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Quella tra Tessa e Adam potrebbe essere una storia d'amore come tante. Tra due ragazzi giovani, belli, innamorati dell'amore e della vita. Sono puri, freschi, ribelli, ma fra loro c'è un nemico insormontabile. Un'ombra terribile e mortale: il cancro.Lei, a diciassette anni, è destinata a spegnersi da un giorno all'altro: sotto gli occhi di una mamma incostante, di un papà che ha consacrato la sua vita a lei, di un fratellino troppo piccolo per capire, di una relazione non destinata al per sempre e sotto le mille voci da eliminare in una lunga lista di ultimi desideri.E' giusto nutrire speranze se si è destinati a non vederle mai realizzarsi? Il personaggio interpretato dalla straordinaria Dakota Fanning, da quando ha abbandonato scuola e amici per un letto d'ospedale, vive solo di quelle. E, in una corsa contro il tempo, è risoluta a vederle diventare realtà prima della fine. Niente di poetico, eclatante o di cui vantarsi alla radio: fare sesso, baciare un completo sconosciuto, vedere il suo nome nel mondo, sperimentare il gusto proibito di un boccone di funghi allucinogeni, passare la notte tra le braccia di un ragazzo, rubare un rossetto di pochi dollari, sentirsi viva. Semplice. La sua corsa verso l'irraggiungibile sarà facilitata a bordo della motocicletta del premuroso Adam, a cui dà le fattezze il bel Jeremy Irvine di Grandi Speranze. Con i capelli cortissimi al vento, il mare all'orizzonte, i pensieri rivolti soltanto al cuore che sembra scoppiare di felicità, Tessa capisce di aver realizzato l'unico punto della lista che doveva evitare con tutta sé stessa: si innamora. D'altronde si sa, i cuori sono cose fragili e sorde. Non conoscono ragioni, non vogliono ascoltare.Tratto dal romanzo Voglio vivere prima di morire, Now is good potrebbe sembrare uno dei tanti film la cui sceneggiatura è scritta con i rimasugli dei successi di Sparks e l'abusato e tragico tema della malattia tra i giovani. La copertina, che ricorda molto molto da vicino quella di Love Story e dei vari Come un uragano, Ho cercato il tuo nome e The Last song, certamente non aiuta a smentirci. Eppure, basterebbe guardare cinque minuti del film per capire l'approccio coraggioso, audace e un po' folle che regista e sceneggiatori hanno voluto conferirgli. Lontano dalle smielate scenette hollywoodiane, si apre con Tessa e la sua migliore amica Zoey (la Kaya Scodelario di Skins!) alle prese con un appuntamento al buio che ha come fine ultimo il letto e, nei titoli di testa, la pellicola dà vita a una coloratissima scena animata scandita dal martellante remix di Blue Jeans di Lana Del Rey. Divertente, pungente, giovanile e terreno sfuma, successivamente, in una commedia romantica dai toni piacevoli e sognanti, che, impreziosita da una fotografia calda e meravigliosa, regala momenti semplici, ma da batticuore. Finché per Tessa, felice che i suoi capelli biondi da elfo stiano ricrescendo e graziosa coma mai prima nel vestito avorio del suo primo vero appuntamento, non ha fine l'incantesimo. E, insieme al suo, quello che ha fatto sorridere ed emozionare lo spettatore per l'intera ora precedente. Un torrente di sangue le sporca il naso, il vestito nuovo, il pavimento del bagno, la purezza di un sentimento dolcissimo e vissuto con ingenuità e un po' di sana avventatezza. Però - forte, sicura di sé, con una lingua biforcuta e una faccia “da schiaffi” - lei non piange. Mai. E' una giovane donna cazzuta, intraprendente, che non soffre più da quando, già da bambina, il suo braccino aveva più buchi di un puntaspilli; abituata alla sofferenza, al fiato gelido della morte sul collo, lei non ha più lacrime. In compenso, bastano quelle che gli spettatori – ve lo dico prima! - verseranno alla fine del film. La Fanning, nota ai più, sfortunatamente, per il ruolo marginale ricoperto in Twilight, è un'attrice che seguo da quando ero piccolo, essendo anche lei, come me, della “fortunata” annata 1994. Finalmente sono fiero e felice di vederla in un ruolo che rispecchia le sue immense potenzialità. A tratti risulta quasi odiosa, sapete? Impossibile. Come si fa ad odiare una ragazzina legata fragilmente al filo della vita? Invece si può eccome, grazie al realismo che, tra i sorrisi e la poesia, impregna l'intero film. Now is good, infatti, nonostante si avvalga di attori noti al grande pubblico internazionale e della produzione della Sony Pictures, non è la più classica (ed efficace) delle americanate. Alla regia Ol Parker, brillante regista della commedia romantica Imagine me & You ed apprezzato sceneggiatore di Marigold Hotel: un inglese doc che, con un nastro di seta di romanticismo, lega saldamente cinismo british, un'originale e godibile soundtrack e un manciata di quegli adolescenti delle serie TV più anticonformiste. Mi ha ricordato, pensate, Colpa delle stelle di John Green, ma con la commozione e la leggerezza che, purtroppo, non ho trovato tra le pagine di un autore che, eppure, ammiro con tutto me stesso.
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