Una storia, quella di Roberto e Mathias Gallo Cassarino, padre e figlio, che sa di buono perché parla di sport, valori, legame, educazione e disciplina.
Nasce dalla passione di Roberto per questo tipo di combattimento, maturata tanto tempo fa per i frequenti viaggi in Thailandia, travasata nel figlio Mathias che inizialmente non ne voleva sapere di diventare un protagonista della Muay Thai: <<Viviamo stabilmente in Thailandia da 7 anni – esordisce Roberto – anche se io vado e vengo da questa terra ormai da 30 stagioni. Mathias ne respira l’aria da quando aveva sei mesi. Grazie alla tecnologia sono sempre riuscito a curare anche di qui i miei interessi professionali. Ora sono ancora azionista di maggioranza dell’azienda di famiglia che opera nel settore dentale (produzione di microprese per dentisti e odontotecnici) ma la via quotidianità la spendo facendo il manager nella Muay Thai. Seguo da sempre Mathias ma da un po’ di tempo ho creato un team anche con altri atleti. Il più piccolo ha 11 anni ed è dotato di un gran cuore. Una disciplina, la nostra, nella quale occorre essere precoci. A 26-27 anni la carriera può dirsi già quasi conclusa. Bisogna pertanto arrivare al massimo a 21-22 anni>>.
Oggi Mathias ne ha 20 ed è una stella nascente: <<Di strada ne ha fatta molta, da quando partecipò al primo combattimento “pubblico” nel corso di una “Festa del Tempio”, appuntamento di carattere religioso paragonabile come atmosfera ad una nostra “Festa dell’Unità”. Durante la festa si prendono dei bambini a caso e si chiede loro se vogliono combattere. Mathias salì sul ring e provò quel primordiale combattimento. Una volta sceso disse che in futuro non avrebbe più voluto fare brutte figure e proprio per questo avrebbe voluto dedicarsi seriamente a quello sport. E così facemmo>>. Il primo combattimento vero di Mathias a quale età risale?: <<Aveva 12 anni – prosegue il padre Roberto – e scese dal ring vittorioso e malconcio>>. <<Ero tranquillo – ricorda Mathias – prima del confronto e non sapevo nel dettaglio a cosa sarei andato incontro. L’aspetto del divertimento era però in primo piano e ancora oggi rimane tra i principali nel mio percorso di crescita>>. <<Alla fine – riprende la parola il padre – lo riportai quasi a braccia a casa ma eravamo entrambi contenti per l’esito del match>>.
Oggi la Muay Thai è per Mathias un divertimento importante e professionale. Trattasi infatti di essere tra i protagonisti dello sport nazionale, a soli 20 anni e da straniero. Una bella soddisfazione?: <<Senza dubbio – risponde Mathias – poiché in Thailandia si è seguiti come delle vere attrazioni se si eccelle nella Muay Thai. Dopo le ultime vittorie la mia popolarità è aumentata, al pari della consapevolezza che ho acquisito circa le mie potenzialità>>. Dove vuoi arrivare?: <<Non mi pongo limiti perché farlo significherebbe, scusate il gioco di parole, “limitarsi”. Ho invece molti obiettivi, il principale dei quali è arrivare al massimo>>. Quali, ad oggi, le più grandi soddisfazioni di carriera?: <<Il successo ottenuto lo scorso 15 dicembre in uno degli stadi storici della Muay Thai, in diretta televisiva, e quello precedente contro il giapponese Nakamura, un big della specialità. Sapevo, fin da bambino, che un giorno o l’altro l’avrei dovuto affrontare, poiché siamo simili nel peso. Non nego che lo temessi. La mia vittoria, in parte inattesa anche per molti addetti ai lavori, mi ha dato grande fiducia e gioia>>. Gioie e sacrifici per essere al vertice. Quanto ti alleni al giorno ed hai tempo per curare altri interessi?: <<Mi alleno 6-7 ore al giorno – risponde Mathias – e quando non sono in palestra dormo o mangio. Difficile dedicarsi ad altro ma per ora va bene così. Sono felice e motivato>>. Nostalgia di casa?: <<Per nulla – sottolinea il padre Roberto – anzi inizio ad incupirmi quando penso di dover tornare in Italia (probabilmente succederà per il prossimo Oktagon di Milano in aprile n.d.r)>>.<<Ho ancora parenti e vecchi amici in Italia – precisa Mathias – e torno sempre con piacere anche se la mia vita è ormai qui. Sono perfettamente integrato e non mi manca nulla>>. Tra le armi in più di Mathias c’è anche quella di parlare perfettamente “Thai” e poter così rispondere alle tante domande dei media locali: <<A tal proposito – interviene Roberto – ricordo un bel siparietto recente di Mathias con protagonista un suo avversario e il giornalista del caso vestito in maniera buffa. Ciò è capitato nel corso di un talk-show di successo locale e il loro intervento è piaciuto molto al pubblico>>.
Come si segue un figlio e si riesce a portarlo a questi livelli?: <<Con discrezione – risponde Roberto – supervisionandone la crescita e affidandolo ai giusti allenatori. Ho sempre utilizzato questa linea e i risultati la stanno premiando. Stessa cosa sto facendo con gli altri componenti del team. Massima poi è sempre stata l’attenzione alla preparazione e ai dettagli. Mi piace pensare di aver portato e voler portare ragazzi normali ai vertici della disciplina. Non combattenti nati magari con la sete della rivalsa per essere cresciuti in difficili condizioni ambientali o familiari. Lo sport è anche è soprattutto educazione e rispetto. Valori fondamentali e imprescindibili>>. La forza di Mathias?: <<La sua giovane età. E’ già molto in gamba oggi essendo arrivato dove mai nessun italiano era giunto. In prospettiva, potendo ancora permettersi anche qualche sconfitta, non potrà che salire ancora!>>. Ora in Thailandia è sera, calano le luci del ring e della notte. Mathias e Roberto sono pronti a riposarsi, per ripartire, domani, ancora più forti e convinti.
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