NEIMA SITAWI. Da Cincinnati a Bologna nel nome della moda dal sapore retrò

Creato il 29 marzo 2012 da Dmoda

Quando in Italia si parla di moda, è pressoché immediato pensare a Milano e alla sua celeberrima tradizione in tema di passerelle. Eppure ogni angolo dello stivale è permeato da espressioni fashion, che trovano nel milanese (per lo meno alcune e solo alla fine di lunghe gavette), il debito plauso. Basta spostarsi, infatti, di soli 200 km dall’ombra della Madonnina, nel bolognese ad esempio, per scoprire che di moda se ne produce anche qui e con aspirazioni che vanno ben oltre le passerelle lombarde, puntando a platee esterofile con l’obiettivo che queste si trasformino in veri e propri trampolini di lancio per un ‘passaggio milanese’ finale, degno di nota.  E’ anche questa una delle finalità della stilista Neima Sitawi, americana originaria di Cincinnati che ha scelto Bologna quale sua base operativa.

 

Come nasce la tua passione per la moda?

La mia passione artistico-creativa è indubbiamente insita nel mio DNA. Il mio primo ricordo connesso al mondo della moda risale a quando avevo 8 anni e, in particolare, ad una delle rare occasioni in cui ebbi a che fare con mio padre senza la presenza dei miei 8 fratelli. Un giorno, mi chiese di fare un esercizio creativo che consisteva nel ‘vestire’ una matita con un fazzoletto di carta. Questo primo mini-processo creativo è stato fondamentale per me, perché mi ha mostrato, già così giovane, le illimitate opzioni nella manipolazione dei materiali. Dopo questo esercizio, ebbi il mio primo album da disegno: è stato a questo punto che ho capito quale sarebbe stato il mio futuro, ma non avevo ancora compreso quanto non convenzionale sarebbe il mio percorso per giungere fin qui, al punto in cui mi trovo.

Perché l’Italia? E Bologna?

E’ la vita che mi ha portata in Italia. Sin dal mio primo viaggio in questo Paese, nel ’97, sapevo che sarei ritornata, se non addirittura per restarci per sempre. Nel 2010 sono approdata a Bologna e non avrei potuto chiedere nulla di meglio. Pochi all’estero sanno quanto l’Emilia Romagna sia rinomata per la sapiente fattura di artigianato sartoriale su misura. Modena, poi, dove vengono realizzati capi NEIMASITAW,I è ancora oggi sinonimo di produzione di lusso. Milano potrà esse la vetrina della moda italiana, ma il cuore e l’anima dell’industria fashion resta il territorio bolognese. A questo punto, non sono sicura se la risposta alla domanda sia che abbia scelto io l’Italia piuttosto che lei abbia scelto me.

Il marchio Neima Sitawi si è imposto sul mercato bolognese con la ‘calla’. Di cosa si tratta?

Dopo il lancio del brand NEIMASITAWI per un’esclusiva clientela bolognese nel dicembre 2010, ci fu subito la richiesta per ulteriori proposte. E così, nella primavera successiva, proprio nella stagione della calla in fiore, ho sorpreso tutti lanciando l’omonima creazione. La ‘Calla’ è una mia ‘figlia illegittima’, esclusiva ed illusoria, nata dalla passione che nutro per la fotografia in bianco e nero e i film noir. Si tratta di un accessorio realizzato con materiali italiani di lusso quali cashmere e seta, che può essere indossato in 70 e più modi diversi, dando così, a chi lo indossa, la possibilità di reinventarsi ogni volta.

Le tue collezioni hanno sempre un tocco di vintage, di chiara ispirazione ‘hepburniana’. Come nascono le tue creazioni?

La Calla è ispirata al film ‘Sabrina’ con Audrey Hepburn, ma molte delle mie creazioni traggono spunto dall’era di Katharine Hepburn, come i pantaloni a vita alta Chloe e la relativa giacca in pendant facenti parte della collezione Autunno/Inverno 2012/2013, recentemente lanciata alla Fashion Week di Berlino.

La moda è già proiettata verso i mesi estivi. Qualche anticipazione sulla tua prossima collezione?

Negli ultimi mesi ho lavorato sulla finalizzazione dei modelli da proporre alla mia clientela privata: questa collezione rappresenterà l’anteprima di quanto è destinato alla campagna Primavera/Estate 2013. Come sempre, concedo alla mia clientela esclusiva (per lo più italiana e tedesca) tre stagioni d’anticipo su quanto destinato alle boutique internazionali in occasione delle Spring/Summer Fashion Weeks. Nella mia prossima collezione ci saranno abiti ispirati ad Erte, con accenni anche a Gaudi e Klimt: un omaggio sia al periodo dell’Art-Decò parigina che a quello successivo, tra gli ultimi anni del 1890 e i primi del l920, fino ad arrivare al Modernismo di Vienna e Barcellona.

Il difficile momento economico che l’Italia sta vivendo si riversa immancabilmente anche sul settore della moda. Come vive la cosa la maison Sitawi?

In maniera strategica. Dopo aver conseguito, nel 2005, l’MBA in Marketing Strategico Globale, mi sono resa conto che un artista, indipendentemente da quanto talentuoso sia, non può proporre la fruizione delle sue ambizioni artistiche senza un forte intuito per gli affari, un network di supporto adeguato ed un piano di marketing strategico che prenda in considerazione i costanti cambiamenti delle dinamiche di mercato globale e che dipenda soprattutto dalla produzione e distribuzione su larga scala così come da un forte network commerciale sia online che offline. Così come credo nel movimento della slow-fashion, credo altresì nella crescita lenta ed organica nel business.

La moda, così come l’arte in generale, è uno di quei settori sul quale finiscono con il riversarsi le attenzioni di molti, talentuosi e non. Non è sempre detto, però, che ad avere la meglio siano proprio i primi… Un consiglio a chi è deciso ad intraprendere la tua stessa carriera… 

  1. Armarsi di una Laurea in Economia e Commercio o di qualche corso o cercare Consulenti di settore
  2. Conoscere le proprie forze, debolezze, opportunità e minacce.
  3. Costruire un network forte, senza aver paura di ‘sfruttarlo’
  4. Organizzare un solido business plan da aggiornare regolarmente
  5. Stabilire delle mete realistiche e misurabili
  6. Darsi il più possibile senza chiedere nulla in cambio
  7. Essere consci del fatto che per i primi 2-3 anni i bilanci non saranno in pareggio
  8. Fare qualcosa in cui si crede veramente e per la quale si dà l’anima

di Rossella Regina

 


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