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Musikfest Stuttgart 2014 – Hans-Cristoph Rademann e la musica sacra

Creato il 14 settembre 2014 da Gianguido Mussomeli @mozart200657
Foto ©Holger Schneider

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Uno dei punti principali nei cartelloni della Musikfest Stuttgart è costituito dai concerti di musica sacra. Da sempre, questi appuntamenti sono i più seguiti dal pubblico e fanno registrare regolarmente il tutto esaurito. Per un ascoltatore italiano, fà sempre una grande impressione vedere l’ attenzione e la concentrazione  con cui il pubblico tedesco segue questa musica, che costituisce un patrimonio culturale con cui la gente si identifica in pieno. Certamente, alla base di tutto questo ci sono ragioni di identità e tradizione religiosa, tramandate dalla grande eredità del canto corale che costituisce uno dei punti salienti della cultura musicale di questo popolo. Del resto, la Bachakademie è stata fondata da Helmuth Rilling proprio con lo scopo di proporre e divulgare la conoscenza del grande repertorio sinfonico-corale tedesco e, per quanto mi riguarda personalmente, seguendo le stagioni musicali di questo sodalizio ho avuto la possibilità di approfondire la mia conoscenza di un repertorio che in Italia si può ascoltare solo saltuariamente. Ciò premesso, veniamo a parlare degli appuntamenti concertistici con la musica sacra affidati ad Hans-Cristoph Rademann nel secondo cartellone affidato alla sua gestione artistica.

Ho avuto modo di parlare già diverse volte di questo musicista, uno dei migliori direttori di coro attivi in Germania, musicista di scrupolosa preparazione filologica e attento come pochi all’ analisi coloristica e alla massima evidenziazione di tutti gli aspetti testuali delle musiche da lui affrontate. Nel concerto di apertura dellla serie “Sichten auf Bach”, in una Stiftkirche gremita in ogni ordine di posti, Rademann ha eseguito tre delle più famose Kantaten di Bach del periodo di Leipzig, dandone una lettura davvero esemplare per accuratezza di analisi, bellezza di colori e perfezione nel rilievo dato alla parola. Sotto la sua direzione, la Gächinger Kantorei ha fraseggiato in maniera splendida e ispirata, con un’ accuratezza nell’ articolazione che consentiva di gustare appieno tutte le sfumature dei testi, splendidamente assecondata dall’ accompagnamento strumentale del Bach Collegium Stuttgart. Eccellente anche la prova dei solisti, il soprano Johanna Winkel, stilisticamente ottima e fraseggiatrice scrupolosa, il giovane mezzosoprano Susanne Langner, il tenore Julian Prégardien e il basso Peter Harvey. Il pubblico ha seguiti l’ esecuzione di questi capolavori bachiani con assoluta concentrazione e il successo è stato vibrantissimo.

Foto ©Holger Schneider

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Alcuni giorni dopo, nella splendida Stadtkirche di Bad Cannstatt, capolavoro di architettura gotica che si trova al centro di uno dei più bei quartieri di Stuttgart, Rademann ha portato il Dresdner Kammerchor, complesso da lui fondato nel 1985 e divenuto nel tempo una tra le formazioni corali più accreditate a livello internazionale, per eseguire insieme alla Dresdner Barockorchester una selezione delle Symphoniae Sacrae III di Heinrich Schütz, uno dei capolavori assoluti della letteratura sacra tedesca. Scritta poco dopo la conclusione della Guerra dei Trent’ Anni, questa raccolta di inni sacri è uno dei migliori esempi della scrittura opulenta e fastosa che caratterizza le musiche sacre di questo particolare periodo storico. All’ ascolto, la tecnica compositiva di Schütz stupisce ancora oggi per la modernità incredibile di certe soluzioni timbriche e armoniche e il fervore appassionato delle melodie. Hans-Cristoph Rademann è un conoscitore profondo della musica sacra di Schütz e proprio con questi complessi ne sta realizzando un’ incisione discografica integrale, che dovrebbe essere completata nel 2017 e i cui CD finora pubblicati hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti dalla stampa specializzata. Dopo l’ ascolto diretto, non posso che confermare questi giudizi favorevoli per un’ esecuzione ispirata, avvincente per la bellezza delle sonorità e la cura dei particolari, premiata da ovazioni entusiastiche da parte di un pubblico che gremiva la chiesa in tutta la sua capienza.

Foto ©Holger Schneider

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Come da tradizione, anche quest’ anno Rademann ha presentato uno dei grandi oratori di Händel; dopo lo splendido Israel in Aegypt dello scorso anno, il direttore sassone ha scelto di eseguire il Solomon, uno dei vertici assoluti nella produzione del compositore di Halle. Per questo concerto, la Gächinger Kantorei era accompagnata dalla Freiburger Barockorchester, complesso fondato alcuni anni fa da ex studenti membri della Junge Deutsche Philharmonie e rapidamente impostosi all’ attenzione del pubblico internazionale come una delle formazioni più accreditate nel campo della prassi esecutiva storicamente informata, per la bellezza sonora degli impasti e la scrupolosa preparazione filologica. Anche in questo caso, il pubblico è intervenuto in maniera cospicua e la Liederhalle era completamente piena di spettatori che hanno applaudito in modo convinto un’ esecuzione guidata da Rademann in modo avvincente, con fraseggi di magnifica grandiosità e perfetti per equilibrio e respiro melodico, oltre che per sapienza nel mettere in risalto tuti gli aspetti strutturali del testo. Tra i solisti, da segnalare la splendida prestazione del mezzosoprano Anke Vondung, che cantava i ruolo del protagonista e ha impressionato per sicurezza nelle agilità e capacità di fraseggiare in modo vario e dettagliato. Eccellente anche la prova dei due soprani, Johanna Winkel come Queen e Second Woman nella scena del giudizio e Susan Gritton che cantava la First Woman e la Queen of Sheba, entrambe fraseggiatrici autorevoli e ispirate. Buone anche le prestazioni del tenore Lothar Odinius come Zadok e del basso Peter Harvey nel ruolo del Levite. Complessivamente, tutte voci di buona proiezione sonora e capaci di rendere con sicurezza tuti gli aspetti della scrittura vocale händeliana. Ma su tutto si imponeva la lettura d’ insieme data da Rademann, che ha dato di questo capolavoro un’ interpretazione di livello assoluto per profondità di lettura e sapienza stilistica. Come ho già scritto più volte, la vita musicale di Stuttgart ha acquisito con Rademann una presenza preziosa e importantissima.



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