Ricordate le suggestive immagini di Sooke che vi avevo mostrato l’estate scorsa? Ebbene in occasione delle vacanze pasquali siamo tornati in questo luogo meraviglioso in cui terra e mare giocano a nascondino. Ricordando l’esperienza precedente, eravamo un po’ perplessi, pronti ad addentrarci nelle brume e, se necessario, rifugiarci in macchina per un pic nic fantozziano. Invece, ecco la sorpresa. In effetti era una situazione tipo Marcovaldo: una bella mattina, due ore di tempo e un pranzo al sacco un po’ approssimato. Avanzi di torta pasqualina senza sfoglia e alcuni stuzzichini. Ma soprattutto c’era la voglia di immergersi nella natura ed esplorare altre zone di questa magnifica costa. Il cartello promette bene, l’entrata del parco è a soli 75 metri di distanza. Male che vada si fa presto a tornare indietro. L’efficienza di un paese si misura anche da questi particolari e il Canada in quanto a parchi e zone verdi non scherza. Allora procediamo senza indugi verso l’Ed MacGregor Park.
Francamente il nome MacGregor mi ricorda tanto il contadino sadico di Peter Rabbit, quello che aveva lasciato orfani tutti i coniglietti, Flopsy, Mopsy, Cottontail e, ovviamente, Peter. Ve lo ricordate? La madre gli raccomandava sempre di fare attenzione a non andare nel suo giardino. Beh, noi non siamo in cerca di carote o di altri ortaggi e non abbiamo una bella coda soffice. Entriamo sorvegliati dall’aquila che sormonta la scritta ed è un tripudio di piante e fiori. In primo luogo un bell’arbutus. Sii tratta di un albero sempreverde che cresce nella zona del Pacifico e che ha una corteccia di un marrone rossiccio molto caldo che contrasta con il verde delle foglie. E’ un albero bellissimo. Uno dei miei preferiti, forse perché con le sue chiome frondose rallegra ci tiene compagnia tutto l’ano. A poca distanza una splendida panchina fatta di legno riciclato, ossia di driftwood, quel legno che si raccoglie sulle spiagge dell’isola, levigato dall’azione delle onde e delle maree. Bella, vero? Molto ecologica e in armonia con la natura. Lì dietro scorgiamo il viola intenso delle azalee che crescono rigogliose anche in città. Sono tra le prime a fiorire, però sembra che quelle viola ci mettano un po’ di più a sbocciare, quindi quando quelle rosa iniziano ad appassire, loro si risvegliano. Anche la magnolia rosa inizia a fiorire. E’ una fioritura effimera, bellissima.
Intravvediamo il mare in lontananza. Non siamo mai troppo lontani dall’acqua su quest’isola. Eccolo laggiù il mare, dietro a quel teatro in cui si intravvede un gruppo impegnato nel tao chi mattutino. Arte e natura si incontrano in questo borgo un tempo dedito alla pesca e al commercio del legname. Ecco un mosaico che ricorda la storia locale e l’amore per la natura e la cultura. Dove si trova? Indovinate un po’?All’entrata di un civilissimo vespasiano. Ebbene sì, guardare per credere.
Non ci sono dubbi, è attrezzato anche per i disabili. Continuiamo la passeggiata verso la costa. Il percorso è in discesa. Ci avventuriamo per un sentierino in legno che serpeggia in giù fino alla spiaggia.
Per evitare spiacevoli sorprese un cartello giallo ci ricorda che il percorso potrebbe essere scivoloso in caso di pioggia. Io non ci credevo che si potesse scivolare tanto sul legno, ma ho toccato con mano, anzi con piede e quasi quasi anche con altre parti del corpo quanto possa essere infingardo questo materiale durante o dopo un temporale, per non parlare in caso di ghiaccio. Oggi, però siamo fortunati, il cielo è sereno, si direbbe che non ci sia neanche una nuvola all’orizzonte. O forse no. Eccola lì, fedelissima, che mi accompagna. Per fortuna però che ha fatto la brava e si è tenuta a debita distanza, mentre mi faccio strada tra il verde. 158 giorni di pioggia all’anno si traducono in una fantasia di felci, muschi e licheni. Non poteva essere altrimenti. Ecco i tronchi degli alberi e anche i rami e le radici coperti di muschi.
Un giorno schiverò un post dedicato unicamente alle radici. Ne ho visto di bellissime. Continuo a scendere, circondata da una natura rigogliosa, fino a raggiungere il mare. Il pontile si estende a perdita d’occhio.
Finalmente capisco perché la chiamano Supernatural British Columbia.