“muffins” un libro a prova di ghiotto: epoca vittoriana in cucina

Da Simoeffe

IL "COOK'IN BOX" dell’editore GUIDO TOMMASI

Ai   golosi  dalla primavera scorsa il palato si è addolcito con l’ultima prova editoriale di  Guido Tommasi, che , ha  pubblicato “Muffins”, ricettario illustrato dello Chef padovano  Nicola Pavan.

   Il libro ha  formidabili fotografie di Sabrina Scicchitano e ogni pagina è dedicata alle tortine più amate del momento.Perché questa scelta: “si preparano velocemente, piacciono a tutti e si prestano a tantissime varianti, in versione dolce o salata, e si possono realizzare anche facendosi aiutare dai bambini”. Il libro - ricettario è un saggio - assaggio delle molteplici possibili combinazioni del tipico dolce del mondo anglosassone. Tutte ricette da far venire l’acquolina in bocca:: dai muffins classici a quelli con yogurt alle fragole e fragoline di bosco, da quelli a cacao e peperoncino a quelli a nutella e nocciole, passando alla versione salate con peperoni, cipolla rossa di Tropea e asiago o, magari, con taleggio e pere.
Sorprendente è anche la “guarnizione” del libro: in una scatola trasparente, la “Cook’in box”, in cui vi sono nove coloratissimi stampiniL’ autore – chef Nicola Pavan, pasticcere e chef a Londra, ha ideato queste ricette tenendo conto del palato italianoe usando ingredienti che comprendono anche pistacchi, fichi freschi, Marsala, basilico, pomodorini... Ma soprattutto ha modificato le dimensioni. Le sue ricette prevedono dei muffin - scones con misure minime per creare piccoli dolci da mangiare come dessert, aperitivo o a colazione (e qui sì che se ne possono mangiare 2, 3 magari tutti diversi!). In più la ricetta-basic dà la possibilità con una sola base di ottenere dolci differenti con ingredienti che permettonoanche il riciclo di frutta fresca e secca, miele, o cioccolato rimasti nella dispensa. Durante la lettura del romanzo Jane Eyre ho avuto la segnalazione di questa pubblicazione edita nella primavera 2011 e incuriosita sono andata a ricercare notizie.
 All’epoca vi era l’ abitudine ( scone e muffin sono proprio dell'età Vittoriana) di preparare per la servitù dei dolci   fatti con avanzi di pane, impasto per biscotti e patate e dimostrando che le cose semplici sono spesso le più buone. Ed in quel particolare periodo in cui è ambientato il romanzo, nasce il tè delle 5 del pomeriggio. Infatti quando Vittoria fu incoronata Regina nel 1837, una delle prime cose che ordinò fu “una tazza di tè” .In foglie era arrivato in Gran Bretagna nel XVI secolo dalla Cina, e, come merce da esportazione, tassato costosamente. E ciò consentiva solo agli aristocratici e ai ricchi di poterne fare un largo uso.

Già nel 1717 Thomas Twining però aveva cambiato la destinazione di un locale pubblico di sua proprietà riservato alla vendita e alla degustazione del caffè (“coffee house”) per farne un luogo dove si poteva andare a bere un buon tè.
Ma mentre una vera signora non avrebbe messo mai piede in una ‘coffee house, destinata agli uomini, tutte le dame invece si precipitarono a frequentare il nuovo “tea room”.
Five ‘o clock tea”divenne una social law , poiché intanto il prezzo del tè era diminuito e potevano acquistarlo persone di tutte le categorie sociali.
 
Accompagnato da pane col burro,da piccoli ‘scones’ con il latte versato nella tazza prima o dopo il tè senza meno anche Jane – Charlotte   preparava questi piccoli dolci





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