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Mr Lampadina e il divano volante

Da Acomealice @Acomealice

Importanti note sul Copyright, per favore leggile. Grazie

 Mr Lampadina e il divano volante

Mr Lampadina e il divano volante

Illustrazione : Francesca Dutto

Testi : Lara Dell’Oro

In un paese di confine, al limitar di un bosco, sorgeva, circondata da alberi secolari, la casetta, alquanto sgangherata, di un altrettanto stravagante personaggio, un inventore da tutti conosciuto come Mr Lampadina. Il motivo di questo nome tanto strano, era la sua abitudine piuttosto singolare, di indossare copricapi ” luminosi ” sormontati da candele, abat-jour o molto più spesso decorati da ingombranti lampadine che si accendevano improvvisamente quando un’idea illuminava la sua mente geniale. Mr Lampadina era un gran pasticcione e per gli abitanti del paese, era un inventore inutile, che sprecava il suo tempo a far saltare in aria la sua casetta un giorno si e l’altro pure, per questo motivo, la gente lo evitava e lui si teneva a debita distanza del centro abitato, nella più totale solitudine.

Fù per questo motivo che, quando l’anziana signora, che camminava a stento appoggiandosi al suo bastone di legno nodoso gli fece visita, la sorpresa fù così grande che quasi a Mr Lampadina non venne un colpo ! Così rimase in silenzio dietro all’uscio, deciso a non aprire e quando la vecchietta bussò alla porta, lui la cacciò in malo modo. Nel corso della sua vita non aveva perso solo il contatto umano ma anche la buona educazione : ” Non ho tempo da perdere, vada via ! “ Gridò ” Mr Lampadina mi apra per favore, lo so che è in casa, ho sentito l’esplosione poco fa… Non mi faccia aspettare sono anziana e ho fatto parecchia strada sulle mie vecchie gambe rinsecchite per venire a farle visita ! ” La vecchia bussò nuovamente con il suo bastone e ancora una volta Mr Lampadina gridò : ” Non ho tempo per nessuno, le ho detto di andarsene ! ” “ Lo so lo so che lei è molto impegnato a far esplodere la sua abitazione, ad inventare marchingengni spettacolari ed ingegnosi e chissà quale altra diavoleria. Ma io sono venuta fin qui perchè ho bisogno del suo aiuto e non c’è nessun altro che possa aiutarmi, mi creda. E sia ben chiaro, non ho nessuna intenzione di andarmene. Io vorrei che lei inventasse qualcosa per me ! ”A quelle parole gli occhi di Mr Lampadina si illuminarono  e il suo atteggiamento cambiò. Era la prima volta che qualcuno si rivolgeva a lui per chiedergli di inventare qualche cosa. Aprì l’uscio timidamente facendosi da parte : ” Prego si accomodi, le preparo un thè ” disse facendo entrare in casa la vecchina.

Quando la signora entrò, rimase senza parole. La casetta da fuori non era che un ammasso di assi e lamiera messe insieme alla rinfusa, aveva il comignolo tutto storto, che sembrava più la ciminiera di una fabbrica dato che tossiva giorno e notte denso fumo nero. Le finestre altro non erano invece, che un insieme di pezzi di vetro rotti, attaccati con lo scotch e ricoperti di plastica. Sul davanzale di una di queste era persino diligentemente appoggiato, rattoppato come meglio si poteva, anche un povero vasetto di terracotta al cui interno vi era appassito un misero fiore.

Ma ciò che si presentava all’interno era tutt’altro : un minuscolo ma graziosissimo salotto dall’aspetto accogliente, composto da due divanetti, un soffice tappeto e un tavolino rotondo con angolo da thè già perfettamente allestito, come se Mr Lampadina aspettasse da sempre che qualcuno gli facesse visita da un momento all’altro e poi una bella cucina dai toni caldi in ordine e pulita  con una credenza in stile provenzale. Sul ripiano più alto una fragrante torta appena sfornata attendeva soltanto di essere assaggiata e alle finestre, dai vetri scintillanti e perfettamente puliti, incorniciati da deliziose tendine beige a minuscoli pois erano appoggiati sui davanzali tanti graziosi vasetti di piante grasse e poi piante e fiori sparsi dappertutto di ogni specie, tropicali e rigogliose. Dappertutto un delizioso profumo di pulito e di buono.

