Sembra che narrare e descrivere siano due atteggiamenti quasi contrapposti che rimandano al ruolo che lo scrittore decide di assumere nei confronti della società.
Flaubert narra perché, si dice, ha orrore del mondo che affronta con la sua scrittura.
Tolstoj, che in quel mondo ci ficca le mani, vi partecipa, e descrive. Forse si tratta soltanto di semplificazioni, e chi legge queste righe potrebbe tranquillamente affermare il contrario, oppure approdare a conclusioni differenti.
Alla fine è il risultato quello che conta. “Madame Bovary”, o “Anna Karenina”, rappresentano al meglio quello che il talento può produrre. E questo argomento a proposito del narrare o del descrivere, appare un argomento di scarso interesse.
In fondo, come un autore decide di affrontare la realtà è una faccenda del tutto personale. Perché quando scrive, anche se narra soltanto, non sta facendo un banale assemblaggio di parole.
Se scrive, crede in qualcosa che lo trascende. Magari crede nel potere delle virgole e per molti sembrerà triste, o addirittura ridicolo, mentre in realtà è tutto. Una virgola, o un punto, possono fare dei miracoli.
Possono inchiodare un lettore.
Se scrive, il motivo (o il motore) che lo spinge a sedersi a una scrivania e a pestare le dita sulla tastiera, è una faccenda che riguarda lui e solo lui. Ci sono poche cose più noiose di uno scrittore che spiega perché scrive. E di solito infarcisce la risposta con un buon numero di “Io”.
Come diceva zia Flannery (O’Connor) è irrilevante se si scrive per far soldi oppure per far arrabbiare la nonna; sono dettagli che dovrebbero restare relegati in un cantuccio. Alcune persone mettono innanzi a tutto il motivo che li induce a scrivere. Fa parte di quello che è successo in questi ultimi anni, dove le ragioni della scrittura vanno a cancellare, o a coprire, i meriti della scrittura (che di solito non ci sono affatto).
Scrivere con cura, non è più reputato soddisfacente: occorre che l’autore occupi la scena col suo io e spieghi perché ha deciso di farlo.
E il pubblico, soddisfatto della spiegazione (spesso è composto da individui di bocca buona), applaude.
E la storia?
Già. Spesso i motivi che inducono certe persone a scrivere sono più interessanti della storia, avete notato?