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Nba: 10 anni di prime scelte

Creato il 24 settembre 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

John Wall Come ben sappiamo ormai, scegliere al Draft Nba è diventato uno dei mestieri più difficili, ma anche più crudeli del mondo. Soprattutto quando si ha la prima chiamata assoluta: se sbagli, sei davvero fregato… E’ capitato anche a Michael Jordan dopo aver puntato su Kwame Brown nel 2001: ora MJ, piuttosto che gestire una franchigia, l’ha acquistata, e lascia fare ad altri. Comunque: la prima scelta del Draft 2010, John Wall, non si può ancora valutare, e non lo farò, ma sono abbastanza sicuro che questo è un cavallo vincente. Ad altri è andata meno bene: insieme alle valutazione della penna di Nba.com Shaun Powell, diamo un’occhiata alle prime scelte delle ultime dieci stagioni, dal 2000 ad oggi.
Ovviamente, il discorso che più preme gli addetti ai lavori, è verificare se ad anni di distanza la prima scelta abbia rispettato le grandi attese, se sia diventato un giocatore franchigia, una star assoluta, un buon giocatore, o se sia addirittura finito nel dimenticatoio dopo una carriera anonima, con la spada di damocle della prima chiamata che pendeva sulla testa. A fine anni ‘90, dopo Tim Duncan nel 1997, un futuro hall of famer, sono arrivati Olowokandi nel ‘98 per i Clippers (aiuto!) ed Elton Brand per i Bulls del post Jordan nel 1999, un più che discreto giocatore, ma nulla più.

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Nel 2000, Kenyon Martin fu la prima scelta di un Draft non ricchissimo: Turkoglu, Mike Miller, Jamal Crawford i migliori ad oggi. Martin è stato frenato dagli infortuni, ma si è dimostrato un grandissimo atleta, ottimo difensore e al fianco di Jason Kidd ha raggiunto due Finals dando vita al circus dei Nets, un autentico spettacolo in quegli anni. Vero? Nel 2001, il già citato Draft di Kwame Brown: fu quello dei liceali, con Chandler e Curry chiamati dai Bulls. Ma anche quello di Pau Gasol, Jason Rchardson, Tony Parker, Joe Johnson e Arenas al secondo giro.

2002: Yao Ming. I Rockets vanno sul sicuro, e se non fosse per la sfiga, il cinese starebbe ripercorrendo le orme del suo predecessore in Texas, Hakeem Olajuwon. Purtroppo non vedremo mai nascere la “Dinastia Ming“: con Francis e Mobley non è andata, con T-Mac la sfortuna non gli ha mai concesso la luna di miele. Peccato! Draft comunque importante con Stoudemire, Caron Butler e Carlos Boozer a secondo giro inoltrato. LeBron James nel 2003 era chiamata obbligata, e, anello a parte, non ha tradito le attese. Uomo franchigia, e uomo Lega se ce n’è uno. Beh, anche gli altri non male: Wade, Anthony, Bosh, Kaman, Perkins, Milicic. Milicic?? Ah, scusate, c’era l’intruso…

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Anche nel 2004 non è andata male a Orlando, che preferisce Dwight Howard a Okafor: in linea di massima scelta giusta. Il miglior lungo dai tempi di Duncan e l’erede naturale di Shaq. Il 2005 va abbastanza male: con la 1 i Bucks chiamano Bogut, centro australiano. Buono, per carità, ma non franchise man, anche se l’hanno passato a giocato a livelli da All Star. Se consideriamo però che alla 4 chiamano Chris Paul e alla 3 Deron Williams…. 2006: tutti in piedi per il Mago, Andrea Bargnani. Primo europeo di sempre chiamato al n.1 del Draft: ad oggi, Andrea non si è mai dimostrato un uomo franchigia, un leader, anche per la presenza di Chris Bosh. Senza il texano, ora dovrà far vedere di poter prendere le chiavi della squadra: l’estate in nazionale fa ben sperare i Raptors. Dietro di lui chiamati Roy, Aldridge, Rudy Gay e Rajon Rondo: ma siamo sicuri che sono tanto meglio di Andrea??

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Draft 2007. Qui la faccenda si complica: prima chiamata, Greg Oden per Portland. Seconda chiamata, Kevin Durant per Seattle. Il confronto è durissimo ad oggi, però il lungo, la cosa più vicina a Bill Russell che si sia mai vista per la presenza difensiva sul campo, non ha ancora la possibilità di mostrarsi per davvero. Come per Yao, la fortuna gli è sempre stata avversa, e il suo ginocchio ha più volte fatto crac. I Blazers sperano di non aver ripetuto l’errore del 1984, quando con la n.2 chiamarono tale Sam Bowie, e non un certo Michael Jordan….

Per i Draft 2008 e 2009 serve ancora un anno o due di valutazione. Nel 2008 la prima scelta fu Derrick Rose, che ha dimostrato a sprazzi un talento fuori dal comune e un gioco da mini LeBron James, trascinando i Bulls per due anni di fila ad un passo dal secondo turno dei playoffs: va ancora giudicato bene, visto che la sua leadership non è così certa, e va visto con un supporting cast adeguato. Al momento sembra comunque una scelta azzeccata: non una superstar ma di certo un potenziale uomo franchigia. Purtroppo di Blake Griffin non si può dire nulla, che i Clippers hanno scelto per primo nel 2009: di sicuro quelli chiamati dopo come Tyreke Evans, Steph Curry e Brandon Jennings hanno dimostrato di essere destinati ad una grande carriera.


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