La signora era sinceramente sbigottita. In un angolo del soggiorno, accoccolato sopra una poltroncina, russava beato un bellissimo gatto persiano, dal pelo foltissimo e tanto pettinato da sembrare una palla pomposa, era appallottolato su un cuscino di velluto. La vecchia vide con sorpresa  che dal pelo dell’animale fuoriusciva qualcosa, si sistemò quindi gli occhiali per osservare meglio e strabuzzando gli occhi vide che tante minuscole spazzole fuoriuscivano silenziose dal pelo dell’animale e si mettevano al lavoro spazzolando meticolosamente. Il gatto non si mosse di un millimetro continuando a russare.

A questo punto la signora era veramente confusa e cercò con lo sguardo una sedia per sedersi, le girava un pò la testa : ” Tutto questo è impossibile ! “  Esclamò, e guardandosi le mani cominciò a contare : “ Da stamattina mi è sembrato di sentire almeno cinque esplosioni ! E ‘ assurdo ! Impossibile ! Se la sua casa fosse davvero esplosa cinque volte dalle sei…Come può adesso essere tutto così perfetto? ” La signora si guardava intorno meravigliata ” Questa è magia nera, perchè da fuori questa casa cade a pezzi !” Scosse la testa in senso di diniego ” Sembra cadere a pezzi, vero ? ” Disse con orgoglio Mr Lampadina. La Signora a questo punto si abbandonò esausta sopra al divanetto e non fece nemmeno in tempo a fare un cenno di assenso con la testa, che da non so dove era saltato fuori un tavolino con un vassoio e una graziosa tazza da thè, un’accurata selezione di bustine e tisane profumatissime e un bollitore. ” Si..Si ecco ” Disse balbettando ” Tutto questo è pazzesco, non riesco proprio a capire come ci riesce, lei che vive in questo modo qui…Ops mi scusi sono stata sgarbata. Lo vede ? I pregiudizi della gente ? ” Proprio accanto a lei era sbucata una lucciola robot, perfetta in ogni dettaglio ma totalmente meccanizzata con due lunghe antennine telecomandate, che le porgeva un minuscolo vassoio con zollette di zucchero, latte e fettine di limone. La signora si servì, sempre più meravigliata, seguendo il robottino che scompariva in cucina.” Si si lo so..la gente mi crede un pazzo. Ma torniamo alle mie invenzioni, vedo che lei è interssata al mio lavoro è la prima volta in vita mia che mi capita. Sa questa è quella di cui vado più fiero ! ” si schiarì la voce. ” L’ Ho chiamata D.L.A.S  che sta per Deludi Ladri e Anti-Sisma, un sistema brevettato antisisma  e antifurto appunto diciamo che serve un pò ad entrambe le cosè, rimedia istantaneamente in caso di calamità ehm “ Si schiarì nuovamente la voce “ naturale, diciamo così e tiene lontani i ladri eh eh !” “Ma Mr Lampadina è eccezionale, fantastica, potrebbe essere l’invenzione del secolo, ha provato a promuoverla in qualche modo ? La gente non conosce le sue invenzioni, mi creda. Pensa che lei sia un pasticcione…” “Ci ho provato…Ma io non sono capace di parlare con la gente, e la gente non si fida di me…” ” Forse non lo fa nel modo giusto. Ma io credo di avere la soluzione, perchè ho un problema comune a molte persone in paese e sono certa che lei con il suo straordinario talento sarebbe in grado di aiutare me e anche tutti gli altri. Mi ascolti, le spiegherò il motivo che mi ha spinto a venire fino a qui.” Fece una pausa, sorseggiando il suo thè, poi riprese

