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Nasce l’Unione Energetica Europea. Era ora

Creato il 09 febbraio 2015 da Valtercirillo

Nasce l’Unione Energetica Europea. Era ora

Il 4 febbraio è stata lanciata l' Unione Energetica Europea, con un ritardo di appena 64 anni. Quello che sembra il grande avvio di una nuova Europa è in realtà solo la logica e tardiva conseguenza delle premesse: il cammino verso l'Unione Europea è nato proprio con l'energia.

Il 9 maggio 1950, appena 5 anni dopo la fine della guerra, il ministro degli esteri francese Robert Schuman ha pronunciato il suo famoso discorso con cui proponeva di istituire una comunità europea del carbone e dell'acciaio.

La Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca) è nata con il trattato di Parigi del 18 aprile 1951. I 6 Paesi fondatori (Italia, Francia, Germania occidentale, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) sono gli stessi che, con i trattati di Roma del 25 marzo 1957, hanno dato vita dall'Euratom per l'energia nucleare.

Da queste premesse sembrava che l'Unione Energetica Europea fosse a portata di mano, o almeno molto più facilmente realizzabile dell'unione doganale e monetaria. Invece oggi, a 23 anni dal trattato di Maastricht e a 22 dagli accordi di Schengen, si celebra solo l'avvio di un percorso per l'unione energetica.

L'unione energetica è urgente

Meglio tardi che mai. Soprattutto perché l'unione energetica è sempre più urgente: a livello globale, il settore dell'energia è uno di quelli che stanno cambiando più rapidamente, dal punto di vista tecnologico, economico e geopolitico: la presenza ormai consolidata delle nuove fonti rinnovabili, la rivoluzione americana dello shale gas, l'attuale prezzo basso del petrolio assecondato dall'Opec, l'influenza della Russia, l'emergere della Cina e dei suoi ambiziosi programmi nucleari sono solo alcuni dei fenomeni più appariscenti, mentre i cambiamenti climatici richiedono politiche innovative e risolute.

In questo scenario, come ha ricordato il commissario all'Unione energetica Maroš Šefčovič, " le nostre attuali politiche energetiche sono insostenibili in tutti i sensi ed è urgente la necessità di una riorganizzazione".

È di questi giorni la notizia che l'Unione Europea dipende dalle importazioni per il 53% del proprio fabbisogno energetico. Inoltre, ricorda la Commissione Europea, le infrastrutture sono obsolete e il settore residenziale è inefficiente, mentre, nonostante le liberalizzazioni, il mercato interno europeo dell'energia è ancora lungi dall'essere una realtà.

Proprio il mercato unico è una priorità, secondo Šefčovič: in un' intervista a Quotidiano Energia, ha dichiarato che "Un mercato interno dell'energia ben funzionante è certamente un prerequisito fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi politici: ridurrà la dipendenza energetica dell'Europa, renderà più economiche le forniture di energia per le famiglie e le imprese e faciliterà fortemente l'integrazione delle rinnovabili nella transizione verso un'economia low-carbon. Di conseguenza, è indiscutibile il senso di urgenza e la necessità di dare priorità al completamento del mercato interno dell'energia. Vi sono prove evidenti che in gran parte della Ue il mercato sta già funzionando e producendo benefici tangibili, ma noi vogliamo che funzioni meglio e sappiamo cosa occorre fare a questo proposito: c'è bisogno di regole migliori, soprattutto nel settore dell'elettricità, e di più interconnessioni, in particolare per far uscire dall'isolamento le 'isole energetiche'; e in terzo luogo c'è bisogno che gli Stati membri si astengano dall'interferire indebitamente nel mercato energetico adottando misure non coordinate. Il completamento del mercato unico dell'energia non avverrà dalla sera alla mattina. E piuttosto che sulle scadenze, dobbiamo concentrarci sugli aspetti più urgenti in grado di far funzionare meglio il mercato: questo ci permetterà di beneficiare di forniture energetiche sicure, economiche e sostenibili". Oltre al mercato unico, per arrivare a una vera unione energetica sarà necessario coordinare le politiche in materia di acquisto di gas, limitazioni alle emissioni di gas serra, interconnessioni e infrastrutture transfrontaliere.

Se l'Europa continua a procedere in ordine sparso non potrà far valere le proprie posizioni nei confronti dei giganti come Stati Uniti, Russia e Cina: riuscirà a farsi sentire solo se parlerà con un'unica voce, la voce della prima potenza economica mondiale.

Il pacchetto europeo sull'energia sarà presentato ufficialmente il 25 febbraio e sottoposto all'approvazione del Consiglio Energia dell'Unione Europea il 5 marzo. L'auspicio è che non bisognerà aspettare altri 64 anni per vedere finalmente l'Europa unita dal punto di vista dell'energia.

Paolo Gangemi

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