Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Paolo Codispoti, cinquantacinquenne di San Luca, detenuto fino a ieri nel carcere di Rebibbia per associazione di stampo mafioso contestatagli al seguito dell’operazione “Ciaramella” eseguita dalla Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria a firma del pm Dott. Gratteri.
Il Codispoti, noto boss di San Luca, appartenente al clan Nirta-Scalzone della cittadina preaspromontana, venne arrestato nel 2005 con l’accusa di associazione mafiosa e promotore di un traffico di stupefacenti provenienti dal sudamerica mentre si trovava in regime di semilibertà, concessagli pochi mesi prima a seguito del residuo sconto di pena di una condanna a trent’anni di reclusione per associazione di stampo mafioso, sequestro di persona, porto d’armi, rapina, tentato omicidio, estorsione e altro contestatogli all’inizio degli anni ’80. L’operazione “Ciaramella” svelï¿œ, secondo le indagini della DDA di Reggio Calabria, che lo stesso Codispoti era il punto di riferimento cardine della ‘Ndrangheta su Roma, a dimostrazione di ciò emerse dalle indagini che la cosca Morabito di Africo (“Tiradrittu”, ndr) chiedeva appoggio allo stesso Codispoti per i propri affari nella capitale, una sorta di pass o “benedizione mafiosa” gestita secondo le ferree regole ndranghetistiche, dal Codispoti. Il boss di San Luca scarcerato nella serata di mercoledi, poteva contare su un curriculum criminale di tutto rispetto: appartenente alla consorteria dei Nirta-La Maggiore tra le più potenti e carismatiche del parco criminale della ‘Ndrangheta, vantava condanne a otto anni, dieci anni, altre condanne prima di una condanna a trent’anni per reati che vanno dall’associazione mafiosa al sequestro di persona, nonchè l’ultima condanna, proprio quella scaturita dall’operazione “Ciaramella”: dieci anni e otto mesi. Nella stessa operazione vennero arrestati diverse persone ritenute vicine al clan e agli ordini di Codispoti, nonchè un mandato di cattura scattò anche per il cognato Giuseppe Marafioti, anch’esso di San Luca. Va ricordato l’entourage criminale della cosca di appartenenza di Codispoti, quella dei Nirta, appunto: dalla mediazione a favore dei De Stefano nella guerra di mafia di Reggio, alla partecipazione, secondo il collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara, nella strage di Capaci fornendo ai Corleonesi l’esplosivo necessario; svariati i processi per omicidio e sequestri di persona che i presunti affiliati alla “Maggiore” hanno subito, nonchï¿œ i vari processi per estorsione che hanno rilevato come la cosca ha governato con la potenza criminale di poche altre. Rimane, comunque, l’aspetto carismatico all’interno dei vertici di ndrangheta il ruolo più significativo: le informative della DDA rivelano come proprio i Nirta hanno contribuito alla creazione dei vari gradi di ‘ndrangheta come addirittura la gerarchia del “Crimine” venuta fuori nell’operazione scattata il 13 Luglio che ha portato all’arresto 317 persone. Ciò fa emergere la designazione a “numero uno” della ‘Ndrangheta su Roma proprio di Paolo Codispoti. Ieri, a distanza di diversi anni dall’ultimo arresto del Codispoti, è arrivata la notizia nella sezione speciale del penitenziario di Rebibbia che il magistrato di sorveglianza di Roma, su richiesta dei legali di Codispoti, ha optato per gli arresti domiciliari motivati da istanze basate sullo stato di salute dello stesso, il personale penitenziario ha così immediatamente disposto, con la collaborazione degli altri organi di polizia, il plotone di scorta per lo spostamento verso l’abitazione romana del Codispoti.
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Ndrangheta: concessi i domiciliari al boss di san luca paolo codispoti
Creato il 14 agosto 2010 da StefanoperriPotrebbero interessarti anche :
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