” Io sono la nonna di Luca, un bambino intelligente che frequenta con profitto le scuole elementari e ha 10 anni. Come quasi tutti i bimbi del paese, dopo la scuola è affidato a noi nonni, perchè i genitori lavorano in Città e noi sa, cosa vuole Mr Lampadina, siamo anziani, facciamo quello che possiamo. Preparo il pranzo e poi Luca fà subito i compito da bravo studente e fin qui non avrei nulla da lamentarmi, se non fosse che subito dopo, ai miei tempi non esisteva, accende la televisione, si siede sul divano e non si alza più fino a quando non arriva sua madre. Non riesco a convincerlo in alcun modo. Non esiste il giardino, non ci sono giocattoli, il pallone, il giuoco delle carte. Nulla lo fa desistere dallo stare tutto giorno incollato davanti a quella scatola parlante con l’espressione inebetita e i suoi compagni di giochi non vengono a bussare alla porta nemmeno più… Sono dinnanzi alla tv anche loro esattamente come lui. Siamo tutti disperati. Ho bisogno di lei, tutti in paese abbiamo bisogno di lei, Mr Lampadina ! Lei ci deve aiutare ! ” A quelle parole, l’anziana signora scoppiò a piangere Mr Lampadina, si commosse a quelle parole e si mise subito a pensare, iniziò a camminare su e giù per la stanza come un forsennato e improvvisamente una delle lampadine che portava sulla testa si illuminò. La signora lo guardò speranzosa, sapeva bene cosa significava quella luce. L’inventore a questo punto la congedò con la promessa che si sarebe fatto sentire al più presto.

Per qualche giorno di Mr Lampadina, l’anziana signora non ebbe notizie, sentì esplodere la sua casetta almeno quattro volte fino a quando, all’alba del terzo giorno, udì suonare al campanello. Andò ad aprire e con sorpresa, si ritrovò davanti il bellissimo gatto persiano, seguito da una delle lucciole robot ” Ciao bel micetto cosa ci fai qui ? ” In men che non si dica un piccolo marchingegno silenzioso, fuoriuscì dal voluminoso pelo del gatto, posizionandosi davanti al suo musetto ” Mia cara signora io non sono un micetto per sua informazione, ma una rara specie di persiano del medio oriente e il mio padrone l’illustrissimo inventore Mr Lampadina mi ha incaricato di ritirare il suo divano per poter effettuare il lavoro da lei richiesto. Con permesso. ” Fece il gatto mentre entrava altezzoso in casa, pulendosi rispettosamente le zampe sul tappetino prima di entrare. La signora rimase a bocca aperta e si spostò facendo entrare gli strani animali, poi si riprese dallo stupore, ormai che aveva conosciuto le stravaganze delle quali era capace Mr Lampadina, iniziava quasi ad abituarsene in un certo qual modo : ” E come pensi di ritirare tu e la tua minuscola amica il mio divano e trasportarlo fino al bosco ? ” ” Signora “ Rispose il gatto quasi offeso e voltandosi verso la lucciola che invece era divertita disse : “ A quanto pare lei sottovaluta un grande inventore ! ”

La signora mostrò al gatto ed al suo aiutante, il divano  sul quale Luca trascorreva tutto il suo tempo libero, gli animali si posizionarono di fronte ad esso, esattamente al centro.” Bene signora, resti indietro e osservi, ora vedrà di cosa è capace il mio padrone” Un altro apparecchio uscì dal suo pelo e si posizionò di fronte ai suoi occhi come per proteggerli, poi la lucciola si illuminò, gettando un potente raggio verde sul divano, rimpicciolendolo e rimpicciolendolo fino a farlo diventare grande come una crocchetta per gatti. A questo punto sempre la lucciola sparò un altro raggio incelofanatore impermeabilizzando il microdivano ed infine il gatto si avvicinò e si limitò ad ingoiare non senza una certa eleganza, la miniatura in un sol boccone. L’intera operazione durò meno di un minuto.

