Se l’assessore alla cultura De Bona ribatte che la musica popolare non è stata certo trascurata a Cremona (“Caro Ferrari vada a vedere al Museo del Cambonino che cosa è nato in tema di musiche popolari!”, la replica sarà tremenda. Escono precedenti preoccupanti dalla penna, anzi dalla tastiera di Luca Ferrari. Che ne è stato della musica popolare al Museo della civiltà contadina del Cambonino?
“Un museo, appunto – ribatte Ferrari – affidato ad esperti di sicura competenza (Grasso e Padovan – un Baraban e un ex-Ciapa Rusa!), ma chiuso e impermeabile alla città e alla cultura locale…!
Non basta repertoriare partiture, esporre violini e pubblicare raccolte fotografiche… Dov’è la musica popolare a Cremona? Dove si suona? Esiste da qualche parte? La si sente vibrare? Gran parte dei residenti dello stesso quartiere Cambonino continuano addirittura ad ignorarne l’esistenza…
Per oltre dieci anni, solo per farle un esempio, io e Cesare Simonini (come associazione L’Artical… nome che forse dovrebbe dirle qualcosa) abbiamo organizzato e promosso un festival di musiche (L’Ostiano Music Celtic Festival) che ha attirato una media di 1000 spettatori (da tutta Italia) a serata con gruppi che nel nostro territorio non s’erano mai visti neanche in fotografia (dai Fairport Convention a Hevia, dai Calicanto ai Lou Dalfin).
Solo un piccolo particolare: nel 1999 proponemmo il progetto al Comune di Cremona con l’idea di collocarlo, appunto, nell’aia della cascina in cui si trova il Museo della Civiltà Contadina. Il progetto, all’epoca il responsabile del museo era Gregori (non ricordo l’assessore dell’epoca…) , non venne preso neppure in considerazione. Non una risposta…
Fummo così costretti a proporlo ai comuni limitrofi e quello di Ostiano si rivelò il più interessato che, con la Provincia di Cremona, finanziò appunto per undici anni il festival.
Solo un esempio tra i molteplici (desunto dalla biografia personale), di come la musica popolare (sull’accezione, comunque, sarebbe opportuno intendersi) ha avuto ed ha appunto considerazione a Cremona, “città della musica”…
Capisco che difendere l’esistente è una delle prerogative della politica, ma non voler ammettere che la politica culturale a Cremona (almeno in fatto di “musiche”) è assolutamente deficitaria (perché miope, settaria, elitaria) mi pare faccia un torto alla verità dei fatti…
In questo territorio, oltre a Stradivari e ai maestri della liuteria, Verdi, Ponchielli e Monteverdi – che come direbbe Bob Dylan “sono comunque già bell’e morti” – hanno cantato e suonato le sorelle Bettinelli (Ripalta Cremasca), il violinista autodidatta Giuseppe Bodini, il Duo di Piadena, così come continuano a cantare e suonare il Gruppo Padano di Piadena, I Giorni Cantati di Calvatone, Fabio Turchetti (patron del CPI) e Simona Maffini (autrice nel 2010 di un album di canti della tradizione cremonese)… oltre a musicisti ‘world’ come i salentini Khaossia, di recente in tour in America…
Luca Ferrari
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