My two cents
A Milano sabato è successo un fatto orribile, un incubo senza alcun senso. Una tragedia che non ha una
spiegazione, deplorevole, sbagliata, insanguinata.
Voglio che sia chiaro: io non la giustifico, non c'ho mai nemmeno pensato.
Un pazzo che prende un piccone ed uccide tre ignari passanti; un pazzo, appunto, pure se fosse nato a Vercelli invece che nel Ghana.
Ma invece di biasimare l'evento in sé, certa solita stampa e certi soliti partiti si sono buttati a capofitto sulla faccenda. Non sul padre di famiglia che stermina i suoi cari, fatto altrettanto
aberrante.
No, meglio far leva sull'uomo nero che potrebbe uscire dall'armadio e sterminarci tutti.
Attenti!
Passi ciò che scrive Libero o il Giornale, ma su Facebook è diventata la sagra dell'imbecillità e del razzismo. Che poi, a ben vedere, sono due sinonimi.
Tutto ha radici non troppo lontane e trova la sua miccia nella nomina di Cécile Kyenge a Ministro per l'Integrazione. Che, come prima
dichiarazione, urla la necessità dello Ius soli.
Fumo negli occhi per la Lega (o quel che ne resta), che prima non capisce, poi cerca nel Bignami di Diritto del Trota e s'incazza. Dare la cittadinanza italiana a tutti coloro che nascono sul
suolo italiano? Anatema! Noi italiani siamo solo quelli presenti sul territorio da generazioni, con un pedigree da mammoni e mangiatori di pasta arruffoni certificato in triplice copia, sennò
nulla! Ma scherziamo!
E paradossalmente l'evento orribile di Milano sembra aver legittimato l'ignobile partito de l'Italia agli italiani. Bel lavoro abbiamo fatto finora, sìsì, complimentoni.
Io la penso in modo ben diverso e mi sono espressa già molto tempo fa.
Siamo un paese vecchio, sterile, in cui gli over settanta detengono il potere tra mani incartapecorite, che non è più aderente alla realtà e vive scollato in una realtà da Carosello che non può
più permettersi.
Volente o nolente l'Italia è diventata un paese meticcio e multietnico, che si regge anche sul lavoro di chi non vanta nonni italici. Il piastrellista albanese, la badante filippina, il corriere
del Bangladesh e il facchino peruviano vivono la nostra quotidianità, mandano i loro figli alle nostre scuole e pagano le tasse come noi.
Cosa li rende diversi?
Se mai un giorno avrò dei figli vorrei per loro una società che profumi di pasta all'amatriciana e couscous, di tandoori e di pizza. E di tanti altri odori che loro dovranno scoprire giorno per
giorno, mano nella mano con chi ha origini lontana, ma anche vicine.
Sono idealista?
Forse, non lo so.
Certo è che stasera mi sento molto scoraggiata.
Sto diventando sempre più intollerante con gli intolleranti, gli stessi che poi si riempiono la bocca di parole la domenica in Chiesa e buttano la monetina nell'obolo per far comprare la Golf al
prete.
Io, francamente, la mia monetina me la tengo per altre occasioni...