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Ovazioni per la grandissima Patti Smith

Creato il 20 giugno 2015 da Dismappa

Applausi e standing ovation al concerto di Patti Smith per i 40 anni di Horses al Teatro Romano di Verona, Rassegna Rumors (direzione artistica Elisabetta Fadini).

Prima del concerto Patti Smith ha ricevuto un premio dalla Città di Veronain quanto "Ambasciatrice dell'amore e della bellezza dell'arte in tutto il mondo", consegnato dall'Assessore Anna Leso.

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Ovazioni per la grandissima Patti Smith

Un'artista che ha reso più bello il mondo e intelligentemente ispirato più generazioni di donne

Video Gallery Patti Smith / Horses

Galleria fotografica concerto Patti Smith

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RUMORS. Il grande ritorno per i 40 anni del disco "Horses"

Patti Smith, pubblico in delirio al Teatro Romano

Un'ovazione dietro l'altra per i celebri brani che la "sacerdotessa" ha regalato ai fans. Una targa della città le è stata consegnata dall'assessore Leso

sabato 20 giugno 2015 SPETTACOLI, pagina 51

Ovazioni per la grandissima Patti SmithUna ovazione dietro l'altra da parte di una platea al gran completo ieri sera al Teatro Romano: per Patti Smith un trionfo annunciato per "Rumors". Tornava dalle nostre parti a quasi dieci anni di distanza da un "Verona Folk" al Castello Scaligero di Villafranca. Il Teatro Romano era completamente esaurito già da parecchi giorni. Lei c'era già stata nel 1996, ai tempi di "Gone Again", e anche allora era stata un'esibizione indimenticabile. Ora, ovviamente, la regina della poesia rock ha i capelli ancora ribelli ma imbiancati, il volto segnato dalle rughe come una saggia pellerossa, gli occhiali da vista. Ma la ragazza che guardava con aria di sfida l'obiettivo di Robert Mapplethorpe dalla copertina di "Horses" è fiera e precisa come allora, e non ha perso un grammo del suo fascino a dispetto dell'età. Prima città italiana a consegnarle un premio istituzionale la targa della città le è stata consegnata prima del concerto dall'assessore ai Servizi Sociali Anna Leso: Verona ha voluto giustamente inchinarsi ad un'artista che continua a distinguersi per coerenza e urgenza espressiva, passionalità e carisma, strenua difesa del pacifismo e del potere della gente.Poi le celebrazioni per "Horses" e alcuni dei suoi più grandi hits, quelli che non possono mai mancare come "People have the power" e la versione di "My generation" degli Who. Sul palco insieme a lei, Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, storici compagni dal 1975 che hanno partecipato alle recording session di "Horses", il figlio Jackson Smith, alla chitarra e Tony Shanahan al basso che collabora con Patti dal suo ritorno sulla scena, dalla metà degli anni Novanta. In scaletta, dunque, "Gloria", cover del brano di Van Morrison, che apre il disco, "Redondo Beach" dal ritmo reggae, nato dopo una violenta lite con la sorella, i lunghi 9 minuti di "Birdland", suite di piano voce e chitarra. E ancora "Free Money", "Kimberly" dal tocco new wave, "Break it up", dove emerge la chitarra di Tom Verlaine, fino a "Land", vero capolavoro del disco, divisa a sua volta in tre momenti: "Horses", "Land Of a Thousand Dances"". E poi la mitica "Because the night" che scatena tutto il teatro.B.M.

