L’abbiamo tanto attesa, da due stagioni ormai, questa unica stagione del mercato Nba. Doveva essere lo spartiacque tra due ere Nba, da quella di Kobe Bryant e degli Spurs di Tim Duncan, a quella che doveva lanciare LeBron James e Dwyane Wade nell’empireo cestistico. Diverse franchigie, New York, New Jersey e Miami su tutte, hanno smobilitato, raso al suolo un roster, per provare a firmare James, Wade e Bosh, il terzo violino del mercato dei free agent.
Era dall’estate 2007, quando i tre di cui sopra rifirmarono solamente un triennale con le squadre che li avevano scelti invece che il contratto della vita da 100 milioni ed oltre per sei anni. James aveva appena giocato una Finals, seppur persa 4-0, Wade era campione Nba in carica, e Bosh era reduce da una stagione più che positiva coi Raptors ad un passo dalle semifinali di Conference. Dopo una attesa durata tre anni, eccoci nella famosa estate 2010. Mondiali di calcio e afa insopportabile (li mortacci…) a parte, gran parte dell’attenzione mediatica era tutta le per le decisioni dei free agents. Oltre a Knicks e Nets, anche Bulls, Heat, Cavaliers e Clippers si sono iscritte alla caccia dei migliori giocatori liberi. Oltre a James, Wade e Bosh, c’erano i lunghi Carlos Boozer e Amare Stoudemire, e Joe Johnson, i tre un piano sotto i big three. A i Knicks il GM Walsh ha distrutto una squadra, tenendo il solo Gallinari. Stat è stato il primo dei big ad esporsi e fare una mossa, nella speranza di farsi seguire da Wade o ‘Bron, e ha scelto i Knicks. Scelta strana perchè va da un allenatore con cui non si è trovato alla grande, D’Antoni, e lascia il miglior regista della Lega, Nash, per formare una nuova coppia con Ray “corro e faccio canestro ma non sono un play” Felton. Bene, ma non benissimo…
Felton, con i tre Warriors Randolph, Azubuike e Turiaf, arrivati in cambio del soldato David Lee, sono il premio di consolazione per aver perso la corsa a LeBron. Di James poi parlerò… Intanto Joe Johnson rifirma con Atlanta e Boozer segue la via di Stoudemire firmando coi Bulls. Ma è tutto tranne che una scelta paragonabile: perchè i Bulls e Boozer sono stati vicini a sposarsi più di una volta nelle ultime stagioni, e perchè l’ex Jazz era il lungo di tecnica e pericolosità offensiva che completa al meglio il quintetto di Chicago con il talento di Noah, Deng e Rose. Un talento che evidentemente né il chicagoano Wade, né James hanno deciso di condividere.
Alla fine Wade è rimasto dov’era, a Miami, come da pronostico, e lì l’ha seguito Bosh. L’ex Raptors ha capito finalmente di non poter mai essere una prima punta, l’avevano intuito tutti tranne lui, e ha deciso di accordarsi con Wade per svernare insieme a South Beach, visto che LeBron non si decideva. Bosh almeno è stato chiaro: ha detto che a Toronto non sarebbe rimasto e che a Cleveland non sarebbe andato. Detto, fatto. LeBron non così onesto, però ancora un attimo prima di sparare sul James…. Capitolo Nets: nonostante Brooklyn, Prokhorov e Jay-Z, James li ha snobbati, e i Nets, belli tranquilli, non hanno ripiegato su nessun altro, sono andati avanti giustamente per la loro strada. Hanno preso l’allenatore preferito per la loro stella, rispettivamente Avery Johnson e Devin Harris, hanno scelto il giocatore con più futuro del Draft, Favors, un mix bestiale tra Dwight Howard e lo Stoudemire di cui sopra, e hanno un gruppo giovane davvero intrigante, con Brook Lopez, e soprattutto Terrence Williams. Inoltre hanno firmato ottimi comprimari desiderosi di rivincite come Jordan Farmar, Travis Outlaw e Anthony Morrow. Già ora secondo me sono da playoff a Est mentre i Knicks…..
Eccoci a LeBron James. Fino all’ultimo momento non ha svelato la sua scelta, ma soprattutto non ha avuto il coraggio di dire alla sua squadra, i Cavs della sua Cleveland, la squadra che lo ha scelto e che lo ha fatto diventare lo sportivo più famoso mediaticamente del mondo, che non sarebbe rimasto. Ha avuto la bella ideale da megalomane di affittare Espn per una sera per dire al mondo dove sarebbe andato, quando era chiaro ormai che sarebbe andato a Miami da Wade e Bosh. Un trio lescano che ha fatto subito impazzire Miami e che potrebbe riportare il titolo a South Beach (io la vedo dura ma tant’è…), ma che ha fatto perdere davvero tanti consensi nel mondo al James di cui sopra.
Un ragazzo che era stato celebrato per la sua grande maturità fin dal suo primo giorno della Lega in quella gara a Sacramento coi Kings nel 2003, che aveva conquistato gradino dopo gradino i galloni di nuovo simbolo della Nba, col lavoro, le vittorie e la capacità di far sempre la cosa giusta. Fino a che, nel momento dell’ultimo salto che doveva corrispondere al titolo, James si è arenato, per due anni di fila, tirando fuori tutto il peggio del LeBron giocatore, ma soprattutto uomo. Dalla serie persa coi Magic, a quella di quest’anno coi Celtics senza quasi combattere. Il re è rimato nudo di colpo, impotente, conscio di non potercela fare da solo, di non avere i crismi per essere il leader di una squadra da titolo. Cosa che invece hanno dimostrato Kobe Bryant e Dwyane Wade, gli unici che possono considerarsi allo stesso livello del prescelto. Visto che da Kobe non poteva, e non sarebbe mai andato, LeBron è andato dall’amicone Wade, uno che ha trascinato gli Heat dei veterani Shaq, Payton e Antoine Walker al titolo, e da protagonista decisivo.
Stando così le cose, i Knicks sono i grandi sconfitti di questo mercato: perso LeBron, ora gli obiettivi si chiamano Chris Paul e Carmelo Anthony per il 2011. Forse il punto è che la pressione è talmente grande a New York che nessuno ci vuole andare. Yankees e Giants, di baseball e football, insegnano. I Cavs proveranno a ripartire anche se è già difficile individuare un possibile leader: Mo Williams? Varejao? Delonte West? Si fa dura….. Dei Nets ho già detto, i Bulls mi intrigano perchè Rose e Noah sono forti per davvero. E poi ci sono gli Heat. Se Riley riesce, con pochi dollari, a mettere un supporting cast adatto ai Miami Thrice, con Mike Miller, Haslem, Stackhouse, Juwan Howard e magari un Ilgauskas e un Kurt Thomas, avendo già Chalmers, allora sono da finale. Altrimenti Lakers da una parte e Magic dall’altra, sembrano ancora le prime candidate all’anello. Caro LeBron, tocca rimboccarsi le maniche per rifarsi, nei confronti dei fans, dell’Nba, ma soprattutto di te stesso.