“E’ morto come Zeppelin anni, lo dica, lo dica che è stato abbandonato dal Comune” protestano alcuni residenti di Borgo Loreto, in preda alle lacrime e alla paura: “Ci sono troppe persone senza riscaldamento: perché aiutano chi non ha bisogno e noi no”. Cesare Zovadelli, classe ‘57, deceduto stanotte nella casa popolare di via Cattaneo 3 a Borgo Loreto, si è meritato la stima di tanti, per il contegno educato e rispettoso, il tentativo continuo di lavorare, di resistere senza lamentarsi alle difficoltà più grandi. E’ perso la vita nel suo letto, sotto sei coperte, stamattina un vicino lo ha cercato, poi sono venuti i vigili del fuoco, i carabinieri, la polizia municipale, l’unica parente. Soffriva di tumore, forse – ma occorrerebbero accertamenti – è morto per un infarto, di stenti. Sul balcone della sua casa, al secondo piano di via Cattaneo 3, un alloggio popolare, si vedono ancora delle ruote di bicicletta: faceva il ciclista, si adattava a piccoli lavori temporanei, non chiedeva aiuto nemmeno all’unica parente, che nemmeno sapeva delle disperate condizioni di vita di Cesare. Pranzo alla Caritas e cena la sera con due panini e una tazza di latte offerti dai frati cappuccini del convento di via Brescia. Acqua calda in casa non ne aveva, si lavava con quella fredda, sempre, e manteneva costantemente un aspetto ordinato e curato. L’acqua la teneva in contenitori di fortuna, brocche, taniche, catini. Portava di persona le domande di lavoro nelle aziende, ultimamente però era rimasto senza lavoro e nemmeno aveva diritto alla pensione per l’età e i pochi contributi versati, per i contratti deboli e precari che ha sempre avuto. Era stato trovato più di due anni fa a dormire sotto i portici, vicino al canile di Cremona. In seguito ha avuto diritto a una casa popolare e presto gli sono state staccate le utenze. Non ha mai ceduto alla disperazione: ha lavorato per un periodo anche al cimitero, come tagliaerba, faceva anche lavori di fatica al mercato. In passato invece aveva prestato la propria opera alla Negroni. Un residente del condominio di via Cattaneo 3 ieri sera l’aveva visto bianchissimo, più magro del solito: Cesare Zovadelli diceva di non riuscire più a deglutire. Avrebbe dovuto ritirare nuovi esami proprio stamattina, dopo altri accertamenti sanitari recenti. La tragedia di Cesare Zovadelli continua nell’eco dei discorsi degli amici, delle persone del quartiere. Che avvertono che ci sono altre persone rimaste al freddo.
E dire che una sentenza del tribunale ha da poco stabilito che l’Aem non può staccare le utenze.
(www.telecolor.net)
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