Magazine Cinema
Regia: David Lynch Anno: 2001 Titolo originale: Mulholland Dr. Voto: 7/10 Pagina di IMDB (7.9) Pagina di I Check Movies Acquista su Amazon
Per iniziare devo fare alcune piccole premesse. David Lynch mi sta sulle palle. Non è una mera questione di pelle, ma sta davvero sulle palle per come gira i suoi film. Cervellotici e auto gratificanti: il modesto avviso di uno spettatore qualsiasi che non è un critico professionista. Inoltre è più lento della moviola. Assurdo. Per guardare un film dall'inizio alla fine devi essere preparato e sapere cosa ti aspetta. Guaranà messo da parte e tanta buona volontà. Perchè allora Mullholland Drive se sapevo già come mi sarei posto nei suoi confronti? perchè avrei dovuto partecipare ad una lezione cinematografica su di esso, ma emule è stato troppo mulo così ho rinunciato. Ma provo ugualmente a dare un giudizio studiato e non approssimativo, cercando di mettere da parte sentimenti soggettivi che mi portano a non apprezzarlo totalmente. Sette è un voto alto per i miei standard, ma non è certo (ai miei occhi) un capolavoro o un'opera d'arte. Mulholland Drive è un thriller psicologico dove il tempo ha un valore fittizio ed in cui scene reali si alternano a situazioni oniriche o fantastiche, in un intreccio forse fin troppo caotico. Fortunatamente siamo preparati ad avere di fronte qualcosa di reale che si trasforma in una sinfonia di condizionali astratti e riusciamo a comprendere l'accaduto. Nessuno ci viene in aiuto e la linearità della trama è stuprata fin dalle prime battute. Betty, o Diane a seconda che si parli di realtà o messinscena freudiana altro non è che un disperato cuore infranto. Il dolore sta "tutto" qui e la proiezione idilliaca e spensierata di un'altra vita possibile è solo un'illusione onirica, una fantasia ormai irraggiungibile. Come si può vedere l'intreccio è un'autentica perla, di quelle che mentre arrivi da solo alla conclusione ti fanno accelerare il battito cardiaco... Peccato che la regia ci metta troppo del suo per impantanare ed infangare la linearità, sebbene frammentata, della storia. I silenzi prolungati, l'aggiunta di scene prolungate e fine a se stesse, lo schiaffeggiamento della razionalità rendono il film meno godibile di quanto potrebbe essere. Ed il bello (o brutto) è che tutta questa faccenda è voluta, così che nei circolini ci si compiaccia di ciò che è riuscito a fare (???). Quindi, non me ne voglia nessuno, ma creare qualcosa di articolato e stupefacente non sempre coincide con un prodotto da applausi. Se il soggetto è interessante (scritto anche questo da Lynch) è perchè riusciamo a vedere il dramma di Diane, massacrata dal fallimento (la prima parte vissuta attraverso un sogno) e dai sensi di colpa (la seconda parte rivista con i flashback). Una cosa a favore della regia devo dirla però: ha saputo prenderci per il culo. E' difficile infatti non credere alla razionalità della prima parte (il sogno) pendendo dalle labbra di Naomi Watts: ci mena per il naso e non ci accorgiamo che è tutta una fantasia. Subito dopo, il mondo di certezze si capovolge e siamo in grado di mettere a fuoco l'attenzione e cercare di prevedere la prossima mossa, Questa volta è più facile, i flashback sono rivelatori anche se temiamo un altro cambio di rotta. E mentre lo visioniamo ecco che rivediamo volti, situazioni, nomi, indizi, trapassi riversati nella mente. Ecco perchè quindi... Ecco guarda quella... Vuole vendicarsi su di lui... Scene disconnesse..E' come quando sogniamo noi stessi... Detto questo, resto dell'idea che il film potesse essere più veloce e realistico, e volutamente meno criptico o enigmatico per avere un successo maggiore, almeno da parte mia.
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