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Musica e cervello: una mirabile simbiosi

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

Negli ultimi anni le Neuroscienze si stanno dedicando con passione, grazie alle nuove straordinarie possibilità diagnostiche e di ricerca (la Risonanza Magnetica Funzionale e PET in primis), allo studio del complesso rapporto musica-cervello nel tentativo di decifrarne i connotati anatomici e funzionali, e al contempo di esplorare le possibilità terapeutiche della musica.
La musica, guidandoci verso la riconciliazione con i nostri ritmi vitali smarriti, può favorire una rinascita, una metamorfosi nel modo di rapportarsi agli altri e alla vita. Pure, ancora oggi la musicoterapia stenta ad affermarsi come accettata terapia di supporto, mentre già Novalis asseriva: “Ogni malattia ha una soluzione musicale. Maggiore è il talento musicale del medico, tanto più breve e completa è la soluzione”.

I risultati di una ricerca scientifica sugli effetti della musica, condotta sui nati pretermine, ha riportato a fine 2009 l’attenzione del vasto pubblico sull’importanza della musica in genere, e di quella di Mozart in particolare, come strumento in grado d’influenzare le funzioni cerebrali.
Il sistema nervoso può paragonarsi ad una grande orchestra sinfonica con diversi ritmi, melodie e strumentazioni. Quando una parte del cervello viene danneggiata, i naturali ritmi cerebrali e del corpo ne sono disturbati e i neuroni possono attivarsi al momento sbagliato o non attivarsi affatto. La musica esterna, il movimento o le immagini possono contribuire a rimettere in tono la musica neurologica.
Nell’antica Grecia, Apollo era considerato il dio sia della Medicina che della Musica.
Nel libro di Samuele si narra: “Lo spirito del Signore si era allontanato da re Saul ed uno spirito malvagio di Dio lo aveva invaso”; “Davide prendeva la cetra e suonava con la sua mano, Saul trovava la calma”. Davide può essere quindi considerato il primo musicoterapeuta.
La funzione terapeutica della musica risiede nel suo potere comunicativo, nella sua capacità di aprire canali di comunicazione non verbali. Essa parla infatti il linguaggio delle emozioni e come tale svela il dolore e rivelandolo lo risolve.
Gli studi clinici in corso sugli effetti della musica dimostrano con sempre maggiore affidabilità come essa migliori la precisione dei movimenti fini, la deambulazione, il controllo della postura, ma anche lo stato di benessere affettivo e comportamentale nei malati affetti da alterazioni della sfera motoria (morbo di Parkinson, ictus, Alzheimer, sclerosi multipla, atassia, spasticità).
L’attività musicale si è anche dimostrata in grado di ridurre il livello di stress abbassando la concentrazione dei markers infiammatori e migliorando l’attivazione delle cellule “natural killer” del sistema immunitario. La stimolazione musicale incrementa inoltre il rilascio di endorfine, gli oppiacei naturali del cervello che hanno la capacità di diminuire il dolore e indurre un naturale buonumore.
La musica di Mozart è stata finora quella maggiormente utilizzata sia nelle sperimentazioni sui rapporti musica-cervello sia nella musicoterapia e si sostiene che con essa si ottengano i migliori e più costanti risultati in genere e nello sviluppo delle capacità cognitive in particolare (il così detto effetto Mozart, termine coniato nel 1991 da Alfred Tomatis).
È innegabile che la musica di Mozart possegga caratteristiche peculiari, che fanno di essa un universale luogo ideale di ritorno. Mozart stesso d’altronde ci aiuta a capire perché quando scrive: “..nella mia opera la musica è per ogni genere di ascoltatori, tranne che per quelli con le orecchie lunghe” (16 dicembre 1780).
Tornando allo studio realizzato dal Dipartimento di Neonatologia di Tel Aviv e pubblicato su “Pediatrics”: è stato verificato che la musica di Mozart diminuisce il livello di consumo di energia a riposo nei bambini sani nati pretermine. La riduzione del dispendio energetico a riposo può spiegare il motivo per cui questi bambini esposti alla musica guadagnano peso con maggiore facilità. In definitiva la musica può ridurre i tempi di permanenza in incubatrice.
Ma a testimoniare gli effetti benefici e sorprendenti dell'armonia mozartiana ci sono anche i rapporti sulla sicurezza nelle strade. La polizia di Christchurch, terza città della Nuova Zelanda, ha reso note le statistiche su crimini minori commessi nel City Mall, un quartiere commerciale dal 2009 allietato dalla musica di Mozart. L'effetto-sicurezza è stato immediato, con una drastica diminuzione della microcriminalità. E non è la prima volta che la musica è utilizzata per tenere lontani ladruncoli e attaccabrighe. All'inizio del 2000 nella cittadina di Tyne and Wear, nel Nord dell'Inghilterra, la musica di Mozart era stata diffusa dagli altoparlanti della stazione ferroviaria locale per tenere alla larga "i giovinastri che bighellonavano lì intorno". I responsabili della ferrovia locale con orgoglio hanno mostrato le immagini di una stazione "liberata" da ospiti indesiderati.
Come non andare allora col pensiero al “Flauto Magico”, estremo lascito mozartiano all’umanità, dove i due protagonisti Tamino e Pamina, nell’atto di affrontare le temibili prove iniziatiche, esclamano: ”Grazie alla potenza della Musica andremo con gioia attraverso le tenebre della morte”.


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