Come ben sappiamo ormai, scegliere al Draft Nba è diventato uno dei mestieri più difficili, ma anche più crudeli del mondo. Soprattutto quando si ha la prima chiamata assoluta: se sbagli, sei davvero fregato… E’ capitato anche a Michael Jordan dopo aver puntato su Kwame Brown nel 2001: ora MJ, piuttosto che gestire una franchigia, l’ha acquistata, e lascia fare ad altri. Comunque: la prima scelta del Draft 2010, John Wall, non si può ancora valutare, e non lo farò, ma sono abbastanza sicuro che questo è un cavallo vincente. Ad altri è andata meno bene: insieme alle valutazione della penna di Nba.com Shaun Powell, diamo un’occhiata alle prime scelte delle ultime dieci stagioni, dal 2000 ad oggi.
Ovviamente, il discorso che più preme gli addetti ai lavori, è verificare se ad anni di distanza la prima scelta abbia rispettato le grandi attese, se sia diventato un giocatore franchigia, una star assoluta, un buon giocatore, o se sia addirittura finito nel dimenticatoio dopo una carriera anonima, con la spada di damocle della prima chiamata che pendeva sulla testa. A fine anni ‘90, dopo Tim Duncan nel 1997, un futuro hall of famer, sono arrivati Olowokandi nel ‘98 per i Clippers (aiuto!) ed Elton Brand per i Bulls del post Jordan nel 1999, un più che discreto giocatore, ma nulla più.

2002: Yao Ming. I Rockets vanno sul sicuro, e se non fosse per la sfiga, il cinese starebbe ripercorrendo le orme del suo predecessore in Texas, Hakeem Olajuwon. Purtroppo non vedremo mai nascere la “Dinastia Ming“: con Francis e Mobley non è andata, con T-Mac la sfortuna non gli ha mai concesso la luna di miele. Peccato! Draft comunque importante con Stoudemire, Caron Butler e Carlos Boozer a secondo giro inoltrato. LeBron James nel 2003 era chiamata obbligata, e, anello a parte, non ha tradito le attese. Uomo franchigia, e uomo Lega se ce n’è uno. Beh, anche gli altri non male: Wade, Anthony, Bosh, Kaman, Perkins, Milicic. Milicic?? Ah, scusate, c’era l’intruso…


Per i Draft 2008 e 2009 serve ancora un anno o due di valutazione. Nel 2008 la prima scelta fu Derrick Rose, che ha dimostrato a sprazzi un talento fuori dal comune e un gioco da mini LeBron James, trascinando i Bulls per due anni di fila ad un passo dal secondo turno dei playoffs: va ancora giudicato bene, visto che la sua leadership non è così certa, e va visto con un supporting cast adeguato. Al momento sembra comunque una scelta azzeccata: non una superstar ma di certo un potenziale uomo franchigia. Purtroppo di Blake Griffin non si può dire nulla, che i Clippers hanno scelto per primo nel 2009: di sicuro quelli chiamati dopo come Tyreke Evans, Steph Curry e Brandon Jennings hanno dimostrato di essere destinati ad una grande carriera.





