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Nascita delle lettere italiane

Creato il 24 luglio 2014 da Destinazione Libri @destinazionelib

letter 1L’idea frullava in testa da diverso tempo, come se fosse una lampadina che ogni tanto si accendeva.

La letteratura, le origini, la storia… e mi sembrava un po’ un paradosso far conoscere tutti gli autori nuovi senza però conoscere quelli che lo sono stati, quelli che grazie a loro ora possiamo avere un bagaglio culturale importante per tutto il mondo.

Così eccomi qui, a scrivere il primo pezzo di quello che è la letteratura Italiana, mi sto divertendo tantissimo e spero di potervi trasmettere questa curiosità.

Ma a voi non è mai capitato di pensare: – Ma il primo romanzo quando è stato scritto?  Oppure: Ma come pensavano i poeti di allora? o ancora- Oggi qualcuno riuscirebbe a scrivere opere come la Divina Commedia o Il Decamerone? e questi solo per citarne alcuni..

PRENDERO’ LE INFORMAZIONI DALLA STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA DI Francesco Flora, Edito da Mondadori, e sicuramente da testi che ci sono nel mondo virtuale.

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NASCITA DELLE LETTERE ITALIANE

Le lettere italiane non offre materia certa di storia, prima del secolo decimoterzo, quando si composero nella coscienza dell’arte e della lingua. Il vario dialetto delle regioni si elaborava nella scrittura, sollevato a lingua nuova e a grammatica, non soltanto per i modi degli affetti e delle immagini che si traducono in forme di poesia, o per le narrazione che Dante chiamò ” prose di romanzi”, le quali tendono anch’esse ad una condizione di poesia; ma anche per i modi del ragionamento dottrinale che si esprime nella prosa, come sintassi del metodo, come filosofia e storia, come sentenza morale o edificante, anche se talora questa prosa si manifestò sotto la forma di versi rimati.

E la prima maturità della lingua e il suo distacco del vario e fugace dialetto son significati dai componimenti di prosa anche più che non da quelli di poesia: l’indizio più valido col quale un dialetto si legittima socialmente come lingua letteraria è la prosa: e, se conosciamo grandi poeti dialettali, non conosciamo nè grandi storici nè grandi filosofi che le loro idee o i loro giudizi espressero in dialetto. La filosofia e la storia dialettali rimangono tutto al più nelle conversazione, in massime orali e proverbi che ignorano la durata della scrutta.

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Se dunque nel XIII, accanto alle rime, si manifesta la giovane prosa italiana, questo è il sengo che già da gra tempo i vari dialetti del paese si venivano riducendo a quella lingua nuova e vitale che Dante affermava già  in uso presso i poesi volgari da circa un secolo e mezzo

 

Alessandra



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