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Natale, all’improvviso

Da Lasere


Poi succede che l’idea del Natale arrivi così, d’un tratto, a riscaldare un pomeriggio qualunque che fino ad un attimo prima non sapeva se ridere o se piangere. E arriva accompagnata da foglie di tè: sa di violetta e bergamotto, di vaniglia, di attesa compiaciuta, di corteggiata vigilia.

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Arriva allegra di sorprese golose e pacchettini adorni di sete e velluti, frange e nappine colorate: da non veder l’ora di saperli tra le mani dei legittimi e fortunati destinatari (tra cui me stessa! ;-).

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(regalare tè, per me, significa donare tempo, invitare alla cura e all’ascolto verso se stessi, alla preziosa consapevolezza del qui e dell’ora; significa trasformare l’affetto o la gratitudine in un augurio tangibile di armonia, levità e piacere che si rinnovi ad ogni gesto, ad ogni sorso; significa svelare un desiderio di vicinanza, d’intimità, di conforto: è un regalo che significa infinitamente più di ciò che pare, è un pensiero a fisarmonica, un esserci discreto ma saldo, una piccola benedizione)

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Arriva, quest’idea improvvisa di Natale, sulla scia di aromi più o meno inediti che sbirciano da ogni fessura, tra cui uno, tenerissimo, che mi mancava da mesi e che subito festeggio, con contorno di pungitopo e cacao: e mi sembra più buono che mai. Già lo pregusto nella colazione di domani, ad accompagnare il plumcake allo yoghurt sfornato nel pomeriggio, in un rincorrersi di soffici dolcezze. E finalmente mi sento pronta ad immergermi nell’attesa buona del Natale :-)

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(il merito di tutto ciò va a questa fanciulla e alla sua Selezione, che sotto Natale si fa ancor più irresistibile, come un laboratorio d’elfi a cui affacciarsi fino a trovare l’augurio giusto per se stessi o per chiunque ci stia a cuore).


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