Se il quintetto titolare per l’All-Star Game NBA lo scelgono i tifosi attraverso la votazione online le sette riserve di ciascuna Conference sono i 30 allenatori a deciderli (due ali, tre guardie e altri due indipendentemente dal ruolo). Spesso quindi capita che tra i più votati ci sono atleti che stanno simpatici al grande pubblico per lo spettacolo che riescono a mettere in campo ma che magari meriterebbero meno la convocazione nello starting five rispetto ad altri. Ecco che quindi le convocazioni dei coach servono sia per “riequilibrare” le scelte dei tifosi sia per cercare di dare un po’ di forma alla squadra, con un numero di lunghi e di guardie adeguato ad affrontare la partita nel migliore dei modi.
Se nei giorni scorsi l’NBA aveva chiuso le votazioni e diramato i quintetti più votati, nella notte sono stati decise anche le riserve che giocheranno a New Orleans il 16 febbraio nel 63esimo NBA All-Star Game, e le discussioni su chi è stato chiamato e su chi invece è rimasto fuori sono subito partite con veemenza.
Vediamo quindi i convocati delle due Conference e anche chi sarebbe potuto esserci, numeri e impatto alla mano.
EASTERN CONFERENCE
Il quintetto formato dai tifosi (James, Anthony, George, Wade e Irving) è stato prettamente di guardie/ali e quindi i coach hanno scelto di dare ampio spazio ai lunghi: Roy Hibbert (2a convocazione) sfrutta più la grande stagione che stanno vivendo i suoi Pacers e la loro difesa, di gran lunga la migliore della Lega, che le sue cifre (12 punti, 8 rimbalzi e 2.5 stoppate). Joakim Noah (2a convocazione), invece, ha anche i numeri dalla sua parte (11.7 punti, 11.4 rimbalzi, 4.2 assist, 1.1 recuperi e 1.4 stoppate) oltre che il fatto di avere tutti i Chicago Bulls sulle spalle. Per Paul Millsap la sua prima convocazione in assoluto sembra meritata sia per il suo impatto personale (17.8+8.2) sia per la stagione di Atlanta, che si trova al quarto posto a Est pur avendo perso Horford. Infine tra i lunghi è stato chiamato Chris Bosh (nona convocazione), che con James e Wade raggiunge questo traguardo per la quarta stagione consecutiva (da quando sono tutti insieme a Miami); la trasformazione in terzo violino di lusso è completata, CB1 si è ritagliato un ruolo chiave per coach Spoelstra contribuendo con 16.9 punti, 6.7 rimbalzi e tirando con il 54% dal campo.
Nel reparto guardie John Wall nonostante l’ennesima stagione balbettante dei Washington Wizards (22-23 il record che a Est vale il 6° posto) ottiene la sua prima convocazione grazie ai 19.8 punti, 8.5 assist a cui aggiunge anche 4.4 rimbalzi, pur non sembrando sempre molto continuo nel suo rendimento.
Detto di chi effettivamente si merita la convocazione arriviamo ai due punti più spinosi ad Est: DeMar DeRozan e Joe Johnson. La guardia dei Raptors (altro debuttante assoluto) come Hibbert deve ringraziare più il buon momento della sua squadra (terza con 24-21 di record) che non le sue prestazioni; vero che DeRozan fattura 21.8 punti di media, ma tirando il 43% dal campo e perdendo 2.2 palloni a partita, e in generale senza sembrare quella stella capace di cambiare la sua squadra. Iso-Joe invece sembra essere la convocazione meno azzeccata da parte dei coaches: 15.7 punti è il suo minimo dal 2003/04 e in generale i Nets stanno facendo una stagione sotto alle aspettative.
Chi allora è rimasto fuori e sta rosicando? Beh il candidato principale è sicuramente Born Ready Lance Stephenson che è uno dei fattori più importanti del primo posto dei Pacers: 14.2 punti, 7.2 rimbalzi, 5.4 assist, difesa, energia, questo era senz’altro il suo anno e per ribadirlo nella notte ha messo a referto la sua 4° tripla-doppia stagionale. Altri due nomi sono quelli di Kyle Lowry e Al Jefferson, il primo ha un impatto sicuramente più elevato di DeRozan nei Raptors (16.8+7.6 e il 40% da tre) mentre il secondo paga il livello della sua squadra visto che le sue cifre, 19.3+10.5, sono più alte di quelle degli altri convocati.
