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Negozi aperti senza regole? No grazie. Politici contro Monti

Creato il 10 gennaio 2012 da Lapulceonline

shopping saldi acquisti compere spesaNon piace proprio la liberalizzazione degli orari dei negozi. O almeno il “partito” dei “no” è molto più combattivo. Tra gli ultimi commenti in ordine di tempo c’è quello della Cisl di Alessandria. “Non si sentiva il bisogno di questo intervento a gamba tesa”. Così Alessio Ferraris, segretario generale: “Ritengo possa avere conseguenze negative sui diritti dei lavoratori del settore, altro che incrementare occupazione e consumi”. Dello stesso avviso Cristiano Montagnini, segretario generale della Fisascat Cisl di Alessandria: “Nel contratto nazionale è previsto in maniera chiara che gli argomenti su organizzazione e orari di lavoro devono essere discussi da noi con le associazioni territoriali dei commercianti. Il motivo è semplice: sono solo gli attori del territorio che possono ravvisare una reale esigenza di modificare gli orari ed è il sindacato in grado di valutare una eventuale necessità e renderla compatibile con le esigenze di chi lavora, specialmente se donne”.

Tra i più acerrimi nemici delle liberalizzazioni c’è anche il governatore del Piemonte, Roberto Cota, il quale ha confermato l’intenzione di ricorrere alla Corte Costituzionale se il provvedimento dovesse essere attuato: “Se non ci sono soldi, non è che estendendo l’orario di apertura si danno più soldi alle famiglie”, ha commentato amaro il presidente. Dello stesso avviso è il candidato sindaco di Alessandria Mauro Morando della sua lista civica “Per la nostra Città”.

Sul tema è intervenuto anche il Consigliere regionale della Lega Nord Riccardo Molinari: “Lo Stato non può intervenire su una materia di competenza prettamente territoriale e regionale come sono gli orari di apertura delle attività commerciali”. La Lega Nord in particolare ha sempre difeso il piccolo commerciante

“Inoltre pochi mesi fa abbiamo approvato in Consiglio Regionale una legge sul commercio che va nella direzione esattamente opposta al disegno del Governo – ha concluso Molinari – abbiamo scelto di bloccare le nuove autorizzazioni per l’apertura di centri commerciali e di vincolare gli oneri pagati da quelli già aperti al sostegno del piccolo commercio”.

 


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