E così il patto del Nazareno è morto … ci dicono!
A voler esser pignoli dovremmo fare un piccolo excursus: in principio ci fu detto che l’incontro del Nazareno del 18 gennaio 2014 tra Berlusconi e Renzi non produsse un patto, bensì un amichevole, ameno e felicemente “sintonizzato” scambio di cortesie.
Il povero Matteo, appena investito da Napolitano, non sapeva a che santo votarsi e per questo si sentì autorizzato a chiedere sostegno in Senato a un frodatore fiscale condannato ai servizi sociali e interdetto dai pubblici uffici.
Cosa normalissima e più che lecita dalle nostre parti, per il bene del Paese mica possiamo fermarci a guardare il pelo? Dunque quisquiglie e pinzillacchere, ma guai a definirlo patto! L’apertura di Renzi era rivolta a tutti, ma chissà come mai solo Silvio rispose alla chiamata, folgorato sulla via di Cesano Boscone.
A questo punto i ciechi camminavano e gli storpi vedevano, i Razzi si conservavano la pensione, le Santanché non ebbero più paura di tornare a fare le shampiste e gli Scilipoti potevano togliersi il cartello “Vendesi” dalle chiappe.
L’equilibrio era ristabilito. Tutto si era miracolosamente congelato, con il sentito e ottimistico auspicio di un celere ritorno all’ aurea era delle “vacche grasse”.
Il summit della vergogna al Nazareno era di tutto e di più ma non un patto, era piuttosto qualcosa che poteva oscillare tra i reati di “voto di scambio” “associazione a delinquere”, ma il termine patto era solo una fantasiosa invenzione dei media comunisti, da sempre disfattisti e malpensanti.
Da lì in poi se ne sono fatti passi avanti, i due piccioncini si sono visti altre volte: hanno discusso di leggi elettorali, di salvacondotti, di riforma del Senato, di leggi truffa sulla corruzione e sul falso in bilancio, ma come in tutte le storie d’amore assistiamo al sorgere dei primi dissapori.
Arrivano le dimissioni di Napolitano e bisogna eleggere un nuovo presidente della Repubblica. Berlusconi vorrebbe uno scelto tra una rosa di protoliberisti impresentabili, mentre il Paese chiede a gran voce un nome quatomeno decente tra la melma che lo sta soffocando.
Renzi avrebbe voluto anche accontentare il “pregiucato (sbarra) alleato” e mettere al Quirinale gentaglia del calibro di Casini o Amato; ma dopo che figura avrebbe fatto? I sondaggi già lo davano in caduta libera e con difficoltà teneva a bado la minoranza del suo partito. E va bene coglionare la nazione sparando minchiate, ma quando è troppo è troppo! A quel punto era necessario mostrare carattere e far capire chi è al comando … chiunque esso sia!
Sapientemente Matteo si guarda in giro e letteralmente bypassa nomi del calibro di Rodotà e Zagrebelsky – vuole un nome onesto ma non dei nemici in casa, strenui difensori della Costituzione – e scarta Prodi perché non gli conviene umiliare il suo amato Silvio proponendo per il Colle il suo più acerrimo oppositore, e “ripiega” quindi sul buon Sergio Mattarella, figura di garanzia ma storica colonna della Dc targata De Mita.
Per dare la triste notizia a Berlusconi Matteo utilizza tutto il suo tatto, non sceglie un consesso pubblico, bensì i due si vedono privatamente il 20 gennaio a palazzo Chigi, dalle 13.30 alle 15.30 circa.
Ed è in questo lasso di tempo che noi tutti presumiamo vi sia stata la fatale frattura tra i due!
Mattarella infine passa e la sua elezione ci viene presentata come un capolavoro di Renzi e del suo Pd. Il nuovo presidente ha un passato “quasi limpido” e doti a dir poco straordinarie, c’è chi sospetta addirittura taumaturgiche. Neanche lo stesso Mattarella sapeva di essere così bello, buono, bravo, onesto, benvisto e apprezzato – oltretutto militesente e automunito! Ma tutto questo tripudio in caciara, a ben vedere, non era rivolto soltanto al neo Presidente della Repubblica, ma andava anche – guarda caso – a restaurare “di riflesso” l’immagine Renzi , fatto passare dappertutto come il grande tessitore di questo presunto miracolo politico. Isomma tutta propaganda gratuita per l’homunculus corpulentus di Palazzo Chigi!
Per i media sembra che Renzi, con l’elezione di Mattarella, in un colpo solo abbia risolto i problemi del mondo, comprese le presunte esautorazioni di Berlusconi e Alfano.
Ecco le ragioni del dichiarato divorzio politico tra un Presidente del Consiglio non eletto in cerca di una maggioranza e un condannato. Ora quello che non era un patto lo è diventato, quelle che erano semplicemente profonde sintonie diventano veri e propri accordi sulle riforme e sul futuro del paese concordate “in privato” da un semplice segretario di partito, ex sindaco mediocre ma arrivista e un criminale che sta scontando la sua pena. Tutto lecito dunque, in qualsiasi paese democratico due privati cittadini – di cui uno pregiudicato – si possono permettere di decidere le sorti di un’ intera nazione. Chi non lo fa?
Ma siamo sicuri che l’ora assodato patto del Nazareno si sia davvero spezzato? Vista le coerenza e l’onestà politica e civile – ma anche penale – dei due firmatari io non sarei così portato a credere alle loro dichiarazioni.
Berlusconi cominciò la sua carriera politica nel 1994 promettendo un milione di posti di lavoro e firmò un contratto con gli Italiani dichiarando che se avesse fallito non si sarebbe ripresentato più, e invece è ancora qui dopo vent’anni con un tasso di disoccupazione che raggiunge il 40% , un paese in ginocchio e una sfilza di reati a suo carico.
Renzi, invece, si presenta a parole come un rottamatore in nome dell’onestà politica ma nei fatti mantiene arzilli e pimpanti gli usi e i costumi della vecchia casta. Dichiarò che sarebbe passato per le elezioni e invece incassa trenta denari e tradì l’abate Letta piazzandosi a palazzo Chigi. Affermò che chi abbandona il suo partito in parlamento per passare al nemico dovrebbe dimettersi e invece fa una campagna acquisti di parlamentari per trovare una nuova maggioranza che fa sfigurare i mercimoni storici di Berlusconi, e – ciliegina sulla torta – si allea con un criminale e la sua ciurma di scagnozzi per restare al governo del Paese.
Beh che dire… sono certamente dei campioni di coerenza. Se dicono che il patto del Nazareno è sciolto come si fa a non credergli?
Certo che da Teano al Nazareno ne abbiamo fatto di passi in avanti verso il nulla!
commenta:Muore il Patto del Nazareno ma non ci fanno vedere il cadavere
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