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Nasce il governo Medvedev Primo: ecco gli uomini del Presidente (Putin)

Creato il 23 maggio 2012 da Alessandroronga @alexronga

Nasce il governo Medvedev Primo: ecco gli uomini del Presidente (Putin)Il primo governo di Dmitrij Medvedev, varato ieri, ha una formazione che a Vladimir Putin non dispiacerà certo, poichè i ruoli chiave sono tutti occupati da uomini a lui vicini. Dispiacerà invece a chi sperava che la nomina di Medvedev a premier potesse garantire alla Russia un equilibrio tra il Cremlino e il governo: a guardare i profili dei nuovi ministri, è ipotizzabile che l’aquila bicefala russa continuerà a ricevere impulsi da una testa sola, quella con lo scettro presidenziale. In effetti, di cambiamenti rispetto al governo presieduto da Putin ce ne sono stati appena due, e alquanto prevedibili. Il primo ha riguardato il Ministero dell’Interno (indubbiamente il dicastero più importante per il contesto russo) dove il Capo della polizia di Mosca Vladimir Kolokoltsev sostituisce Rashid Nurgaliev, ex agente del Kgb, indicato dai sondaggi come ministro più impopolare del governo Putin, che paga l’incapacità di porre in atto la più volte annunciata riforma delle forze di polizia, troppo spesso colluse con la criminalità, e avvezze agli abusi e alla corruzione. Al suo successore, trent’anni di militanza nelle forze dell’ordine, toccherà l’impegno di dare efficienza e trasparenza all’istituzione-polizia e quello di sintonizzare i rapporti tra poliziotti e militanti della piazza più sul dialogo che sullo scontro: auguri, visto che, in occasione delle manifestazioni concomitanti con l’insediamento di Putin, gli uomini del neoministro Kolokoltsev non ci siano andati per il sottile nelle azioni di sgombero delle piazze occupate dai manifestanti.

Il secondo è al Ministero dello Sviluppo Economico, dove arriva l’economista Andrej Belousov, che avrà il difficile compito di riformare l’economia russa al fine di renderla più competitiva e appetibile agli investitori esteri e di sganciarla dalla dipendenza dall’export energetico, anche e soprattutto nell’ottica del recente ingresso della Russia nel WTO. E gli “scossoni” terminano qui.

Agli Esteri e alla Difesa sono infatti confermati Sergej Lavrov e Anatolj Serdjukov, come pure Anton Siluanov alle Finanze, visto il secco “niet” dell’ex ministro Aleksej Kudrin agli inviti di Putin ad entrare nel governo: non è un mistero che il neo-presidente abbia auspicato un ritorno del padre del risanamento economico russo nelle file dell’esecutivo, impedito però più dai pessimi rapporti tra Medvedev e Kudrin che dall’attività politica iniziata da quest’ultimo nelle file dell’opposizione.

Niente incarichi ministeriali per Igor Sechin, altro uomo di fiducia di Putin e suo tramite con la lobby dell’energia: Sechin, che sembrava destinato allo Sviluppo Economico, perde il suo incarico simbolico di primo viceministro, ma conserva quello decisamente più strategico nel Consiglio delle principali compagnie energetiche del Paese, affidatogli da Putin nel suo ultimo giorno da Primo Ministro.

Anche tra i vicepremier ci sono molti putiniani di ferro, che conservano l’incarico ottenuto grazie alla militanza nell’entourage del presidente: si tratta di Vladislav Surkov, al governo dal 2010 ma consigliere del Cremlino dal 2004 e considerato una sorta di ideologo della dottrina Putin, tanto che qualcuno lo paragona già a Suslov, l’influente ideologo dell’Urss brezhneviana; di Dmitrj Rogozin, anch’egli al governo dal 2011 ed ex ambasciatore russo presso la NATO, noto per le sue posizioni contro gli immigrati caucasici (nel 2005 li definì “immondizia”); di Aleksandr Khloponin, già governatore di Krasnojarsk e dal 2010 inviato per il Nord Caucaso, e di Dmitrj Kozak, a capo del comitato organizzatore per Sochi 2014.
Tra quelli più vicini a Medvedev invece ci sono il suo ex consigliere economico Arkadj Dvorkovic, e Olga Golodets, esperta di politiche sociali e con un passato di alto dirigente nella Municipalità di Mosca.

Ha suscitato invece qualche perplessità la nomina a ministro della Cultura del controverso scrittore-storico Vladimir Medinskij: autore nel 2009 di un bestseller sulla storia russa, si è visto affibbiare l’accusa di plagio per le troppe similitudini con alcuni scritti del Settecento.


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