IL "COOK'IN BOX" dell’editore GUIDO TOMMASI
Ai golosi dalla primavera scorsa il palato si è addolcito con l’ultima prova editoriale di Guido Tommasi, che , ha pubblicato “Muffins”, ricettario illustrato dello Chef padovano Nicola Pavan.Il libro ha formidabili fotografie di Sabrina Scicchitano e ogni pagina è dedicata alle tortine più amate del momento.Perché questa scelta: “si preparano velocemente, piacciono a tutti e si prestano a tantissime varianti, in versione dolce o salata, e si possono realizzare anche facendosi aiutare dai bambini”. Il libro - ricettario è un saggio - assaggio delle molteplici possibili combinazioni del tipico dolce del mondo anglosassone. Tutte ricette da far venire l’acquolina in bocca:: dai muffins classici a quelli con yogurt alle fragole e fragoline di bosco, da quelli a cacao e peperoncino a quelli a nutella e nocciole, passando alla versione salate con peperoni, cipolla rossa di Tropea e asiago o, magari, con taleggio e pere.
Sorprendente è anche la “guarnizione” del libro: in una scatola trasparente, la “Cook’in box”, in cui vi sono nove coloratissimi stampiniL’ autore – chef Nicola Pavan, pasticcere e chef a Londra, ha ideato queste ricette tenendo conto del palato italianoe usando ingredienti che comprendono anche pistacchi, fichi freschi, Marsala, basilico, pomodorini... Ma soprattutto ha modificato le dimensioni. Le sue ricette prevedono dei muffin - scones con misure minime per creare piccoli dolci da mangiare come dessert, aperitivo o a colazione (e qui sì che se ne possono mangiare 2, 3 magari tutti diversi!). In più la ricetta-basic dà la possibilità con una sola base di ottenere dolci differenti con ingredienti che permettonoanche il riciclo di frutta fresca e secca, miele, o cioccolato rimasti nella dispensa. Durante la lettura del romanzo Jane Eyre ho avuto la segnalazione di questa pubblicazione edita nella primavera 2011 e incuriosita sono andata a ricercare notizie.
Già nel 1717 Thomas Twining però aveva cambiato la destinazione di un locale pubblico di sua proprietà riservato alla vendita e alla degustazione del caffè (“coffee house”) per farne un luogo dove si poteva andare a bere un buon tè.
Ma mentre una vera signora non avrebbe messo mai piede in una ‘coffee house, destinata agli uomini, tutte le dame invece si precipitarono a frequentare il nuovo “tea room”.Five ‘o clock tea”divenne una social law , poiché intanto il prezzo del tè era diminuito e potevano acquistarlo persone di tutte le categorie sociali.
Accompagnato da pane col burro,da piccoli ‘scones’ con il latte versato nella tazza prima o dopo il tè senza meno anche Jane – Charlotte preparava questi piccoli dolci