I terroristi dell’IS, hanno commesso il loro primo, vero, madornale errore.
Posto che l’obiettivo di un terrorista è il terrore, giustappunto, fin qui la loro strategia è stata efficacissima. Hanno saputo creare orrore, tensione, ansia. Terrore, appieno.
Inoltre si sono applicati all’uso del mondo 2.0 come dei raffinati comunicatori. Dimostrandosi arcaici e primordiali nella loro bestialità, e modernissimi nel comunicarla.
Ardendo vivo il pilota giordano, uno di loro, non uno di noi, hanno aperto le ostilità sul fronte interno.
Non diversamente da quel che fecero le Brigate Rosse o i NAR (per parlare di ciò che conosciamo bene, ma vale per tutte le organizzazioni terroristiche di cui abbiamo memoria).
E le BR, piuttosto che i NAR, non furono sconfitte dallo Stato, o meglio, non solo, ma anche, e soprattutto, dalla società civile, che ad un certo punto li vide come schegge impazzite e fuori controllo, e ne ebbe, comprensibilmente, paura.
Le brigate partigiane furono risolutive proprio perchè la gente comune era in linea di massima al loro fianco. E li protesse, nelle loro attività.
Tutte le organizzazioni terroristiche sorte ex post, non godettero di queste protezioni proprio per quella paura di cui si diceva prima.
L’apertura di questo fronte interno da una parte gli aliena le simpatie di una parte di mondo arabo che li vede come liberatori, dall’altra rafforza la convinzione di molti stati arabi strutturati (Iran, Arabia Saudita, Emirati, Marocco) che questi vadano fermati prima che mettano in pericolo il loro potere.
Non sto dicendo che spariranno domani, ma che perderanno progressivamente forza e appoggi, fino a diventare semplicemente una delle molte spine piantate nel culo del mondo. Ma una tra le altre. Non LA spina.
Perchè a volte, è sufficiente un pilota giordano, o un sindacalista genovese, o un professore universitario, o un giornalista.
Un circa signor nessuno che ci conferma che il prossimo potresti essere tu.