No. 9 - There must be but one detective--that is, but one protagonist of deduction--one deus ex machina. To bring the minds of three or four, or sometimes a gang of detectives to bear on a problem, is not only to disperse the interest and break the direct thread of logic, but to take an unfair advantage of the reader. If there is more than one detective the reader doesn't know who his codeductor is. It's like making the reader run a race with a relay team.
(N. 9 - Ci dev'essere un solo investigatore autorizzato a trarre le conclusioni, un solo deus ex machina. Impiegare i cervelli di tre o quattro o un'intera banda di investigatori per trovare la soluzione al problema, non solo disperde l'interesse e spezza il filo della logica, ma dà all'autore un vantaggio scorretto sul lettore. Se c'è più di un investigatore, allora il lettore non è più in grado di distinguere chi è il suo avversario. Gli tocca correre da solo contro una staffetta.)
Su questa regola sono d’accordo al 120%.
Non si discute proprio. I polizieschi che ho letto nei quali indagavano attivamente più persone, spesso si sfilacciavano lungo la strada in una miriade di sottotrame e sottoindagini: un esempio per tutti, Meglio morti di Fois, dove l’autore perde chiaramente il controllo del mezzo che sta guidando e sbanda paurosamente in vari punti della trama, lasciandoci una gran confusione in testa ogni volta che riprendiamo in mano il libro (e questo chi è? Il brigadiere? Il procuratore? Il giornalista?...).
Diverso il caso di Ellroy, che in L.A. Confidential fa suo sia il punto di vista del poliziotto perfettino e idealista, Ed Exley, che di Bud White, quello violento ma onesto, finendo per far confluire (troppo tardi) le loro scoperte personali in un’alleanza finale, dopo che per tutto il romanzo i due si sono detestati.
Qui l’operazione riesce bene perché nel frattempo il narratore ha mostrato a tutti i livelli la corruzione della polizia losangelina, le infiltrazioni criminali, e il conflitto personale tra i due investigatori è vero, credibile, i due si ostacolano involontariamente e il finale aumenta di climax anche grazie a quell’elemento. Ma siamo nell'ambito del noir, non del giallo classico.
Inoltre, per fare un Ellroy, bisogna essere Ellroy. La gente normale, se vuole scrivere un romanzo di media lunghezza, diciamo sulle 300 pagine, non può permettersi più di una mente pensante. In primo luogo per il problema del punto di vista, che non può cambiare di continuo al prezzo di disorientare il lettore, in secondo luogo perché il lettore ha umanamente bisogno di identificarsi in qualcuno. Diamogli, nel noir, un cattivo in cui identificarsi: e va bene. Diamogli, nel giallo classico, un investigatore in cui credere, e va bene anche così.
Ma non diamogliene troppi, perché gli faremo venire il mal di testa.