Magazine Diario personale

"Naked as we came"*

Da Whitemary
Avverto dolcezza e i muscoli si distendono. 
Il terreno è umido e frammentato, l'equilibrio precario. Penso. Vorrei dare una cadenza alle immagini che mi si presentano, vorrei essere abbastanza. La pelle abbraccia la sua nudità, le mie mani tamburellano sul nulla. Una bolla inesistente tiene insieme ogni frammento. Nessuno spazio per l'ovvietà, la ricerca di un senso è il motore. La scoperta stenta ad arrivare: l'ultimo angolo prima della svolta è ancora inaccessibile. Tornano le mie mani, torna la pelle. Ciocche di capelli e ciuffi d'erba. C'era una volta la rivelazione. Oggi non c'é più coraggio. La sensibilità cammina lenta, ma arriva al cuore. B.*Iron and Wine

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