Teatro Romano, Patti Smith la poetessa e i suoi "Horses"

Le canzoni dell'album simbolo, di cui celebra il 40° e le altre tappe di una straordinaria carriera

Con lei tre musicisti storici e suo figlio JacksonPer noi è l'appuntamento clou non solo del Festival Rumors Illazioni Vocali, ma di tutta l'estate musicale veronese 2015. Non a caso da tempo sold-out, e probabilmente Patti Smith avrebbe potuto riempire il Teatro Romano anche per più di un concerto. Benissimo ha fatto Elisabetta Fadini (direttrice artistica di Rumors, di cui è anche l'ideatrice) ad inserirla in una rassegna dedicata principalmente alle "voci". Quella di Patti è inconfondibile, di intensità straordinaria, capace di mille sfaccettature. Un po' come uno dei suoi eroi, Jim Morrison, Patti Smith viene forse più considerata come autrice per lei il termine "poetessa" è sicuramente appropriato che come performer. Errore, anche se magari oggi l'ex-ragazza del CBGB (il celebre rock club di New York) è, sul palco, un po' più "tranquilla"; perché Patti è anche e soprattutto grandissima rocker, pur non essendo strettamente parlando nemmeno una musicista provetta. Ma dai suoi esordi ad oggi, su disco e sul palcoscenico, si è sempre dimostrata anche interprete di assoluta eccellenza, all'altezza delle più accreditate voci di sempre nel settore.E poi, lo diciamo senza tentennamenti avendo avuto l'opportunità di ascoltarla live in varie e diverse occasioni (per esempio anche con Philip Glass per un recital in onore del suo grande amico Allen Ginsberg), sul palco Patti Smith è dotata di un carisma fortissimo, cui è difficile sfuggire anche per chi ha poca dimestichezza con la sua canzone. Forse solo Bob Dylan, non a caso un altro dei suoi incrollabili eroi (perché questo è il termine appropriato nel caso di Patti, artista che ha sempre vissuto di miti ed entusiasmi conclamati), ne è ugualmente dotato.Com'è ormai ampiamente noto, stasera alle 21 Patti Smith con la sua Band (i due "originali" Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, più l'ormai "veterano" Tony Shanahan al basso, e Jackson Smith, figlio di Patti, alla chitarra) eseguirà in toto l'album di debutto Horses, di cui si celebra nel 2015 il quarantesimo anniversario e di cui abbiamo ampiamente parlato in queste pagine. Ma ci piace ricordare almeno alcuni degli altri highlight di un percorso quasi impeccabile dal punto di vista discografico (forse solo appena sbiadito ma se lo può permettere nelle sue ultime prove, comunque mai con pesanti cadute di tono). E allora, se dovessimo scegliere, diremmo in ordine cronologico Easter del 1978, con l'hit assoluto Because the Night (scritta assieme a Bruce Springsteen) ed altri pezzi fenomenali come Space Monkey, Ghost Dance, Rock'n'Roll Nigger, 25th Floor. Wave del '79, è generalmente un po' sottovalutato dalla critica, ma la portò all'apice della popolarità nel nostro paese, contiene un lato A travolgente ed uno dei massimi capolavori di Patti, Dancing Barefoot. Dalla ricca produzione dell'ultimo ventennio opteremmo per l'eccezionale Gone Again del 1996 (un album intriso di morte - in quel periodo Patti era stata colpita da una serie incredibile di lutti tra familiari e amici ma contemporaneamente al dolore anche un inno alla vita, alla speranza, alla necessità di continuare con forza ancora maggiore) e il successivo Peace and Noise con pezzi memorabili come Waiting Underground e 1959. Twelve, uscito nel 2007, è un ottimo saggio della capacità interpretativa della Smith, che per l'occasione rilegge tra le altre canzoni di Jimi Henrdrix, Neil Young, Rolling Stones, Grace Slick dei Jefferson Airplane, Jim Morrison & Doors, Dylan, Kurt Cobain & Nirvana: un po' il pantheon dei suoi massimi punti di riferimento.Per quanto riguarda la bibliografia, ci piace ricordare Patti Smith Complete Canzoni, riflessioni, diari, tradotto da Massimo Bubola e pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2000. E l'autobiografico Just Kids, che la Feltrinelli ha pubblicato nel 2010, dedicato agli anni condivisi da Patti con Robert Mattlethorpe, l'autore della straordinaria foto della copertina di Horses.

Beppe Montresor


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