Il governo keniano si appresta ad aprire una missione diplomatica ad Hargeisa, capitale della regione semiautonoma del Somaliland.
La notizia giunge nel giorno del ventitreesimo anniversario dell’autoproclamata indipendenza della regione settentrionale, i cui rapporti con Mogadiscio – che non ha mai riconosciuto la scissione – sono al centro di delicati negoziati diplomatici.
Il portavoce del ministero degli Esteri di Nairobi, confermando l’apertura di una prossima missione diplomatica a Hargeisa ha aggiunto che le autorità del Somaliland hanno accettato a loro volta di aprire una sede in Kenya.
Il responsabile ha aggiunto che l’ufficio non corrisponde ad un vero e proprio consolato.
In risposta alle critiche mosse da più parti a Mogadiscio sulla questione, il portavoce del ministero keniano ha precisato che “il Kenya riconosce l’esistenza di un unico governo in Somalia” e che la decisione di scambiare dei rappresentanti con Hargeisa “risponde alla sola esigenza di garantire dei servizi ai circa 3 milioni di abitanti che vivono nella regione e ai somali originari del Somaliland in Kenya”.
La rivista ‘Africa Report’ segnala che il presidente del Somaliland, Ahmed Mohammed Silaanyo starebbe per lanciare una massiccia campagna diplomatica per ottenere il riconoscimento del Somaliland a livello regionale e internazionale.
Per questo diversi ministri del suo governo avrebbero intrapreso, negli ultimi mesi, visite nei paesi arabi per ottenere consensi e sostegni in vista di un futuro riconoscimento diplomatico.
Gli aiuti economici del mondo arabo (emirati) e la vicinanza confessionale sul piano della religione significano parecchio per il Somaliland che, a differenza di Mogadiscio, sa giocare molto bene le sue carte. E da sempre.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)