NBA IMHO (by Stewie)

Creato il 14 gennaio 2013 da Simo785

NBA IMHO

In My Honest Opinion. Ovvero, la National Basket Association secondo me (ma scrivere “second me” non mi sembrava il caso) anche perchè, non avendo la benché minima pretesa di essere un esperto, andrà tutto interpretato IMHO  .

Iniziamo però con una panoramica generale.

Forse non tutti sanno che…

La Lega.

L’NBA è una lega privata a numero chiuso: non esistono retrocessioni, né promozioni. Attualmente vi partecipano 30 squadre (Franchigie), numero aumentato nel corso degli anni, i cui proprietari, chi più chi meno, sono tutti miliardari (in dollari). Da quasi 30 anni il padre padrone della Lega, che non casca foglia se lui non voglia, è il Commisioner David Stern: sotto la sua guida tanto competente quanto intransigente nel far rispettare le (sue) regole l’NBA ha avuto una crescita mediatica e un seguito invidiabile, nonché un fatturato da circa 4 miliardi di dollari l’anno. Dato il numero fisso di squadre partecipanti, l’unico modo per potersi inserire nell’NBA è (mettersi in fila e) aspettare che qualche franchigia lasci la lega. Oppure “sperare” che Mr.Stern aumenti il numero di squadre…(come già successo).

Le Squadre.

30 Franchigie compongono compongono la Lega, divise equamente in due Conference (Est e Ovest), a loro volta divise in tre Division per Conference. Una particolarità: le squadre hanno due nomi, quello della franchigia e quello della città, quindi se una squadra si posta (sì, raramente ma si spostano) porta con sé anche il nome della franchigia ma non quello della città. Un esempio: a Los Angels ci sono i Lakers ma nessun lago (Lakers deriva da Lake = lago), questo perché fino al 1960 giocavano a Minneapolis. Altro esempio: a Charlotte giocavano gli Hornets, che si sono trasferiti a New Orleans (divenuti i New Orleans Hornets) e a Charlotte sono comparsi (freschi, freschi) i Bobcats di Michael Jordan (come proprietario, non giocatore).

Il Campionato.

La stagione regolare (regoular season) conta ben 82 partite 82! Dai primi di novembre a metà aprile! Incredibile. In NBA ci sono partite tutti i giorni della settimana: praticamente giocano un giorno sì e l’altro no (e la stagione passata, in occasione del lock-out, giocavano uno sì e l’altro pure!). Seguire tutte le partite è umanamente impossibile: fate due conti, 82 partite per 30 squadre… Ad ogni modo, l’estenuante maratona della regoular season ha lo scopo di determinare la griglia dei Playoff (già, perché dopo 82 partite ci sono anche questi) e il fattore “campo” negli scontri diretti.

I Playoff.

Perché “smazzarmi” 82 partite di regoular season se poi ci sono anche i Playoff, direte voi? Primo, perché se non ti qualifichi non li giochi nemmeno i Playoff. Secondo, perché determinano il fattore campo, che spesso (ma non sempre, per fortuna) fa la differenza tra vincere e perdere una serie. E il campionato.

Ai Playoff accedono le 8 migliori squadre di ogni Conference, quindi 8 a Est e 8 a Ovest, ovvero le prime di ogni Division (3) seguite dalle restanti migliori 5 della Conference. Gli scontri diretti si giocano al meglio delle 7 partite, servono quindi 4 vittorie per vincere la serie. Determinato dal miglior “record” (la percentuale o numero assoluto di vittorie ottenute durante la regoular season, da qui l’importanza di smazzarsi le 82 partite precedenti) entra in gioco il fattore campo: giocare in casa è un bel vantaggio e, considerato che in ogni serie le prime due partite nonché l’ipotetica gara 7 di spareggio le gioca in casa la squadra col miglior record, chi ben comincia…

I Playoff sono il momento in cui l’NBA inizia a splendere, dove i giocatori, i tecnici, l’atletismo, la tecnica, la tattica e lo spettacolo danno il meglio di loro stessi, dove si creano le leggende e s’infrangono i sogni di gloria.

La corsa al titolo 2012/2013 è iniziata.


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