Starting five
- LEBRON JAMES
- CARMELO ANTHONY
- PAUL GEORGE
- DWYANE WADE
- KYRIE IRVING
Riserve
- ROY HIBBERT
- JOAKIM NOAH
- CHRIS BOSH
- PAUL MILLSAP
- DEMAR DEROZAN
- JOE JOHNSON
- JOHN WALL
WESTERN CONFERENCE
Ad Ovest le discussioni sono altrettanto accese visto l’enorme potenziale di cui dispone la Conference e che di conseguenza è rimasto fuori dai 12 convocati. La situazione fisica non ottimale di due dei giocatori chiamati però potrebbe aprire le porte a qualche sostituto, placando così un pochino le polemiche. Nel quintetto titolae a fianco di Griffin, Love, Durant e Curry c’è Kobe Bryant che quasi sicuramente sarà costretto a dare forfait per infortunio. Probabile che anche Chris Paul (settima convocazione) debba lasciare spazio a qualcun altro anche se si spera in un suo recupero: la convocazione da parte dei coach è ad ogni modo sacrosanta per quello che al momento è il miglior playmaker nella Lega. Con lui tra le guardie un altro veterano come Tony Parker (alla sesta chiamata) secondo a Ovest con gli Spurs e James Harden, leader tecnico dei Rockets al suo secondo All-Star Game. Tra i lunghi c’è anche il suo compagno Dwight Howard (8a presenza) che dopo la brutta stagione scorsa ai Lakers ha perso anche l’affetto dei tifosi che l’hanno tenuto fuori dal quintetto più votato: Superman viaggia comunque a 18.1 punti e 12.5 rimbalzi e rimane un centro di notevole importanza per coach McHale. Altro super veterano è Dirk Nowitzki che a 35 anni e alla 12esima convocazione è tornato a guidare i suoi Dallas Mavericks come negli anni migliori della sua carriera e a meritarsi totalmente la chiamata degli allenatori. Chi invece è nativo di Dallas ma gioca a Portland è LaMarcus Aldridge, lasciato fuori piuttosto ingiustamente lo scorso anno, questa volta la convocazione non è potuta mancare sia perchè i Blazers stanno facendo una stagione incredibile (terzo posto e 33-13 di record) sia perchè LMA sta viaggiando a 24.3 punti e 11.6 rimbalzi ed è ritenuto da molti la miglior ala grande della Lega.
Chi è quindi l’”intruso”? Forse Damian Lillard, compagno di Aldridge e fautore dell’ottimo momento di Portland, che si è meritato il debutto assoluto nella partita delle stelle grazie ai 20.6 punti e 5.6 assist di media. Perchè allora lo definiamo intruso? Perchè il suo momento di forma non è così eccellente al contrario, ad esempio, di quello di Goran Dragic, che sta letteralmente trascinando dei magnifici Phoenix Suns al sesto posto a Ovest con 28-18 di record con 19.9 punti e 6.1 assist. Atri due delusi? DeMarcus Cousins e Mike Conley, che cifre alla mano la convocazione l’avrebbero anche meritata ma vista la grande affluenza sono rimasti a bocca asciutta.
Menzione finale d’onore per Anthony Davis: il monociglio è il più forte candidato a sostituire Bryant nel quintetto titolare sia perchè sarebbe il padrone di casa a NOLA sia perchè la sua stagione è stellare (20.4 punti, 10.4 rimbalzi, 3.3 stoppate e il 52% dal campo) e la convocazione sarebbe molto più che dovuta. Il suo unico problema per non essere già parte dei 12? Di sicuro il record dei Pelicans.
Starting five
- BLAKE GRIFFIN
- KEVIN LOVE
- KOBE BRYANT
- KEVIN DURANT
- STEPHEN CURRY
Riserve
- DWIGHT HOWARD
- LAMARCUS ALDRIDGE
- DIRK NOWITZKI
- JAMES HARDEN
- TONY PARKER
- CHRIS PAUL
- DAMIAN LILLARD