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Muti dirige a trieste "le vie dell'amicizia"

Creato il 14 luglio 2010 da Cetoniadorata
Italia, Slovenia e Croazia riunite assieme a Trieste nella splendida cornice di Piazza Unità. I tre presidenti Giorgio Napolitano, Danilo Türk e Ivo Josipović si sono ritrovati in occasione dello splendido concerto "Le vie dell'amicizia", diretto dal maestro Riccardo Muti che, per l'ennesima volta, ha ribadito la potenza del linguanggio universale della musica. "I ragazzi sloveni - ha detto Muti - hanno suonato con la stessa enfasi l'inno italiano, come i croati quello sloveno. Queste sono cose che nella musica succedono. Non è una novità".
Il concerto è iniziato puntualissimo alle 21.30. Muti è salito sul palcoscenico dal lato sinistro e subito ha eseguito i tre inni nazionali cominciando da quello italiano, poi sloveno e infine croato (il più lungo dei tre). Il programma prevedeva "Libertas Animi", improvvisazione su un madrigale di Iacobus Gallus (1550-1591) da Himna Evropske Slovenije (Inno alla Slovenia europea) di Andrej Misson (1960); "Himna slobodi" dalla Pastorale per coro e orchestra Dubravka op.13 su testi di Ivan Gudulić di Jakov Gotovac (1895-1982); e il sontuoso "Requiem in do minore per coro e orchestra" di Luigi Cherubini (1760 - 1842). La rete di sicurezza stagliata attorno all'intera piazza ha sorvegliato perfettamente anche le zone circostanti. Si temevano infatti possibili dimostrazioni anti-slovene di certa fetta di triestini estremisti che, per fortuna, hanno avuto il buon gusto di astenersi. Anzi, uno dei dimostranti della mattinata, maestro di siffatte polemiche, ha preferito presenziare come crème nelle riservatissime file rosse della platea della Trieste-che-conta, dimenticando i bollenti rancori istriani.
Ma i triestini non hanno comunque mancato di contraddistinguersi per la loro "baldanza". Schierati come agguerriti loggionisti della Scala nelle prime file delle seggiole della zona libera, immediatamente dietro a quelle riservate (e recintate) della zona rossa, in postazione già dal pomeriggio per difendere il seggio,  alla fine dell' Introitus et Kyrie del Requiem di Cherubini, hanno dato la stura alla loro performance con un coro con sbuffate, sibili stizziti e "silenzio!" contro tanto enfatici ascoltatori che, rapiti dall'ascolto, hanno osato battere le mani tra un tempo e l'altro. Codesto applauso (proveniente dalla fascia posteriore della piazza) ha letteralmente scompesato i severi spettatori triestini delle file free iniziali, fermi all'epoca di Toscanini  e del tutto intolleranti verso chi viola la regola ferrea che tra un tempo e l'altro della stessa composizione non si applaude.
Per fortuna l'etichetta invece è assai permissiva quando si tratta di un evento popolare all'aperto, eseguito per gli animi di tutti. Le trasgressioni, compresa la salita sul palcoscenico dei tre presidenti, sono state graditissime dai musicisti, che a fine concerto, diretti dallo stesso Muti, hanno contraccambiato gli applausi per spettatori e città, concedendosi in maniera molto spiritosa anche qualche lazzo da stadio.

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COMMENTI (1)

Da MESSUNA PACIFICAZIONE PER IL CONCERTO DI MUTI
Inviato il 29 luglio a 17:59
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«Nessuna pacificazione per il concerto di Muti»

il Piccolo — 19 luglio 2010 pagina 10 sezione: TRIESTE

«Le cerimonie dei tre presidenti, svoltesi all’ex Hotel Balkan e al monumento all’Esodo, non hanno costituito un atto di pacificazione ed è patetico che si continui a indicarlo come tale». Questo il commento del presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota, in calce alle manifestazioni di martedì. Dopo aver rimarcato “la totale assenza di gente”, Lacota ha affermato che “si sarebbe invece registrata una massiccia presenza di esuli in un luogo diverso, cioè alla Foiba di Basovizza. Tutto questo – ha aggiunto - è stato un chiaro segnale del rigetto di una simile cerimonia da parte dei triestini e degli esuli istriani, contrariamente a quanto evidenziato dal presidente della Federazione delle associazioni degli esuli, Renzo Codarin, e di quello dell’Anvgd, Lucio Toth».. L’Unione degli Istriani, in un comunicato, si rammarica come “la causa della magra accoglienza riservata da Trieste al Presidente Napolitano sia riconducibile a proposte nate da esponenti nominati nel panorama associativo della diaspora giuliano-dalmata». Il presidente dell’Unione ha poi annunciato che, a breve, “saranno resi noti i risultati di un sondaggio che sconfessano quelli fuorvianti presentati da Anvgd e dal Cdm». ML