Il rapporto pone l'attenzione sulle molte sfide che devono essere ancora affrontate mentre si avvicina la scadenza per il loro raggiungimento fissata per la fine dell'anno 2015. Tra queste, l'empowerment di donne e ragazze, la promozione dello sviluppo sostenibile e la protezione dei più vulnerabili dagli effetti devastanti delle crisi, siano esse causate da conflitti, disastri naturali o instabilità nei prezzi del cibo e dell'energia.Il rapporto 2011 suggerisce che molti dei successi in materia di sviluppo, quali la riduzione della povertà estrema, della fame, dell'analfabetismo e delle malattie, sono guidati dalla continua crescita economica in certi paesi in via di sviluppo, tra cui Cina e India, oltre che dall'impegno mirato in taluni settori. Pertanto, come affermato dallo stesso Segretario Generale in occasione del lancio ufficiale del rapporto, per raggiungere tali obiettivi sarà necessaria una crescita economica equa ed inclusiva che consenta a tutti, in particolare ai poveri e agli emarginati, di beneficiare delle diverse opportunità economiche disponibili.Tra i più recenti avanzamenti indicati dal rapporto si segnalano i seguenti:
- nelle regioni in via di sviluppo c'è stato un aumento della percentuale di ragazze iscritte alla scuola primaria e secondaria pari a 96 ogni 100 ragazzi iscritti;
- nonostante l'obiettivo di eguale partecipazione tra donne e uomini nella politica rimanga ancora distante, i dati dimostrano un lento e continuo progresso della presenza femminile dal 1995 ad oggi;
- a livello mondiale, il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni è diminuito di un terzo;
- pur restando un enorme problema in molti paesi in via di sviluppo, stime recenti dimostrano un significativo avanzamento in relazione al tasso di mortalità materna, indicando un calo del 34% dal 1990 al 2008;
- In materia di salute infantile viene segnalato che, nel 2009, all'80% dei bambini in età appropriata è stata somministrato almeno un ciclo di vaccino per il morbillo, mentre nel 2000 la percentuale era pari al 69%;
- a livello mondiale, il rapporto stima che le morti per malaria sono diminuite del 20% grazie a numerosi sforzi di controllo intensivo;
- si è registrato, inoltre, un forte avanzamento nell'accesso all'acqua potabile. A livello globale, la copertura è cresciuta dal 77% nel 1990 all'87% nel 2008. Se tale tendenza continuerà, l'obiettivo di raggiungere l'89% di copertura per l'accesso sostenibile all'acqua potabile sarà raggiunto entro il 2015.
- nelle regioni in via di sviluppo la maggioranza dei lavoratori sono impegnati in "impieghi vulnerabili";
- dati aggiornati alla fine del 2010 dimostrano che 43 milioni di persone in tutto il mondo sono state sfollate a causa di conflitto e persecuzione, il numero più alto dalla metà degli anni '90 e circa mezzo milione in più dell'anno precedente;
- in 87 aree urbane (dati dell'Alto Commissario per i rifugiati) il 37% dei bambini rifugiati non ha accesso alla scolarizzazione, e nei casi in cui non si presenta questa situazione, i bambini sperimentano esperienze complesse dovute a discriminazioni, difficoltà linguistiche e problemi relativi ad ottenere i certificati delle classi completate;
- nonostante comprovati interventi per prevenire conseguenze quali la disabilità e la morte durante la gravidanza e il parto, la mortalità materna resta un problema maggiore in molte regioni in via di sviluppo;
- il mondo è distante dal raggiungere l'obiettivo relativo agli impianti sanitari. All'attuale tasso di sviluppo si stima che per fornire il 77% della popolazione mondiale con scarichi fognari e altre forme di miglioramento degli impianti saranno necessarie decine di anni, dal momento che, al 2008, quasi metà della popolazione nelle regioni in via di sviluppo e circa 2,6 miliardi di persone in tutto il mondo non fanno uso di sistemi fognari e sanitari adeguati;
- in termini assoluti, il numero di abitanti delle baraccopoli continua a crescere, in parte a causa del veloce avanzamento dei processi di urbanizzazione. Il numero dei residenti urbani che vivono in condizioni inadeguate è stimato a 828 milioni di persone rispetto ai 657 nel 1990 e ai 767 nel 2000.
http://unipd-centrodirittiumani.it/it/news/Nazioni-Unite-Rapporto-2011-sugli-Obiettivi-di-sviluppo-del-millennio/2142 http://www.un.org/millenniumgoals/11_MDG%20Report_EN.pdf