Il giorno successivo alle dieci in punto la signora sentì suonare alla porta, andò ad aprire ma non trovò nessuno fuori dall’uscio, mentre stava per chiudere la porta, notò una busta bianca appogiata allo zerbino.” Chissà chi l’avrà lasciata…” Mormorò mentre stava per chinarsi e raccoglierla quando questa questa si sollevò librandosi in aria da sola e aprendosi mostrò il suo contenuto : un foglio bianco con poche righe scritte a mano e il divano ancora formato crocchetta.” Cara Nonna di Luca, ecco qui il suo divano, pronto per essere utilizzato, scusi se non sono potuto venire di persona ma sono molto impegnato. Posizioni il divano al suo posto in soggiorno, tornerà alle sue normali proporzioni. Tornato da scuola lasci che Luca faccia ciò che fà di solito ma si assicuri di lasciare aperta la finestra in soggiorno e di essere seduta accanto accanto a lui prima che le campane della Chiesa in Piazza suonino le quattro in punto. E’ tutto. ” Tornato da scuola Luca pranzò come al solito e poi fece i compiti diligentemente osservato dalla nonna intenta a sparecchiare e riordinare la cucina. Poi sbadigliando afferrò il telecomando e si buttò annoiato sul divano accendendo i cartoni animati. Passarono i minuti, trascorsero le ore e il bambino rimase nella stessa posizione per tutto il tempo con lo sguardo fisso sullo schermo.

La nonna si sedette a fare a maglia accanto a lui non prima di aver spalancato la finestra e aver messo una copertina sulle gambe del nipote che non fece un movimento. Rimase impaziente in attesa che arrivassero le quattro. Ed ecco che il campanile della Chiesa finalmente scandì i quattro fatidici rintocchi che segnavano le quattro del pomeriggio, l’ora della merenda. Ma al quarto ” Dong “ della campana ecco che accadde ciò che la vecchia signora spettava con ansia da più di tre ore. Un rumore sordo sembrò provenire da sotto il divano ed una vibrazione incominciò ad invadere l’intero mobile. Sia Luca che la nonna iniziarono a tremare come foglie al vento e come fossero stati in preda ad intensi brividi di freddo, battendo i denti rumorosamente, si aggrapparono ai braccioli vibranti del divano e non fecero in tempo a scendere prima che questo prendesse il volo e uscisse dritto dritto fuori dalla finestra spalancata.” Nonnina, nonnina ma cosa sta succedendo ho paura ! ” gridò terrorizzato Luca stringendosi alla nonna ” Non lo so tesoro, ma la tua vecchia nonna comincia ad essere troppo anziana per questo genere di avventure. Tieniti forte ! ”

Il divano intanto stava volando sopra il tetto della casa e sul giardino ed era incredibile, la sua velocità da crociera era addirittura piacevole ! La copertina, che la nonna aveva prudentemente portato, serviva giusto a coprire le gambe dalla brezza leggera, quel tanto che bastava per godersi il panorama senza prendere freddo. Il divano aveva intanto oltrepassato il piccolo steccato che delimitava il giardino della nonna e stava sorvolando i campi seminati delle campagne circostanti. Luca continuava ad essere molto spaventato, aveva il ciuffo di capelli neri diritti  sulla fronte e la stessa espressione dipinta sullo spaventapasseri che stavano oltrepassando proprio in quel momento sul campo di grano sotto di loro, le sue scarpe da ginnastica ciondolavano slacciate nel vuoto e una ciabatta della nonna era volata via. Luca si voltò verso di lei. Stava ridendo come una matta “ Guarda nonna che bel laghetto per pescare ! ” E ancora ” Garda nonna là c’è persino un campo da calcio, guarda nonna ! ” Luca non smetteva di guardare in basso e additare ogni cosa ” E lì qualcuno ha costruito una bellissima casetta sull’albero, ci voglio venire, con Gabriele e Mattia ! Domani pomeriggio e anche dopodomani ! ” I campi di grano, le cascine e i ruscelli, le colline e i frutteti, le meravigliose campagne, da quell’altezza erano così ricchi di dettagli che si potevano vedere le chiome degli alberi, i nidi degli uccellini fra i rami e il guizzare dei pesci sulla superficie dell’acqua dei torrenti.
” Nonna ma perchè Giulia e Martina non sono più venute a far merenda da noi ? E perchè Jacopo non è più venuto a giocare a palla nel nostro giardino ? Ah già…Perchè c’èrano i cartoni animati… ” Ecco che il divano sorvolava proprio in quel momento il trattore del nonno di ritorno dai campi ” Ciao nonno, siamo quassù ci vedi ? Non può sentirci vero nonna ? Ti ricordi andavo sempre con lui sul trattore dopo scuola e come mi piaceva salire dentro la cabina, mi faceva sedere sulle sue gambe e mi lasciava guidare…Poi non sono andato più con lui ! ” Il divano volò ancora per una buona mezz’ora fra campi coltivati, campagne incontaminate e casette sparse qua e là fra le colline ed ogni anfratto, ogni luogo suggeriva un mondo di idee e di avventure,  luoghi da esplorare, giochi da inventare con gli amici e i compagni di scuola.

