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My paraguru side, solo un pezzettino...

Creato il 10 novembre 2011 da Stimadidanno
(Quando mi piglia la modalità guru sono anche un po' ridicola, se non reggete queste cose...a domani.)
Sono un'altra persona da quando ho iniziato a praticare yoga - poi tai chi - ora di nuovo yoga.
Molte cose sono successe da quando ho messo i piedi in Tartuca, sei anni fa.
Ne parlavo qualche settimana fa con Silvia, del blog Le cose belle sono lente, che gestisce un centro ricreativo molto simile. Ci sono luoghi magici dove ci si sente a casa, dove si entra in contatto con la parte bambina e si sperimenta senza pregiudizi. Sono luoghi del superfluo, se si vuole, ma io non potrei più farne a meno.
Poi, che si sferruzzi o si pratichi un'arte marziale o si stia accoccolati sul pavimento, poco importa.
Molte persone non hanno bisogno di uscire per tutto questo.
Io non potrei praticare a casa, sono troppo pigra, mi distraggo. Ho bisogno di un gruppo e di un insegnante.
Quell'ora e un quarto strappata al mio quotidiano, in una delle giornate più lunghe e più impegnate della settimana, è già pratica, prima ancora di iniziare la lezione. Significa tempo che mi regalo, uno strappo che faccio a tutto il resto di me (G., M, la casa) per me sola. Quando torno, a volte G. dorme già, altri giorni mi chiede con lo sguardo da cucciola se la prossima volta posso tornare prima. In quei casi io sono talmente in stato di grazia che non mi sento in colpa, le faccio un extra di coccole e so che si addormenterà serena. Nessun trauma, il mondo non cade se rientro alle 21.30. Magari per voi è scontato, per me non era così fino a poco tempo fa.
Ma divago.
Tai Chi mi manca, su di me aveva il potere di darmi una botta di energia dopo ogni lezione. Mi ha portato conseguenze davvero imprevedibili e tanta curiosità intellettuale, nuove chiavi di lettura di quello che stava intorno a me e delle situazioni critiche ed anche un vero e proprio sblocco espressivo (questo sproloquio ne è ancora un risultato), relazionale, creativo.
Con Tai Chi mi sono riscoperta persona, oltre che mamma, e ne avevo proprio bisogno.
Chiamiamolo ri-equilibrio, fusto di albero che fruscia al vento, fioritura.

My paraguru side, solo un pezzettino...

Gli anni settanta, acrilici e marroni


Ora con lo Yoga mi regalo l'abbandono in profondità.
Nella mia esperienza, è una pratica fortemente legata alla maternità:
- prima, per gestirne il desiderio frustrato: ho incominciato ad ascoltare il mio corpo, tutto, senza pretendere di guidarlo con la testa e la volontà; sono stata meglio e ho preso decisioni sagge...
No, non sono rimasta incinta attraverso lo yoga (mi viene in mente NinaCerca e la sua rubrica dei consigli non richiesti!), ci tengo a precisarlo. Però mi è servito per centrarmi su tutta la faccenda, che stava diventando dolorosa.
- durante, per un contatto profondo con la mia bambina; ne ricordo ancora le sensazioni e lo suggerisco, per chi può
- poi, per le prime attività extra-G.: ho ancora il ricordo delle lezioni del sabato mattina, il momento del rilassamento finale in cui o dormivo - esausta - o sentivo il mio seno gonfiarsi, pronto per la poppata.
Rispetto a Tai Chi, lo yoga è una pratica per me più semplice, fisicamente più congeniale; sto ritrovando i movimenti, la respirazione sa da sola come procedere, la mente è libera di concentrarsi sulle sensazioni, dato che il corpo esegue docile.
Andare a fondo, approfondire.
Questo fa meno parte di me, ora. Ho esplorato molte strade ultimamente, ho allargato la trama delle idee e conosciuto nuove persone; mi serviva, mi ha fatto molto bene.
Ora è arrivato il momento di raccogliere, raccogliersi, per crescere poi.
Riconosco alcuni echi di quello che è stato e ne sono turbata.
Raccolgo questa sfida con un certo timore, che i cambiamenti - anche se interni - non sono roba da poco.
Chiamiamolo inverno, ventre, terra, radici.
Per chi non ha mai praticato e vuole farsi un'idea, segnalo il blog di Ylenia, Il tempio della crisalide.
Lei è un'insegnante e mi piace il suo approccio:  non si limita a proporre le singole asana - cosa che, secondo me, mette in evidenza un aspetto ginnico/acrobatico che porta a travisare lo yoga - ma illustra le sequenze di movimenti, così come è realmente strutturata una lezione, fornendo spiegazioni essenziali che toccano i vari aspetti della pratica: c'è tutto, senza esserci troppo.
Che il resto, tutto il resto, ce lo mette chi pratica.
(i siti/le persone dentro ai siti che ho citato non mi hanno chiesto di farlo, non sono nemmeno informate di questo post; dopo il mio sproloquio del tutto soggettivo, mi sembra corretto indicare dei professionisti e questi sono quelli che ho incontrato sulla mia via, reale e virtuale)

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