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Negazionismo ambientale e media.

Creato il 23 ottobre 2013 da Lilianaadamo

Liliana Adamo da www.altrenotizie.org

La potenza schiacciante dei media al servizio di un ben congegnato depistaggio sul clima; si chiama Global Warming Policy Foundation, raccoglie un manipolo di scettici sul cambiamento climatico (con Lord Lawson, in testa), che, a loro volta, occultano i veri mandanti, i fondamentalisti del libero mercato (e i loro alleati politici), referenziati dall’Heartland Institute, potente gruppo di pressione con sede a Chicago. Gli stessi che hanno orchestrato una campagna tesa a screditare pesantemente i risultati del Gruppo Intergovernativo, meglio conosciuto con la sigla IPCC.

Negazionismo ambientale e media.
Negazionismo ambientale e media.
Negazionismo ambientale e media.

Nel suo Quinto Rapporto di Valutazione (The Physical Science Basis), reso pubblico il 27 settembre scorso, l’IPCC ha fornito la sua versione sull’evoluzione dei cambiamenti climatici: “Il riscaldamento del clima terrestre si aggrava per colpa in gran parte dell’uomo. La temperatura della terra aumenterà da 0,3 a 4,8 gradi centigradi, entro il 2100. I primi dieci anni del nostro secolo sono stati i più caldi dal 1850…”.

E, mentre si teneva la presentazione ufficiale del documento a Stoccolma, Londra si convertiva a fulcro universale dell’agnosticismo climatico, per controbatterne le tesi e fomentare i media. Giusto per rubare la scena al gruppo Intergovernativo, ecco che, nello stesso giorno, è stata indetta una mega conferenza stampa, una sorta di duello a distanza.

Ciò che i media non hanno comunicato è la brigata d’ultraliberisti (chi manovra i fili dell’Heartland), che rimunera un gruppo di scienziati in pensione affinché producano falsi dossier confutando sia l’esistenza sia gli effetti del global warming, orientando un massiccio movimento d’opinione a  livello internazionale.

Primi attori nella conferenza stampa londinese, Fred Singer e Robert Carter, hanno dato il meglio di sé sfoggiando una visione diametralmente opposta a quella presentata dai veri ricercatori sul clima. La BBC non si è lasciata sfuggire l’occasione e ai due ha predisposto un tour presso gli studi del Broadcasting House con interviste a go go; addirittura, il tempo stimato per questi incontri è risultato molto più lungo rispetto a quello dedicato alla presentazione del famoso Rapporto sul Clima, redatto dall’IPCC: McLuhan docet.

Negazionismo ambientale e media.
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Negazionismo ambientale e media.
Negazionismo ambientale e media.

Gli artefici della BBC (come quelli dell’ITV News at Ten, del Daily Telegraph, per rimbalzare fino al Time), hanno finto d’ignorare che gli stessi Carter e Finger si sono guadagnati l’attuale popolarità quali autori di una campagna d’affissioni che accomuna l’Unabomber, al secolo Ted Kaczynski a Charles Manson, dichiarandoli entrambi proseliti del riscaldamento globale (sic).

Inconsapevoli anche che lo stesso professor Carter (un geologo australiano, specializzato in paleontologia, stratigrafia, geologia marina e scienze ambientali, chiamato dai suoi detrattori “climate misinform-er”), presta la sua opera (contributi a siti web e opuscoli) al “Consiglio consultivo Accademico” della londinese Global Warming Policy Foundation di Lord Lawson (di cui è membro), al contempo è portavoce dell’Heartland Institute di Chicago, in un pacchetto “all inclusive”.

Il professore ha fatto la sua fortuna in propagande soppesate con piani marketing d’azione, coadiuvato dalle migliori menti (giunte ormai all’età della pensione), raccattate qua e là dopo una modesta carriera nelle varie università d’oltreoceano.

L’intera congerie non potrebbe neanche presentarsi a tv e giornali se non fosse attentamente coordinata da potenti mezzi e alleati politici, che la usano per screditare e travisare i risultati del Gruppo intergovernativo d’esperti.

I giorni londinesi dell’attacco frontale ai risultati dell’IPCC, hanno dimostrato come una piccola cricca rastrellata sotto l’egida di skeptical science, sia stata in grado d’utilizzare reti politiche, legami familiari e simpatie ultraliberiste, in una sorta di rassicurazione che, lungi d’essere tale, palesa l’intento a deviare e falsare il dibattito pubblico in un paese, il Regno Unito, notoriamente sensibile alla difesa dell’ambiente e a soluzioni che contrastino il cambiamento climatico.

Contro l’IPCC si sta preparando una belligeranza mediatica su larga scala: per mantenere lo status quo sul global warming si fa anche questo.

 

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