Negozietti

Creato il 09 aprile 2014 da Andreapomella

Roma 1983 © Charles Traub – Damiani Editore

Tra le cose insopportabili di Roma c’è il negozio storico, quel genere di negozio che bisogna nominarlo col sorriso ammiccante, come se parlassi di casa tua, d’una mascalzonata di gioventù, di una vecchia fidanzata, il negozietto (l’uso del diminutivo testimonia la familiarità, non le dimensioni fisiche del locale), il ristorante che è “un’istituzione”, la cui frequentazione negli anni certifica un pezzo importante della tua romanità, Castroni, Cenci a Campo Marzio, Giggetto al Portico d’Ottavia,  il gelato da Giolitti, il caffè di Sant’Eustachio, Ciampini, posti che se confessi di non esserci mai stato, o peggio di non conoscere, la gente ti toglie il saluto, ti considera un disadattato, un fesso, un coglione.

Nel libro Dolce Via. Italy in the 1980s del fotografo Charles Traub (Damiani Editore), la raccolta completa degli scatti realizzati da Traub in Italia nei primi anni Ottanta (qui una gallery uscita ieri su Repubblica.it), ho ritrovato la foto di un tizio che incontravo spesso ai tempi dell’università, passava le giornate sulla scalinata di Lettere alla Sapienza, lo chiamavamo Giuseppe Verdi.


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