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“NBA Dream”: esplosione Clippers ad ovest; Philadelphia, che sorpresa!
Creato il 02 febbraio 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurraIn una settimana nella quale le “grandi” hanno a turno deluso le aspettative delle rispettive tifoserie, fuoriescono le impressionanti serie positive di due delle squadre più deboli della passata stagione. Salgono al comando della Pacific Division i Clippers del duo delle meraviglie Griffin-Paul, vincitori delle ultime quattro uscite e con un record di vittorie stagionali che sfiora il 70%, falsato dall’assenza del playmaker titolare per un discreto numero di partite. In una regular season dominata dalla fisicità e dalla resistenza per via del calendario troppo fitto, fondamentale risulta la stazza dell’ala grande dei Los Angeles Clippers, Blake Griffin, dominatore del pitturato nel suo anno da sophomore, sebbene la visione di gioco di Chris Paul faciliti il tutto in maniera inquietante. I Philadelphia 76ers sorprendono gli esperti della palla a spicchi e giungono nella seconda miglior piazza della Eastern Conference (condivisa con Atlanta e Miami), ritrovando un Andre Iguodala in netta difficoltà nella ricerca di continuità di gioco nella parte iniziale della regular season.
Squadra giovane, che corrisponde ai requisiti necessari per far bene nella NBA di questi tempi e che sfrutta la velocità delle sue guardie (Turner, Holiday) per far correre una squadra un tempo pesantemente limitata dalle moli di Dalembert (mandato via) e Elton Brand (in calo di minutaggio).
Parentesi a parte per Miami e Chicago, considerate ancora le favorite per un’eventuale finale di Conference nei playoffs. Chicago in questa settimana ha mostrato i suoi limiti di panchina dopo gli infortuni più e meno gravi di Luol Deng e Hamilton, malgrado Derrick Rose abbia provato (senza successo peraltro) a sopperire alla mancanza di due membri del quintetto base di coach Thibodeau. Miami, invece, sembra aver ritrovato l’ equilibrio interno dopo il rientro difficoltoso di Dwyane Wade e consegue una serie di successi di cinque partite (prima del blocco in nottata a Milwaukee). Leader della squadra un LeBron James da circa trenta punti di media negli ultimi dieci incontri, che diventa serio candidato al titolo di MVP della stagione regolare.
Corrono i Thunders ad ovest, senza incontrare che poche opposizioni lungo il tragitto che conduce la squadra di coach Brooks al miglior posizionamento della Western Conference. Nonostante i problemi comuni nell’affrontare i devastanti Clippers (chiaro esempio ne è la superlativa schiacciata di Blake Griffin con addosso Kendrick Perkins), i giovani di Oklahoma volano al comando generale della NBA per quanto riguarda la media delle vittorie, guidati dalla coppia Durant-Westbrook, con un lieve calo di prestazioni da parte di James Harden, la terza stella della compagine.
I Denver Nuggets di Danilo Gallinari subiscono una lieve flessione (probabilmente per via della disorganizzazione dovuta al rientro di Ty Lawson in cabina di regia), ma restano in grado di poter concorrere per la seconda posizione ad ovest visti gli alti e bassi delle colonne storiche e non più verdi della Conference: Spurs, Mavericks e Lakers. In forte dubbio l’approdo del “Gallo” all’All Star Game di Orlando, malgrado le recenti ottime prestazioni fornite alla sua squadra. Dura la concorrenza per il ruolo che l’italiano ricoprirebbe, con Aldrige e Griffin vistosamente favoriti per la chiamata.
E’ buio pesto per Raptors e Hornets, le ultime due compagini che ospitano un giocatore italiano al loro interno. Toronto è divenuta una delle squadre più facilmente battibili della lega insieme a Charlotte, senza la presenza del nostro Andrea Bargnani sul parquet (non che con il centro italiano fosse da anello). Si spera in un pronto rientro del “Mago”per un’eventuale convocazione per Orlando 2012, ma ormai poche sono le speranze di raggiungere l’ottavo posto finale e dunque la post-season. Marco Belinelli rimane fermo insieme ai suoi compagni nella spirale degli insuccessi, con Monty Williams incredulo per le scadenti (e continue) prestazioni dei suoi uomini, chiaramente privi di una vera e propria guida come l’anno precedente era Chris Paul.
Filippo Caiuli
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