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Mr. B e l’invivibile caldo romano.

Creato il 09 giugno 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Mr. B e l’invivibile caldo romano.Il primo sole d’estate gioca solitamente brutti scherzi soprattutto a due fasce d’età: i bambini e gli anziani. Se una persona assomma entrambe le caratteristiche, quello che dovrebbe essere solo uno scherzo, si trasforma in un guaio molto serio. Ieri sono andati in tilt due impianti di condizionamento dell’aria e, purtroppo, in luoghi frequentati da persone rispondenti alle caratteristiche succitate. Il primo è saltato a Palazzo Grazioli, il secondo all’Auditorium Parco della Musica, tanto da far pensare che le temperature di Roma dovevano aver raggiunto livelli record. Con il fazzoletto ad asciugare la fronte spaziosa, e il collo, Silvio Berlusconi da Palazzo Grazioli ha iniziato uno show degno del miglior colpo di sole ai tropici, e lo ha concluso all’assemblea della Federalberghi, di fronte a un pubblico più preoccupato per la tassa turistica introdotta, che non per il solito rapporto conflittuale del Capo con i giornalisti, i magistrati, la Corte Costituzionale, il Parlamento, l’opposizione di “sinistra”, i finiani, la Rai, l’idraulico, la massaggiatrice, la badante venezuelana, il bodyguard ingrassato e, buon ultimo, il lattaio reo di avergli consegnato il latte parzialmente scremato al posto di quello totalmente scremato (la “linea mare” va assolutamente preservata). I giornalisti, quelli comunisti ovviamente, ce l’hanno con lui. Protestano contro il ddl sulle intercettazioni perché sono curiosi, perché amano impicciarsi dei fatti suoi, perché sono vittime di una invidia nei confronti dei suoi successi con le donne, che li ha resi perfidi. A loro della mafia non interessa nulla, vogliono solo sapere quello che accade nel lettone di Putin quando le luci del Palazzo si spengono. Silvio è il più grande di tutti, tanto vale ne prendano atto, con le buone o con le cattive. I magistrati, oltre che essere notoriamente delle birichine “toghe arrossate” dal sangue di Falcone e Borsellino, sono diventati anche istigatori a delinquere. Sono colpevoli, secondo Berlusconi, di mettere a repentaglio la vita dei rappresentanti della Protezione Civile, e di Superman Bertolaso in primis, a L’Aquila dove, "persone dalla mente fragile e sconvolta dalla morte di un congiunto nel terribile terremoto di un anno fa", potrebbero mettere mano alla pistola e tirare un colpo alla testa di Mr. Ripassatina. La colpa dei magistrati aquilani? Essersi accorti che dopo 400 scosse e una serie infinita di indizi, una commissione antirischi seria non avrebbe mai affermato ufficialmente: “tutto sotto controllo, dormite sonni tranquilli”. L’indagine per omicidio colposo ci sta tutta anche se noi avremmo preferito fosse stata aggiunta quella per procurata strage. Ai finiani le ha cantate chiare: “qua si fa come dico io o succede un casino”. E loro, mogi mogi quatti quatti, hanno risposto “si buana”. Peccato però, perché l’onorevole Granata nella parte dello schiavo obbediente non ce lo vediamo proprio. La riunione della presidenza del Pdl, quella tenutasi a Palazzo Grazioli, ha sancito definitivamente chi comanda nel partito, basta un’alzata di sopracciglio di Berlusconi che tutti addivengono a più miti consigli. Si dice che i finiani, soddisfatti per il riconoscimento formale della componente di minoranza interna del partito, abbiano deciso di far contento il Capo votandogli il ddl sulle intercettazioni. Il riconoscimento, secondo il mai dismesso Manuale Cencelli, significa più posti nel governo e più incarichi nel partito, il che fa presumere che tira più un posto di potere che un carroccio di buoi padani, per non parlare della dignità. Ma il meglio di sé Berlusconi lo ha dato all’assemblea della Federalberghi. Di fronte aveva una platea preoccupatissima per la tassa turistica introdotta dal Tremonti-Jules lo sforbiciatore, e lui di cosa ha parlato? Del Parlamento che non conta nulla perché “fa le leggi, deve farle firmare dal Presidente della Repubblica e poi sperare che qualche giudice di Magistratura Democratica non ricorra alla Consulta. Si può governare così?”, ha chiesto a una platea che non gli ha certo riservato standing ovation. Secondo il Berlusconi pensiero, fatta una legge, e approvata da un Parlamento esautorato da ogni sua prerogativa dal continuo ricorso alla decretazione d’urgenza e ai voti di fiducia, la legge stessa dovrebbe essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e resa immediatamente esecutiva, senza che nessuno possa dire che è sbagliata o non rispetta dettami costituzionali che sono comunque errati. La colpa di tutto questo bailamme democratico è dei “padri costituenti che hanno frammentato il potere senza riservarne nessuno al premier”. Inutile ricordare a Silvio, in piena strategia 2013, che se i padri costituenti hanno deciso per la frammentazione del potere, l’Italia era appena reduce dal fascismo, regime nel quale il “premier” aveva tutti i poteri, compreso quello di dichiarare guerra alla Francia, all’Inghilterra, agli Stati Uniti e di promulgare le leggi razziali. Un po’ troppo, anche per il più grande di tutti.

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