Considerata la risposta di De Bona – una difesa dell’imbarazzante status quo di una città in cui, praticamente da sempre, la musica è solo un’astrazione museale – non c’è molto altro da fare. Almeno fintanto che la politica delle istituzioni sarà questa…
Il gruppo padano di Piadena, finalmente!
Manca un progetto complessivo di promozione delle ‘musiche’, in particolare ‘popolari’ – che, forse più della liuteria, dell’opera e della classica, appartengono alla storia di questo territorio (Sorelle Bettinelli, Giuseppe Bodini, Gruppo Padano di Piadena, Giorni Cantati di Calvatone…), per lo meno recente.
A Cremona, ad esempio, esiste da qualche anno un’etichetta discografica/agenzia, il Consorzio Produttori Cremonesi (CPI), che promuove un’idea assolutamente originale per la cultura della città: far incontrare musicisti locali e stranieri su repertori originali e della tradizione per ripensare creativamente alla storia locale e farla conoscere nel mondo.
Quanti la conoscono? Le istituzioni ne sono a conoscenza? Perché non sostenerla e promuoverla dovunque?
Questa del CPI è una delle tante, piccole realtà locali che esistono già! Non c’è bisogno che si facciano avanti e pietiscano le attenzioni della politica che ha il DOVERE di conoscerle!
Più volte ho scritto su questo blog che esiste una cultura ‘alternativa’ all’establishment che chiede spazi di espressione e opportunità vere.
Si tratta solo di volerla sostenere, rivoluzionando la logica fallimentare ormai consolidata nel tempo che muove da luoghi comuni assunti in qualità di assiomi indiscutibili: la liuteria, il volino, Stradivari come volani della cultura che, si sostiene, apparterrebbero alla nostra storia. Una Storia che però è stata molto di più e molto altro e che non è detto debba avere un appeal minore…
Luca Ferrari
0.000000 0.000000