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NBA a Londra: che emozione!

Creato il 05 marzo 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

O2 ArenaIl mio debutto ad una partita NBA dal vivo è stata assolutamente una figata, per usare un termine tecnico. Certamente il fatto di avere un accredito per la stampa ti permette di andare in luoghi e fare cose che a normali tifosi non è consentito. Per questo motivo ho pensato di descrivere le mie emozioni dopo la prima partita, senza badare troppo al punteggio, ma alla giornata intera della prima partita di sempre di regular season giocata in Europa.

Si parte dal mattino, dall’arrivo alla O2 Arena, posto assolutamente spaziale in corrispondenza della fermata londinese di North Greenwich. Appena uscito si respira aria di NBA con i cartelloni con i giocatori più forti della Lega, rigorosamente aggiornati alle ultime trade (Anthony a New York, Deron Williams ai Nets). Poi si va a ritirare il pass, ci si accomoda nella media room dove ci sono giornalisti da tutto il mondo e da lì arriva la “prima cosa bella”. Si arriva vicino al campo e si comincia ad intervistare i giocatori disponibili: Bargnani, DeRozan, Calderon, Johan Petro e alla fine ecco arrivare il più atteso, Deron Williams, l’All Star, uno dei migliori playmaker della Lega. Per lui borsa del ghiaccio sul polso per lenire i problemi che ha, ma nulla di grave. Per fortuna!! Dopo qualche foto e le registrazioni, si torna in media room, si accende il notebook, si prende una bibita e si invia il materiale raccolto, testi e foto. Ragazzi che spettacolo. Trovarsi a parlare con personaggi visti solo in tv non ha prezzo

Terminato il lavoro mattutino, giro per Londra, Tower Bridge, Big Ben e un salto ad Upton Park, quartiere multietnico e coloratissimo che ospita lo stadio del West Ham, e poi ritorno alla O2 Arena. La partita si avvicina e lo si capisce dalla quantità di gente in metropolitana e nella zona del palazzetto. Si ritorna alla media room e poi dritti dai giocatori. Questa volta direttamente negli spogliatoi, un luogo mitico. C’è chi ascolta la musica, che si fa massaggiare dai trainer, chi guarda filmati degli avversari alla televisione, chi mangia (ciambelle, frutta, salse di ogni tipo…): tutti sempre molto disponibili. Parliamo con il Mago e poi, nello spogliatoio dei Nets, ci sono Jordan Farmar e Brook Lopez. Incredibile riuscire ad entrare in un luogo così intimo, anche se è noto che nella Nba le telecamere entrano, eccome.

drogba-david luiz
Altre emozioni: si va sul campo, ci sono i giocatori che si riscaldano e tirano e l’arena comincia a riempirsi. Prendiamo posto dietro il canestro nella “tribuna stampa” ed ecco che non manca più molto alla palla a due. L’adrenalina sale, ecco che entrano i giocatori ed è il momento delle presentazioni: Deron Williams batte tutti all’applausometro. Il personaggio che attira di più l’attenzione è il “pakistano” tifoso dei Raptors, che anche a Londra non è voluto mancare. Si siede in prima fila sotto il canestro davanti a noi, si leva la giacca e indossa la maglia n.95 rossa di Toronto con il nome Superfan. E’ già un idolo!!! Le mascotte intrattengono, insieme alle cheerleader. Gli unici volti noti che scorgo sono i giocatori del Chelsea Didier Drogba e David Luiz.

Via, si inizia. Il primo tempo è equilibrato, Deron gioca per i compagni, Bargnani si limita a qualche canestro mentre spiccano DeRozan da una parte e la solidità di Kris Humphries dall’altra. Presente anche lo spettacolo con alcune schiacciate “interessanti” di Brook Lopez e del già citato DeRozan. Poi le mascotte di Raptors e Nets che coinvolgono il pubblico, i giochi ad ogni pausa e tantissimo altro.

Deron Williams
Nel secondo tempo la partita si accende appena Deron Williams schiaccia il tasto “ON” e a inizio quarto periodo New Jersey vola via grazie al break propiziato dall’ex canturino Sundiata Gaines. Finita la partita, si va a sentire le conferenze stampa: si parte da coach Avery Johnson con la sua voce da Paperino, poi tocca a coach Jay Triano, un signore, di una gentilezza e di un’eleganza sconfinata. Il primo dei giocatori è DeMar DeRozan, svogliatino anzichè no, che risponde a monosillabi col suo slang angeleno, poi si rimette la cuffie ed esce. Dopo una lunga pausa, a chiudere c’è Deron Williams, disponibile, con risposte precise e sensate. Via Deron e via tutti. Si esce dalla O2 Arena seguendo il fiume di gente che corre verso la metro.

Una giornata super, ben spesa per lo sport più bello del mondo. Stay tuned!


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