E chi se lo aspettava? I bicampioni Nba dei Los Angeles Lakers umiliati ed eliminati 4-0 dai Dallas Mavericks nelle semifinali della Western Confernce. Un 4-0 che non dice nulla della grande differenza tra le squadre, con i texani a fare da irraggiungibile lepre per un gruppo, quello gialloviola, imploso prima al suo interno che poi all’esterno. Le espulsioni per falli di frustrazione di Odom e Bynum in gara 4 sono solo la punta dell’iceberg di eccessi di protagonismo che la serie vinta con gli Hornets ha mascherato solo per la palese inferiorità degli avversari. Facile usare frasi del tipo “si è chiuso un ciclo“, “si deve ricostruire“, “questa squadra non sarebbe tornata in fondo“: la realtà è che per forza di cose la prossima stagione (se ci sarà cisto l’imminente lockout…) sarà diversa perchè coach Jackson non sarà più sulla panchina. Si godrà la vita da fidanzatino di Jeannie Buss e chissenefrega se Mark Cuban l’ha chiamato toyboy della figlia del capo.
La stagione ha detto che i Los Angeles Lakers, nonostante diversi alti e bassi, erano la squadra da battere. Dopo l’All Star Game sono stati addirittura superbi e nonostante il miglior record era di Bulls e Spurs, chi avrebbe scommesso contro Kobe e Jackson? Nei playoff però è stata un’altra storia e sono venuti a galla tutti i problemi dei gialloviola: la vecchiaia di Derek Fisher, un cambio inadeguato e inesperto come Steve Blake, due lunghi che non si amano come Bynum e Gasol desiderosi di protagonismo dopo aver spalleggiato Bryant per diverso tempo, e la coppia Artest-Odom che non è riuscita a tenere a bada tensione e nervosismo. Le due sconfitte nelle gare dello Staples Center hanno segnato in maniera indelebile la serie: i Lakers hanno forse avuto anche un pizzico di sfortuna ma la realtà è che i Mavericks hanno giocato come chi sapeva di non aver nulla da perdere contro i grandi favoriti e sono scesi in campo con la concetrazione giusta.
I Lakers si sono autodistrutti e poi hanno perso la testa. Artest si è fatto espellere in gara 2 e ha saltato una gara 3 che avrebbe potuto ridare ossigeno alla serie. Il suo ruolo è stato sottovalutato perchè, vero che in attacco ha faticato, però è stato il migliore in difesa sul biondone da Wurzburg. E poi Odom e Bynum: le loro espulsioni in gara 4 sono solo il culmine di una frustrazione ben più lunga. Eloquenti alcune scene di gara 2 con Odom che discute animatamente con Jackson e poi in campo fa ciò che vuole provando a salvare da solo la barca che affonda. Lo stesso Bynum non si è mai trattenuto con gesti plateali all’indirizzo di questo o quel compagno.
In tutto questo, pur non essendo un sostenitore dei Lakers (ci tengo a precisarlo), dispiace vedere uscire così Phil Jackson e lo stesso Kobe Bryant. Kobe ha chiuso a 23 punti di media ma ho avuto la sensazione che gli infortuni abbiano pesato e che anche lui abbia perso la bussola all’interno di uno spogliatoio a pezzi. Ha provato a caricarsi la squadra sulle spalle ma la difesa di Kidd e di Dallas è stata super e gli altri gialloviola non hanno punito le rotazioni sul Mamba. L’errore da tre per vincere gara 1 è pesato e non poco però Kobe, seppur sotto tono, credo che il suo l’abbia fatto.Per quanto riguarda coach Jackson, il fatto che questo sia il primo sweep subito in carriera è un segnale importante. Esce di scena con una pesante umiliazione, forse più dura anche del massacro in gara 6 nelle Finals 2008 contro i Celtics. Il -36 di gara 4 e le espulsioni non fanno parte dello stile del maestro Zen. Ho avuto l’impressione che questo gruppo l’avesse totalmente abbandonato anche se il coach non dirà mai qualcosa del genere. Lui è se ne è andato col sorriso di sempre, con la sua tranquillità interiore: erano gli altri membri dei Lakers che sembravano in imbarazzo.
Il futuro? Difficile parlare ora perchè purtroppo il lockout sarà il vero protagonista dei prossimi mesi. Potremmo avere dei Lakers con Brian Shaw in panchina e una squadra con Chris Paul e Dwight Howard al fianco di Kobe. Ovviamente con Odom, Artest, Gasol e Bynum, tutti o alcuni di loro, ben lontani da LA. Sono solo supposizioni e farle ora, quando la ferita dell’eliminazione è ancora fresca e dolorosa, non ha molto senso.
Il fallaccio di Bynum su Barea in gara 4