 Il divano sorvolò contadini intenti a raccogliere i frutti con tanta fatica coltivati nell’orto e i trattori che aravano i campi. Poi fece lentamente manovra rientrando in paese. In lontananza si intravedeva nuovamente il giardino della nonna di Luca. ” Guarda nonna ma quello là non è il nostro giardino ? Quanti bei giochi non gli avevo mai visti ! ”
” Ma come Luca ” Rispose sorpresa la vecchia signora sistemandosi gli occhiali sul naso ” Sono sempre stati lì sei tu che non ci hai mai giocato. Non ricordi che mentre tu guardavi i cartoni animati tuo papà e tuo nonno li costruivano insieme per te ? ” ” No, non mi ero mai reso conto di quanto fossero belli e di quanto lavoro hanno fatto per me ” La sua espressione adesso era cambiata era davvero dispiaciuta.

Il divano volando a bassa quota planava rientrando lentamente in giardino, si soffermò ancora sulla casetta di legno in fondo allo steccato sulla cui porticina in legno era scolpita la scritta Pluto davanti alla quale, legato con una lunga corda, se ne stava rannicchiato e con l’espressione triste e rassegnata, un cagnolino. Con il musetto abbandonato tra le zampine dormiva sull’erba.” Nonna ma quello è Pluto, non ho più giocato con lui era il mio cagnolino…” ” E’ ancora il tuo cane, Luca lui non si è dimenticato di te è sempre rimasto li ad aspettarti. ” Rispose la nonna stringendo al petto l’adorato nipote. Luca incominciò a singhiozzare disperato accorgendosi di quante cose aveva dimenticato e abbandonato e trascurato per quella triste scatola quadrata che c’era in soggiorno e che si chiama televisione e di quante cose lo attendevano la fuori ogni giorno all’aria aperta, i suoi amici, la natura… Il divano intanto aveva terminato la sua missione e planando lentamente in giardino, come un enorme gabbiano sgraziato, imboccò la finestra e si posò silenzioso in soggiorno e mentre Luca correva fuori a prendere il suo cagnolino, la nonna scendeva zoppicando su una ciabatta sola e metteva a scaldare un pò di latte caldo per la merenda.

Il giorno successivo a casa di Mr lampadina le lucciole robot stavano completando un delicando intervento su una macchina di nuova generazione che l’inventore stava finendo di mettere a punto quando il campanello suonò. Come al solito non aspettava nessuno e certamente non si aspettava quello che lo attendeva una volta che avrebbe aperto la porta. Quello che vide quando l’aprì, lo lasciò a bocca aperta. Davanti a lui c’erano la nonna di Luca con un gran sorriso, il suo nipotino con in braccio Pluto e dietro di loro niente popò di meno che… Udite udite… Tutto il paese ! E si perchè quando la notizia si diffuse, e la nonna di Luca ci mise davvero poco con il passa parola dato che tutti avevano il medesimo problema, tutti ma proprio tutti vollero un divano volante… E non solo, tutti da quel giorno iniziarono a fidarsi di Mr Lampadina a chiedergli le sue invenzioni e scoprirono che non era affatto un pasticcione anzi era un grande inventore. Mr Lampadina imparò a fidarsi delle persone e diventò molto più gentile, trovò tanti amici, più di quanti avesse mai potuto desiderare e non fù mai più solo … E poi ? E poi tutti  ovviamente vollero una casa Deludi Ladri Anti Sisma Brevettata anzi fù l’ivenzione del secolo !


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