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Nei boschi di Mumin

Creato il 19 aprile 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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Nei boschi di Mumin> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="237" width="201" alt="Nei boschi di Mumin >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-28646" />In questa natura così avvolgente, potevano ben vivere anche dei piccoli troll, e un intero mondo fantastico di piccole creature affettuose. Mumin l’avevo conosciuto già diversi anni prima, sulle pagine di Linus (dove si chiamava Moomin, perché ci arrivava dalla fortunata traduzione britannica), e mi ero letto e riletto più volte tutto quello che avevo trovato. Mi affascinava la sua dimensione dolcemente demenziale, fatta di personaggi tutto sommato incapaci di capire il mondo, però ugualmente positivi, capaci di vedere il meraviglioso in tutto quello che li circondava, e destinati, proprio per questo, e come in ogni favola degna di questo nome, a cadere sempre in piedi. E mi colpivano soprattutto gli affetti, quella cosa per cui se anche c’era qualcuno dispettoso e rompiscatole, si cercava sempre di prenderlo in positivo – e tutto, bene o male che fosse, era comunque un’avventura.

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Anche il disegno di Tove e Lars Jansson mi piaceva molto, con le sue paradossali rotondità, e questa spartana eleganza fiorita, appena appena annerita qua e là solo da qualche personaggio di colore scuro; quelle vignette un po’ vuote di segni, e quei ghirigori semplicissimi sul bianco…
Mumin mi dava l’impressione che il mondo attorno ai protagonisti fosse assai poco popolato, una distesa semivuota in cui gli incontri con altri personaggi erano sempre eventi. Non che fossero rari, questi incontri, nell’economia delle storie – ma si capiva, insomma, che la vita continuava anche fuori dal racconto, con quella solitudine e quella dolce malinconia che la fantasia (spesso sfrenata) doveva combattere.

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Facevo fatica, in Finlandia, a riconoscere nelle persone lo spirito di Mumin. Vedevo invece bene il silenzio, il mondo meraviglioso e sconosciuto attorno, la natura piena di presenze. Frequentavo all’epoca un gruppo di giovani cineasti, tramite un’amica – ed è stata lei, molti anni dopo, a farmi sapere che tra loro c’erano anche Aki e Mika Kaurismäki. Guarda caso, proprio attraverso i film dei Kaurismäki avevo nel frattempo capito il nesso tra la gente di Finlandia e i personaggi di Mumin: guarda caso, c’è nei loro film e nei loro personaggi lo stesso spirito dolcemente ironico, la stessa visione fantastica delle cose. Solo che nei Kaurismäki la malinconia prende il sopravvento, e la favola diventa amara.
In Tove e Lars Jansson ci si ferma prima. La favola rimane favola. La meraviglia non viene uccisa dall’alcol o dalle tante miserie del quotidiano.

Abbiamo parlato di:
Mumin e i briganti – Le follie invernali di Mumin
Tove Jansson
Traduzione di Omar Martini e Sergio Rossi
96/88 pagine, cartonato, bianco e nero – 19€ cada
ISBN: 8896197228 / 8896197406

Originariamente pubblicato su www.bilbolbul.net/blog/?p=1636


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