli amici di Confindustria, e il secondo l’incontro dell’Ocse di cui l’Italia ha la presidenza di turno. Rifiutata la mazzetta di contanti che Bondi gli aveva consegnato per evitare figuracce del tipo “In tasca io ho zero euro”, perché gli “difetta” il Caraceni, il Capo si è imbarcato sull’Air Force B. ed è volato a Milano dove lo aspettavano Emma Marcegaglia e l’intero cast di Confindustria. Subito dopo aver ascoltato le nefaste previsioni della presidente (700mila posti di lavoro a rischio), Silvio ha preso la parola convinto di poter recitare la parte di sempre, quello del capocomico d’avanspettacolo che è il suo sogno nel cassetto. Abituato ai 27 minuti di applausi con i quali i “colleghi” industriali solitamente lo accolgono, ha pensato di trovare nelle comparse presenti in platea, la sponda migliore per convincere la Marcegaglia ad accettare il ministero che fu di Scajola. Alla domanda “Volete voi che Emma diventi ministro? Chi è per il si, alzi la mano”, convinto di trovarsi di fronte i bambini della scuola elementare dell’Aquila, Berlusconi si attendeva una selva di mani alzate, magari quelle destre, magari con il palmo all’infuori. Comprendiamo il suo sgomento quando la platea è rimasta immobile, ferma, silenziosa, quasi assente e disturbata da un gioco da villaggio turistico per pensionati rintronati. Vista la malaparata, Berlusconi è passato direttamente alle minacce: “E allora non lamentatevi più”, ha detto con un piglio che non lasciava presagire nulla di buono. Sempre sull’Air Force B., che lo portava a Parigi per la riunione dell’Ocse, Berlusconi si è lasciato andare ai pensieri più perfidi tanto che, colto da un improvviso attacco d’ira, ha pensato alla ritassazione dello scudo fiscale. Ha deciso per il no quando si è reso conto che la cosa non avrebbe fatto piacere a qualcuno molto più potente di lui, Marcello Dell’Utri ad esempio. A proposito di Dell’Utri. Come tutti sanno, il pigmalione delle arti e delle lettere è stato lo scopritore dei Diari di Mussolini, dai quali Berlusconi ha attinto a piene mani per il discorso tenuto ieri all’Ocse. Ma, come spesso capita al taroccatore principe, la citazione del Duce sulla scarsità dei poteri a sua disposizione (“io posso ordinare solo al mio cavallo di andare a destra o a sinistra”) , è tratta da fonti farlocche, apocrife, “improbabili” come ha avuto modo di dire Elena Curti che di Mussolini è la figlia naturale. A prescindere dalla originalità o meno dei Diari, fa specie ascoltare un presidente del consiglio di un paese che il fascismo lo ha combattuto, e battuto, dire di Mussolini che è stato un “grande e temuto dittatore”; “temuto” sicuramente si, sul concetto di “grandezza” preferiamo si esprimano le comunità ebraiche e rom, le associazioni degli omosessuali e l’Anpi. Presi dallo sconforto, ci siamo però riavuti quasi subito pensando che il Berlusconi, come sempre, ha colto al volo l’occasione per un duplice spot pubblicitario e un dispetto a Fini. Il primo riguarda la commercializzazione del libro dei Diari a cura del suo sodale Dell’Utri. Il secondo la possibilità di sanare parzialmente il deficit del Giornale considerato che, proprio in questi giorni, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, sta lanciando nelle edicole i dvd con i discorsi integrali del Duce. Il dispetto a Gianfranco Fini è evidente, vuole “scavalcarlo” a destra, ed esaltare la figura di Mussolini ne è il primo passo. Quanto toccherà a Bossi riproporrà nel circuito delle sale cinematografiche “Medusa”, Braveheart e intitolerà a William Wallace la Galleria di Milano.

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