Lo senti questo odore d’estate? Che non importa se domani torna il gelo, basta che si faccia meno freddo, anche solo per un giorno, e lui sale dalle pietre della strada, è come un sudore dal petto quando sei accaldato. Siamo a Napoli e per un attimo, ingannevole, mi e’ sembrata Palermo. Basta pochissimo per tirare fuori le giacche leggere, abitare i marciapiedi dei bar, fumare in balcone e dare indicazioni a chi, come noi, inciampa sui lavori in corso di un pezzo di palazzo crollato e perde la strada, sentire l’odore di piscio senza che sia ammazzato dal freddo o ostentato dalla calura mischiato ai calcinacci. Il sud sa tantissimo di calcinacci, lo stesso odore delle città del dopoguerra. È stato trattenuto. La guerra si annida ancora nei vicoli.
E’ tutto lievissimo qui, non c’è ancora alcuna strafottenza, ma niente riesce a resistere. Non si attende alcun consolidamento. Nessun prontipartenzavia.
Siamo scesi con A. per una strada di ciottoli irregolari, una strettola come recitava la pietra. Un muro alto e scorticato nascondeva un albero di mandarino e altre piante. C’e’ sicuramente un giardino d’inverno, ben celato dove si consumano nuove infanzie. Siamo scesi. A Napoli si scende di corsa verso il mare. Per un attimo siamo stati altrove. Non qui.