A novembre la metropolitana di Roma era tappezzata da manifesti altezza uomo raffiguranti questa copertina. Devo ammettere che l’immagine e il titolo mi hanno intrigata fin da subito, facendomi catalogare il libro tra quelli appartenenti al mio genere preferito (un ibrido tra romance e thriller); la casa editrice poi, Leggere Editore, è sinonimo di garanzia per chi ha gusti simili ai miei. E in effetti la bellezza e l’unicità di questo romanzo di Karen Rose sta proprio in questo: l’autrice riesce nella non facile impresa di intrecciare un ottimo thriller – di quelli alla Stieg Larsson per intenderci, tanto per citare il più famoso del genere – con un romance di tutto rispetto, per certi versi perfino troppo romantico e smielato, cui il pericolo corso costantemente dai protagonisti regala un tocco di eccitazione in più. La Rose va perfino oltre, osando un paio di scene di sesso piuttosto spinte e dettagliate, che sarebbero godibili se solo non sconfinassero così palesemente in una svenevolezza degna di un Harmony.In una trama che si ramifica in parecchie storie diverse, apparentemente estranee l’una all’altra e che depistano abilmente il lettore, un assassino psicopatico uccide le sue vittime utilizzando sofisticati strumenti di tortura medievali, al solo scopo di ritrarli negli angosciosi istanti della morte e fissare le immagini della loro sofferenza nella grafica di un nuovo videogioco pronto a essere lanciato sul mercato. Toccherà al detective Vito Ciccotelli (ecco, sui nomi avrei qualcosina da ridire…), bel ragazzo di origini palesemente italiane, dipanare una matassa di indizi che portano a una personalità folle, complessa ed estremamente pericolosa, che metterà in pericolo anche la vita del nuovo amore di Vito, la bionda archeologa Sophie. Sulla parte thriller niente da eccepire: narrazione eccellente, sintetica ed evocativa, che sa regalare la giusta dose di pathos e apprensione tenendo il lettore sulla corda soprattutto nel finale, quando la situazione precipita e poche ore in più o in meno possono fare la differenza, cambiando la sorte dell’ultima vittima. Sono sicura che questo libro piacerà sia ai fan della Cornwell che a quelli del giallo svedese tanto di moda ultimamente, anche per l’approfondimento psicologico dei personaggi, molto credibile, e per la naturale umanità dei caratteri.L’elemento innovativo rispetto a questi ultimi è senza dubbio l’approfondimento della storia d’amore tra i protagonisti, che, seppur perfettamente incastrata all’interno della trama, a parer mio non funziona fino in fondo. È poco credibile, eccessivamente smielata, e inoltre lo stacco di registro tra le due anime del libro è troppo netto, lascia il lettore un po’ spiazzato… voglio dire, è come passare dalla Cornwell a un Harmony, come se a scriverlo fossero state due autrici diverse! Peccato però, perché poteva essere un esperimento molto ben riuscito, in grado di mettere d’accordo due generi molto amati e raramente conciliati (e conciliabili). Tuttavia Muori per me rimane un romanzo intenso, godibile ed emozionante, adattissimo alla lunga estate che si prepara ma anche alle piovose serate di primavera da passare in casa.Ultima, piccola informazione che interesserò molto i fan del libro: questo romantic-suspance è il primo di una trilogia denominata "Daniel Vartanian", dal nome di uno dei protagonisti (gli altri due volumi si intitolano Scream for me e Kill for me).Il sito ufficiale di Karen RoseEcco il booktrailer: Qui potete leggere il primo capitolo!
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