
In fin dei conti, peró, proprio non si riesce ad essere stronzi 24 ore al giorno. Ogni tanto occorre prendersi una pausa; questo è uno di quei momenti.
Ieri ho compiuto 30 anni. Alcuni dei miei più cari amici mi hanno organizzato una festa a sorpresa con tanto di regali e pompa da biciclette per gonfiare palloncini colorati e spegnere le candeline. Bellissima. In molti, me in primis, mi hanno chiesto di propositi, bilanci, cose belle e cose brutte. La verità è che, probabilmente, non sono capace di rispondere!Quello che so è che questa mattina, la mia prima da trentenne, a Milano c'era la nebbia. Un'idea, di nebbia. Ad inizio maggio.

Camminando nella nebbia, soprattutto se non è molto fitta, sembra di vedere tutto. Di riuscire ad andare in una direzione senza troppi indugi. Di cavarsela, insomma, indipendentemente. Quella patina grigia che tutto riveste e rende un pó umidi i capelli, almeno i pochi che mi sono rimasti, appare superflua e indifferente. Ed è proprio quando uno comincia ad annoiarsi di tutta questa assenza, di quel bianco triste e monotono, ecco che la nebbia comincia a diradarsi. Dietro, come ad un sipario, un po' discretamente, ci sono loro, in piedi: le persone che vogliono bene.

Non è chiaro come facciano a rimanere li, avvinghiati, nonostante a volte sia l'ultima cosa che merito o che vada cercandono. Resistono, come cozze sullo scoglio, nonostante le maree. Solo un po' più belle.