Strano mondo quello della politica – quella con la p minuscola, la p di parassitismo – fatto di annunci, rivelazioni, promesse al limite del
Foto Presidenza della Repubblica
credibile. Una specie di «isola che non c’è», un luogo in cui alcune persone si rifiutano di crescere nella dura realtà per essere cullate in mielose balle fatte passare per verità, confezionate da abili demiurghi plasmatori di parole e di folle. Dire e promettere l’impossibile per rendere mansueti gli elettori nella speranza che questi si affidino ciecamente nelle mani del leader. Perché il leader deve non solo essere forte, ma (cosa ancora più importante) apparire forte, impavido, capace di fare tutto ciò che il popolo chiede: deve essere onnipotente.
Ma l’onnipotenza non è umana. E quando un Politico – questa volta sì, con la P maiuscola – si mostra uomo, capace di andare fino dove può, fino dove le regole gli consentono, arrivano le critiche. Proprio per questo il ministro dell’Economia Saccomanni è finito sotto attacco politico dal Pdl, colpevole di non fare abbastanza. Fatto che ha obbligato il Presidente Napolitano, proprio mentre si trovava in visita in Croazia (neo 28esimo membro dell’Ue), ad andare in soccorso dell’ex Direttore Generale della Banca d’Italia: «Il Ministro del Tesoro ha dimostrato in modo puntuale quello che si poteva fare e quello che non si può fare, naturalmente senza pensare di avere la bacchetta magica». L’appoggio di Napolitano è funzionale alla stabilità del Governo Letta, esecutivo di servizio messo a dura prova dagli stress fra le forze politiche, dalle vicende giudiziarie di Berlusconi e da esponenti politici (ad es. Monti) che hanno minacciato di far venire meno il proprio sostegno. «È assurdo non riconoscere il ruolo svolto dall’Italia nello spostare l’accento sulla crescita e sull’occupazione, in particolar modo quella giovanile» ha detto il Presidente della Repubblica, sottolineando che il Ministro del Tesoro non sarà onnipotente ma che qualche traguardo importante lo ha conseguito.
Per fare riforme serie e basilari è necessario essere credibili in Europa, e per essere credibili a Bruxelles bisogna avere un Governo stabile che non sia bersaglio di attacchi e/o ricatti delle stesse forze politiche che lo sostengono con la fiducia. Senza dimenticarsi che l’Unione Europea è sì una immensa opportunità per gli Stati membri, un pozzo nel deserto al quale attingere però a determinate condizioni e con determinati obblighi a carico. Questo vale sia per i Paesi che vogliono entrare nell’Ue, alcuni dei quali farebbero (e hanno fatto) letteralmente «carte false» per esserne membri, sia per gli Stati che ne sono già parte. Nessuno è onnipotente e può credere – e far credere – di esserlo, tantomeno un Paese in un contesto così delicato, intrecciato e bilanciato da importantissimi pesi e contro e pesi, come è quello dell’Unione Europea.
Articolo di Stefano Rossa