NBA: Joe Johnson seduto sugli allori

Creato il 19 gennaio 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

Joe Johnson è il simbolo e uomo franchigia degli Atlanta Hawks. Un leader silenzioso, un giocatore completo, mai sopra le righe, capace di fare tutto sul campo e di segnare quando la palla è più pesante. Dopo essere stato scelto dai Celtics nel 2001 ed esploso ai Phoenix Suns, nel 2005 si trasferisce in Georgia. Si dimostra fin da subito un All Star e gli Hawks crescono di stagione in stagione, fino al ritorno ai playoffs. La scorsa estate, la famosa del 2010, JJ era uno dei pezzi pregiati del mercato, appena sotto James e Wade, ma a 29 anni ha preferito legarsi per 6 anni ad Atlanta, incassando il massimo possibile, 119 milioni di dollari, e restare così fino al termine della carriera probabilmente. Nonostante le sirene di Knicks, Bulls e Cavs, Johnson ha fatto la scelta più saggia, soprattutto in vista di un lockout e di una rivoluzione nel salary cap.
In questa stagione, nonostante gli Hawks stiano facendo ancora bene sotto il nuovo coach Larry Drew e si confermano una delle corazzate dell’est, Joe Johnson sembra abbia un po’ abbassato il rendimento proprio nella prima stagione del suo milionario contratto. I maligni penserebbero: “Ha dato tutto per il contratto della vita, ora si siede e si gode i dollaroni nella fase calante della carriera“. Un contratto che parte dai 16 milioni di questa stagione fino ad arrivare ai quasi 25 dell’annata 2015-2016. Le cifre appoggiano questa teoria visto che Johnson sta viaggiando a 19 punti di media quando con Atlanta non era mai stato sotto i 20 (stagione 2005-2006), la percentuale dal campo è la peggiore dal 2003 (43%) e anche al tiro da tre, una delle sue specialità, viaggia col 29% (peggio aveva fatto solo nella stagione da rookie a Boston).

Che JJ si sia un attimo seduto può anche essere normale, vista anche la presenza in squadra di giocatori forti come Jamal Crawford, Josh Smith e Al Horford, ma faccio fatica a pensare che un professionista serio ed esemplare come l’ex Arkansas si stia godendo la pensione. C’è anche da dire che nelle ultime edizioni dei playoffs era stato criticato per essere sparito quando invece avrebbe dovuto prendere in mano la squadra: contro i Cavs nel 2009 e contro i Magic nel 2010, al secondo turno, gli Hawks sono stati spazzati via per 4-0, e Johnson era stato sotto media come punti (18 contro Cleveland e 16 contro Orlando le medie). Aveva incantato invece nel 2008 quando, dopo il ritorno alla post season degli Hawks dopo una vita, costrinse i Celtics futuri campioni addirittura a gara 7. 20 di media in quella serie con una prova da 35 punti nella vittoriosa gara 4: 20 di quei 35 punti arrivarono in un favoloso quarto periodo.

All’inizio di dicembre ha saltato 9 gare per un’operazione al gomito destro. A novembre le sue prestazioni sono state altalenanti (16 di media), solo quattro volte oltre i 20 punti, nemmeno in doppia cifra in due occasioni, e gli Hawks ne hanno risentito. Probabilmente non era al meglio fisicamente ma non dava l’impressione di quel controllo sulla gara che di solito ha. Dopo il rientro dall’infermeria, è stato tutto un altro Johnson, anche se non ancora quello che conosciamo: 17 di media, due ventelli e sempre in doppia cifra. A gennaio invece, JJ versione All Star, quello vero: quasi 28 punti di media, seppur contro avversari di seconda fascia (Toronto, Indiana, Sacramento) praticamente sempre oltre il ventello e con 36 nella sofferta vittoria interna contro i Kings, in cui ha messo i canestri decisivi. Atlanta è 7-1 di record nel 2011: tutto fa ben sperare per un’altra stagione da protagonista e anche Johnson sta ritornando l’All Star che conosciamo, alla faccia dei maligni…

Joe Johnson nella favolosa gara 4 contro i Celtics del 2008: on fire!!


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