da qui
Se ci guardiamo allo specchio – quello dell’anima, naturalmente – di difetti ne troviamo tanti. E’ come quando osservi un’auto dall’esterno e poi la guidi: salta fuori la rigidità dei pedali, la legnosità dello sterzo – non vi dico quello della vecchia Micra -, l’angustia di certi abitacoli. Così, a stare dentro se stessi, ci si accorge di ciò che è impossibile notare dall’esterno, ma di cui ci si sobbarca come bestie da soma, muli di montagna. Il segreto lo conosciamo tutti: accettare le mancanze, accogliere le deficienze, amare l’imperfezione che è la pasta stessa della vita. Il male vero è il giudizio, sia nostro sia degli altri, l’occhio cattivo, impietoso, insofferente. Se il mondo precipita nel caos, invece di evolvere in fraternità, è a causa di uno sguardo di traverso, incapace di cogliere il bello della debolezza, la grazia struggente della fragilità.